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Solidarietà ai tecnici del Comune

Caro Ettore, nell’ultimo numero sotto il titolo Le rivelazioni dell’ingegnere mi dedichi immeritatamente e strumentalmente una intera pagina perché ho espresso stima e solidarietà ai dirigenti comunali avendo la convinzione che sono brave persone. Non sarei ritornato sulla questione ma nell’articolo mi hai sopravvalutato e non vorrei... montarmi la testa;

Non sono stato designato a fare l’assessore al Comune di Trento e tantomeno l’assessore all’Urbanistica.- Quando (1993) l’allora PDS è entrato in maggioranza, il gruppo consiliare all’unanimità ha proposto a Dellai il nome di Pacher quale assessore; l’assessore all’Urbanistica era ed è rimasto Claudio Visintainer (l’arch. Nicolini è subentrato nel 1995).

- Non sono stato “massimo dirigente dell’Itea”, ma solo uno dei quattro dirigenti di Servizio.

- Non sono stato e non mi sono firmato come ex presidente della Commissione Edilizia, (è stato il giornale a darmi questo titolo). Sono stato un componente e per sei mesi il più anziano.

Per quanto riguarda le problematiche inerenti la programmazione urbanistica e l’edificazione edilizia (aspetti correlati ma distinti sul piano amministrativo e temporale), non mi dilungo, anche perché ti ho gia esposto a voce prima ancora dell’articolo sul numero del 28 ottobre che per me l’edificazione non equilibrata della collina non dipendeva dai funzionari comunali (se fosse così basterebbe cinicamente sostituirli e avremmo risolto i problemi), ma da un insieme complesso e complicato di altri fattori, che nella lettera ai quotidiani ho tentato succintamente di esporre anche in maniera paradossale. A puro titolo di esempio consiglio di leggere (anche in Internet) la sentenza del Consiglio di Stato sez.V di data 4 novembre 2004 n. 7142 o del T.A.R. Veneto sezione II gennaio 2005, i quali affermano che ”non può essere diniegata una concessione edilizia per carenze negli elaborati grafici (mancanza di quote) o anche per generici motivi di ordine estetico, se questi non sono previsti da norme vigenti”, e non dubito dell’esistenza di sentenze che sostengono l’esatto contrario.

Comunque, non intendo farti cambiare idea, tanto non ci riuscirei nemmeno con un intero trattato. Pur consapevole di far parte di coloro che predicano bene e razzolano male, di certo non mi ero accorto che, con la citata lettera pubblicata dai quotidiani ho, di fatto, confessato di essere uno dei responsabili del degrado edificatorio della collina e che le mie parole meritino di essere “verificate dalla magistratura”.

Nella pubblica amministrazione, di cui con orgoglio ho fatto parte, ci sono persone che tirano a campare o addirittura fannulloni, e molte altre che sono state assunte mediante pubblico concorso e lavorano con impegno, correttezza e professionalità; da cittadino mi sento moralmente in dovere di testimoniare stima e solidarietà ai funzionari del Comune che magari fra limiti ed errori fanno parte di questi ultime.

Cordialità e con l’occasione Auguri di Buon Natale

Risposta

Controllori o Azzeccagarbugli?

Ringraziando Rino Sbop per la cortesia della sua lettera (cosa di cui, conoscendolo, non dubitavamo), non possiamo però non sottolineare la sua parallela eccessiva modestia. L’ing. Sbop non era “solo uno dei quattro dirigenti” dell’Itea, ne era la figura di riferimento; e nelle complesse e sotterranee trattative per la formazione di due Giunte comunali il suo nome è stato in effetti proposto, e anche scartato per precisi motivi che, lo ripetiamo, gli fanno onore, almeno per noi (ostilità del partito degli affari). Prendiamo invece atto del fatto che non sia stato presidente, ma solo membro, della Commissione edilizia.

Non condividiamo peraltro il resto della lettera, teso a minimizzare l’importanza delle sue precedenti dichiarazioni (che qui ricordiamo: “E’ passata l’interpretazione che autorizza il costruttore a realizzare il massimo di cubatura teorica ammessa senza vincoli di tipologia, qualità paesaggistica o idoneità della viabilità, ecc. ecc. Sono dell’opinione che il Comune di Trento adeguandosi a questa tesi ha praticamente rinunciato a governare la qualità del costruire”.) Sono cose per noi gravi, anzi esplosive; anche se Sbop ora non si accorge, con queste parole, di aver “di fatto, confessato di essere uno dei responsabili del degrado edificatorio della collina” anzi, della città.

Ma il punto che ci lascia francamente allibiti è quello in cui l’ingegnere, nella sua fervida difesa dei funzionari comunali, cita una sentenza del Tar che autorizza la concessione edilizia anche in presenza di “carenze negli elaborati grafici (mancanza di quote) o anche per generici motivi di ordine estetico, se questi non sono previsti da norme vigenti” (sottolineatura nostra).

Siamo sconcertati. Le “norme vigenti” ci sono, si chiamano Regolamento Edilizio (nello specifico, articoli 20 e 28), e compito della Commissione Edilizia (e di Sbop suo componente) è controllare che esso sia rispettato, non almanaccare tra le sentenze alla ricerca di capziose interpretazioni che possano permetterne stravolgimenti.

Insomma, vediamo i controllori trasformarsi in azzeccagarbugli per legittimare le furbizie dei controllati. E il conseguente scempio della città.

Basta poi che andiamo alla finestra e guardiamo fuori, per vederne i risultati.

Ettore Paris