Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 1, 13 gennaio 2007 Monitor

Un anno di cultura e spettacolo

Le manifestazioni che fungono da traino, quelle statiche, quelle in caduta. All'interno di un panorama generale decisamente soddisfacente.

Redazione di Monitor

Il pretesto è il solito: approfittare dell’anno nuovo per abbozzare qualche bilancio su quello appena trascorso. Nel nostro caso, il bilancio è sulle principali manifestazioni culturali che si tengono in Trentino. La redazione di Monitor ha volute passarle in rassegna per una sorta di check-up collettivo, risultato della somma delle varie soggettività che animano il giornale.

Ci sembra di poter dire, intanto, che l’organizzazione culturale in Trentino è nel suo complesso più che soddisfacente, e che il nostro territorio ha poco o nulla da invidiare, in questo senso, a province più grosse o più popolate. Le offerte coprono tutto l’anno, numerose e creative, con una variabilità e un’apertura che va incontro alle più diverse esigenze di intrattenimento e approfondimento. All’interno di questo panorama, ci sono iniziative o enti che fungono da traino al mondo culturale locale – siano essi neonati (il festival economia) o storici (il Mart). Alcune manifestazioni sono in crescita stabile, e sono capaci di garantire continuità e innovazione. Altre sono assestate su posizioni più tradizionali, o si dimostrano decisamente in caduta. Qui sotto c’è un resoconto sugli eventi di cui la redazione di Monitor ha avuto esperienza diretta. Viene formulato un giudizio sulla loro salute e abbozzato un confronto tra l’edizione 2006 e quelle passate, in cerca di una linea di tendenza.

Festival dell’economia. Il trionfo organizzativo della stagione 2006. Alla sua prima edizione, è già la più importante iniziativa culturale del Trentino, capace di attrarre turismo intellettuale, di allettare con grandi nomi il pubblico locale, di assurgere a fama nazionale, di sdoganare un tema ostico come quello dell’economia. La città si è lasciata coinvolgere. Probabilmente, fu vera gloria. Attendiamo per quest’anno una prima conferma. Check-up: +

Philip Glass

Futuro presente: Effetto Glass. Un festival par-tecipato, ricco, vivo. Dal punto di vista dei contenuti, va aggiunto che l’ascolto prolungato delle musiche di Philip Glass ha provocato nella nostra cerchia di conoscenze una decisa nausea da eccesso di consumo. Al punto che non si può più piazzare sul disco un CD di Glass durante una cena fra amici. Ma il festival, di suo, ha offerto piccole e grandi perle, tra le quali ricordiamo le performance del violoncellista Giovanni Sollima; o “Music in Twelve Parts”, coinvolgente al limite dell’ipnosi. Check-up: +

Drodesera. Drodesera rimane uno dei fiori all’occhiello della cultura trentina. Un motivo d’orgoglio. L’edizione 2006 ratifica uno stato di salute ottimo: anche se l’insieme degli spettacoli non è stato eccezionale, il Festival è comunque riuscito ad essere un momento di confronto ancora più ricco, tra una molteplicità di operatori e un competente pubblico di affezionati. Si registra l’utilizzo, ampliato nel tempo (ben oltre il festival) e negli spazi (ampliati, rinnovati, vivificati) della Centrale di Fies; ma non è un arroccamento, rimane apprezzabile la volontà di non trascurare il legame con il territorio e la sua popolazione, portato avanti, tra gli altri, dal coreografo Virgilio Sieni, che dopo aver coinvolto nella scorsa edizione le casalinghe del paese, ha portato quest’anno sul palco un gruppo di adolescenti di Dro. Check-up: +

I suoni delle Dolomiti. E’ la manifestazione che fa discutere di più, fino a dividere anche la redazione. Di sicuro l’idea di partenza (portare in montagna musica di ottima qualità: classica, etnica, di ricerca, cantautorale…) è magnifica. Ed è magnifico anche il fattore-imprevisto (climatico, acustico, ambientale…) con cui si deve confrontare chi suona in montagna. Tutto ciò rende imperfetta e più vicina la musica. Ma altre voci sottolineano l’aumento indiscriminato di pubblico negli ultimi anni. La massificazione degli eventi crea sicuramente disagio a chi ha imparato a seguire la manifestazione dai suoi inizi. Gli eventi più godibili rimangono le albe, che giocoforza attirano un pubblico più ristretto. Non convince d’altra parte l’idea (elitaristico-darwinista) di rendere i concerti più difficilmente accessibili portandoli a quote sempre più alte. “I suoni delle Dolomiti” si trova dunque inevitabilmente a doversi confrontare con le stesse problematiche del turismo di massa, e richiede una riflessione politica sulla gestione della montagna (magari imparando dall’Alto Adige). Bisognerebbe probabilmente, grazie a una più oculata scelta degli spazi, riuscire a imporre anche in questi contesti aperti le regole di convivenza e di rispetto che ci si aspetta quando si assiste a un concerto, portando, a medio termine, a una prassi educativa che sappia diventare rispettosa di esecutori e ambiente. Sembra tuttavia opportuno puntare su nomi meno famosi (deve fare scuola il caso-caos di Vinicio Capossela a Villa Welsperg). E ricordare che i suoni delle Dolomiti, di per loro, sarebbero quelli dei ruscelli, della fauna e del vento. Check-up: ?

