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Inceneritore: anche a Bolzano...

Pietro Friso

Durante la combustione si rompono i legami chimici delle sostanze in entrata, ricombinandosi. Questo processo, anche quando si svolge in condizioni ottimali, genera reazioni casuali in cui si producono migliaia di nuovi composti chimici chiamati PIC (prodotti di combustione incompleta) di cui solo un centinaio sono stati individuati. Le altre sostanze sono sconosciute, anche nei loro effetti sulla salute.

Nella fase di raffreddamento, in uscita dal forno, si formano tra gli altri PIC, le diossine (PCDD), i furani (PCDF) e l’esaclorobenzene, tra le sostanze più tossiche e persistenti che siano state studiate. Come detto, i rifiuti non spariscono ma ne escono trasformati sotto forma di emissioni gassose, di ceneri residue e di acque di scarico. Per ogni tonnellata di rifiuti bruciata un inceneritore produce mediamente:1 tonnellata di fumi immessi in atmosfera; 300kg di ceneri "solide"; 30kg di ceneri "volanti"; 650kg. di acqua di scarico; 25kg di gesso. Come si vede, quello che esce è maggiore di quello che entra. Il considerevole aumento di massa dei prodotti che escono, è dovuto a tutti gli additivi (aria, composti chimici, ecc.) usati per la combustione e per il ciclo di lavoro. Va sottolineato che molti dei PIC emessi sono più tossici dei rifiuti da cui sono derivati.

Ora è importante considerare gli effetti prodotti sulla salute. Non esistono studi epidemiologici, diretti, sugli effetti sulla salute causati dalla vicinanza di inceneritori. Esistono invece studi sufficientemente approfonditi sugli effetti di alcune sostanze, tipicamente le diossine e i metalli pesanti (soprattutto piombo e mercurio), quindi sono anche da considerare eventuali effetti combinati. E’ necessario ricordare, inoltre, che l’EPA, l’Agenzia governativa di protezione ambientale americana, ha stimato che il 90% delle emissioni di un inceneritore non sono state identificate. Va precisato che negli Stati Uniti, da quasi dieci anni, non sono stati più costruiti inceneritori.

Da quanto esposto, si evince che i rischi sono elevatissimi: pertanto, usando il buon senso, è ragionevole non correrli.

Volendo valutare il lato economico, l’inceneritore ha un indotto molto limitato: genera pochissima occupazione, poche decine di addetti. Analizzando in grande, per incenerire un milione di tonnellate di rifiuti occorrono circa 80 persone invece di 1.600, sempre approssimativamente, per il riciclaggio; scoraggia la localizzazione di attività economiche in una zona a forte inquinamento ambientale, porta la svalutazione degli edifici ad uso abitativo, senza voler andare oltre.

Considerato il caso particolare del progettato nuovo inceneritore di Bolzano, che dovrebbe servire tutta la provincia, sempre che rimanga tale, va considerato il traffico indotto e quindi il relativo inquinamento, per il trasporto delle immondizie dalle valli. Dopo tanti fattori negativi è ancora possibile che vi sia qualcheduno che esprime un improprio parere favorevole alla realizzazione di un tal mostro nelle vicinanze di un nuovo rione abitativo?

Se proprio, proprio si dovesse costruire il mostro, perché non si è pensato a farlo in prossimità dello scalo ferroviario di Bronzolo? Se non altro si tratta di un sito senza vocazione abitativa ed inoltre è facilmente raggiunto con la ferrovia, evitando così, l’inquinamento da traffico prodotto per il trasporto delle immondizie con automezzi. Inquinamento del quale gli abitanti di Bolzano non sentono la necessità.

Dal lato ambientale, ma in contrapposizione al lato economico, sarebbe opportuno la costruzione di due inceneritori, in siti diversi, certamente di dimezzata grandezza, anche se, come si sa, il trattamento dei fumi d’uscita, di un inceneritore "piccolo", costa quasi come il trattamento dei fumi di un inceneritore grande.

Ma se la salute dei cittadini, per i responsabili della società e quindi della salute, ha un valore, è da prendere dovutamente in considerazione, il sostenere una maggior spesa per il trattamento dei rifiuti.