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L’emergenza continua

Da Vienna a Innsbruck maggioranze impossibili o a rischio.

Forse i gentili lettori ricorderanno (vedi QT n. 17 del 14 ottobre, Emergenze grandi e piccole) che siamo in attesa di un nuovo governo, mentre quello vecchio, clamorosamente bocciato, è provvisoriamente ancora in carica. Il Presidente della Repubblica, Fischer, aveva incaricato il vincitore, cioè colui che ha perso meno voti, il leader socialdemocratico, Gusenbauer, di formare un nuovo governo, preferibilmente di grande coalizione, con i popolari di Schüssel. Il quale aveva già annunciato che era sicuro di partecipare al prossimo vertice europeo di dicembre, in qualità di cancelliere in carica, sebbene provvisorio. Prima, i socialdemocratici avrebbero dovuto chiedere scusa per una campagna elettorale calunniosa, cioè poco rispettosa del cancelliere. Poi, avrebbero dovuto ammettere che, insomma, la linea neoliberale del governo, sebbene sonoramente bocciata, era e sarebbe stata quella giusta, da proseguire per i prossimi 4 anni. Infine, anche gli elettori avrebbero dovuto scusarsi per aver sbagliato, votando in quel modo.

Insomma, Schüssel la grande coalizione non riusciva a digerirla, e a ragione, perché i programmi elettorali di popolari e socialdemocratici non erano compatibili. Ma non voleva neanche finire all’opposizione.

Si sa, chi si muove per primo, è perduto. Così, per settimane, si è fatto finta di negoziare. Intanto, il nuovo parlamento, nella sua prima seduta, con una maggioranza inedita di rossi, verdi e Freiheitliche, ha insediato due commissioni di inchiesta. Le quali, costituzionalmente, seguono le norme del processo penale. In breve: deposizioni obbligatorie e sanzioni penali per chi mente come testimone. Chiamati a testimoniare erano i vecchi ministri al completo. Oggetto: il contratto miliardario per l’acquisto di 18 intercettatori “Eurofighter” della EADS dopo un concorso poco chiaro. Altro oggetto: alcuni recenti scandali bancari, o sedicenti tali, fra banche “rosse” come la BAWAG e “bianche”, cioè del settore Raiffeisen, ed una certa carenza di controlli da parte del ministero delle Finanze.

La sindaca di Innsbruck, Hilde Zach.

Un’iniziativa che è apparsa un delitto di lesa maestà, sicché i popolari han deciso di non tornare alla trattativa finché le commissioni sono al lavoro; quindi tutto fermo fino a gennaio. Intanto, Schüssel resta in carica.

Ma pochi giorni fa, l’ultimatum di Gusenbauer: o vi rimangiate tutto, o vado dal Presidente e chiedo l’incarico di formare un governo di minoranza. Il Presidente potrebbe anche licenziare il governo provvisorio ed incaricare un governo transitorio di “esperti”. In ogni caso, via Schüssel.

Intanto, l’emergenza continua. Solo che nessuno, al di fuori del direttivo popolare, se ne accorge. Per ora, l’Austria funziona - bene o male - come sempre, con o senza governo, mentre sulla stampa si discute di premi di maggioranza da introdurre nel sistema proporzionale, per favorire l’alternanza.

Tutto chiaro, invece, a Innsbruck, dove l’Amministrazione provinciale, con una lettera del Dipartimento per gli affari comunali del 25 ottobre, ha stabilito che la sindaca Zach ha illegalmente usato la cosiddetta “ordinanza di emergenza”. Lo Statuto Cittadino, stabilisce infatti che il sindaco può decidere direttamente su materie di competenza della giunta o del Consiglio solo quando la cosa sia urgentissima e – contestualmente - sia impossibile riunire gli organi competenti. Ma quando la Zach decise, in settembre, di spostare più di cento milioni di euro del Comune (gli introiti della vendita del 25% delle azioni della municipalizzata alla provinciale TIWAG, soldi destinati a finanziare le pensioni degli ex-dipendenti comunali della municipalizzata) dalla BAWAG alla Raiffeisen, c’era tutto il tempo per riunire la giunta. Il fatto che, in quel caso, la sindaca si sarebbe trovata in minoranza sarebbe stato spiacevole per lei, ma ciò ovviamente non poteva costituire un fondamento legale per un’ordinanza di emergenza.

La Zach, rispondendo a una denuncia presentata dai verdi, aveva dichiarato che sarebbe stato difficile, garantire “due giorni feriali interi” ai componenti della giunta per meditare sul caso, visto che l’offerta vantaggiosa della Raiffeisen era valida, guarda caso, soltanto pochi giorni. Difesa ridicola, ha sentenziato la Provincia, calendario alla mano. E se poi, secondo lo Statuto, in caso di emergenza è possibile riunire il Consiglio in 12 ore, anche la giunta avrebbe potuto essere scomodata e ritrovarsi con meno di 2 giorni di preavviso.

Dunque, la sindaca ha violato lo Statuto cittadino, ma sanzioni non ce ne sono. Ma governare con una sindaca “anticostituzionale” non è poco per chi l’ha eletta, cioè per popolari e socialdemocratici. Guai per la maggioranza sono dunque in vista.