Mart. Fatta eccezione per due mostre delle quali ci siamo già più specificamente occupati – Cinema e fumetto e Mitomacchina –, il calendario delle mostre 2006 targate Mart è stato decisamente positivo. Oltre ai grandi numeri – basti pensare agli oltre 100.000 visitatori della mostra su Klimt e la Secessione Viennese – il Mart può vantare un programma incentrato su qualità e ricerca. A titolo di esempio, ricordiamo la mostra sul futurista Luigi Russolo, nata dall’attento studio delle carte d’archivio dell’artista. La grande mostra “La danza delle avanguardie” ha riscosso un meritato successo, contribuendo ad aumentare l’interesse del pubblico nei confronti di questa forma espressiva. L’unica nota dolente riguarda le iniziative collaterali, in particolare gli spettacoli a tema, i quali, invece che trasformarsi in efficaci volani divulgativi di alcuni concetti chiave dell’esposizione, hanno registrato, nonostante l’ingresso gratuito, una scarsissima presenza di spettatori. Ricco anche il programma delle manifestazioni che hanno fatto conoscere le collezioni del Mart all’estero, da Parigi a Canton. Check-up: +

Galleria Civica. Nel 2006 la Galleria Civica si conferma portatrice di un vitalismo culturale diffuso, anche quando spande per la città di Trento semi che non sempre crescono o che – se crescono – generano alberi che non sempre vengono notati. Le inaugurazioni, le performance, gli incontri, tutto questo fervore organizzativo dà luogo a contenuti che risultano talvolta caotici. Non è necessariamente un male, nella nostra provincia troppo spesso inquadrata in fredde attività istituzionali. Ma alcune mostre (“Neverending cinema”, ad esempio) sembrano parti-topolino rispetto alla montagna promozionale che ci sta dietro. Check-up: =

Oriente Occidente. Più che soddisfacente lo stato di salute della danza in Trentino, come dimostrano le circa 15.000 presenze registrate quest’anno nell’ambito di Oriente Occidente. Si tratta comunque di una crescita generalizzata dell’intero settore, di cui il Festival approfitta senza grandi innovazioni nella formula. Peccato che, qualitativamente, le compagnie italiane stentino a reggere il confronto con quelle internazionali. Positiva invece l’apertura verso nuovi scenari, in particolare quello africano, al quale sembra sarà dedicata anche la XXVII edizione. Check-up: =

Indanza. La stagione di danza del Centro S. Chiara ripropone annualmente un accattivante quanto astuto mix di generi, che spaziano dal classico al contemporaneo, passando anche per forme di intrattenimento d’origine popolare (flamenco, tango, etc.). Programma che va sicuramente incontro ai gusti del grande pubblico, ma che risulta un po’ scontato in quanto ad originalità delle proposte. Valga come esempio per tutti, l’intramontabile “Schiaccianoci” natalizio… Check-up: =

Filmfestival della montagna. La direzione artistica di Maurizio Nichetti ha a nostro giudizio portato novità molto positive nell’aria – francamente un po’ scarsa di ossigeno – che si respirava all’interno del vecchio festival della montagna. Con l’edizione 2006, tuttavia, ci sembra di dover registrare un piccolo passo indietro rispetto all’edizione 2005, sinceramente scintillante. Forse è giusto che a un’edizione più libera e creativa se ne alterni un’altra più stretta sui temi montagna-esplorazione-avventura per cui il Festival è nato ed esiste. Il 2006 va valutato come un anno di assestamento, pur all’interno di una buona tendenza generale. Check-up: =

Cinema religioso: Religion Today. Una programmazione concepita all’interno di una sorta di santissima trinità di nazioni monoteiste: Italia, Israele, Iran. Convegni che mettono la chierica in testa al neorealismo italiano e convertono in punto di morte il professore de “Le invasioni barbariche”. Un’organizzazione, più che religiosa, catechistica. Il festival di cinema a tema religioso “Religion Today” sembra essersi ritagliato un suo spazio ben preciso. Uno spazio consacrato. Qualche buon film lo si riesce a vedere, ma in un contesto che allontana, come da una nonna che vuole obbligarti ad andare a messa. Tra i meriti, forse solo quello di far dialogare cineasti iraniani e israeliani e di portare tutti i film a Gerusalemme e a Teheran. Check-up: -

Stagione dell’Orchestra Haydn. I programmi sono interessanti e portati avanti con coerenza. La resa in forma di concerto dell’opera “Adelia” ha favorevolmente impressionato per il buon lavoro dell’orchestra e di Kuhn, un ottimo direttore che ha fatto fare un salto di qualità all’orchestra. Le note dolenti riguardano più che altro alcuni scompensi nel bilanciare capra e cavoli cercando di essere orchestra sia per Bolzano che per Trento... Ma, considerato come il confine fra Alto-Adige e Trentino sembri invalicabile a molte  manifestazioni culturali foraggiate dalla Provincia, la Haydn è un elemento unificatore non solo importante, ma fondamentale. Check-up: +

La sala della Società Filarmonica

Stagione della Società Filarmonica. Anche in questo caso il giudizio non può che essere positivo. Grazie a questa istituzione cittadina si riescono a ascoltare/conoscere stelle di prima grandezza a livello mondiale. La Filarmonica dimostra anche molta attenzione per i musicisti locali. Chiaramente le dimensioni della sala portano ad una fruizione un po’ elitaria della musica ma... guardiamo in faccia alla realtà: se a RTTR dovesse venire in mente di trasmettere i concerti in TV, avrebbe probabilmente degli ascolti infinitamente più bassi di quando presenta quei penosi servizi sullo sport in regione. Aspetti negativi: qualche piccola maleducazione del pubblico (tipo occupare sedie con i cappotti o fare rumore) e soglie di attenzione basse che fanno risultare digeribili al massimo due bis. Aspetti, entrambi, che rendono tributo all’età media (elevata) degli spettatori della sala. Sono tutte cose su cui la Filarmonica, come istituzione, ha poco potere. Check-up: +

Parole chiave:

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.