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Un mattone per il futuro

Gli “Incontri di Dobbiaco” e lo sviluppo dell’ ambientalismo.

E'uscito in tedesco, edito da Oekom, München, un libro che raccoglie le "tesi" degli "Incontri di Dobbiaco". Si intitola "Langsamer, weniger, besser schöner, 15 Jahre Toblacher Gespräche: Bausteine für die Zukunft" (Più piano, meno, meglio, più bello, 15 anni di Incontri di Dobbiaco: mattoni per il futuro).

Hans Glauber

Questi, per chi non lo ricordi o non lo sappia, erano convegni di studio e di confronto su argomenti ecologici. Voluti da Hans Glauber, fondatore dell’Ecoistituto di Bolzano, dal 1985 hanno raccolto ogni anno per alcuni intensi giorni di settembre in Val Pusteria esperti e persone interessate alle questioni dell’ambiente in senso ampio, provenienti dall’area tedesca e italiana, ma in particolare dalle regioni vicine. Si discutevano temi del futuro, allora, soprattutto nei primi anni, del tutto assenti dalle agende della politica. Gli "Incontri" sono stati una pietra miliare nell’evoluzione del sapere ambientalista, o megli,o ecologico, perché la questione ambientale è stata sempre affrontata nella sua complessità, inserita in un mondo reale, dove l’economia ha gran parte, che lo si voglia o no. Vi erano invitati e vi partecipavano anche imprenditori, insieme a professionisti, studiosi di primo piano, e naturalmente a una platea di ecologisti delle città e di montanari consapevoli, "Vom Bauer bis zum Professor", dal contadino al professore.

Fra gli altri, chi scrive ricorda di aver visto sempre, spesso o una volta, e consapevole di dimenticarne moltissimi: Wolfgang Sachs, Jost Krippendorf, Robert Junk, Angelica Zahrnt, Maria Rosa Vittadini, Robert Thaler, Willi Hüsler, Pier Luigi Cervellati, Lucius Burckhardt, Antonio Cederna, Paola Coppola Pignatelli, Daniel Cohn-Bendit, Ernst Ulrich von Weizsäcker, Guglielmo Zambrini, Hartmut Grassl.

Era un’occasione di incontri e scambi anche per chi era impegnato in iniziative transfrontaliere di difesa del territorio, per chi aveva responsabilità di carattere amministrativo o politico e voleva confrontarsi con un pensiero profondamente innovativo. Nelle ore libere, nel corso delle cene comuni, continuavano le conversazioni. Chi scrive ricorda la gioia di una breve gita a San Candido nel 1988 con la professoressa Coppola Pignatelli, architetta, docente all’università di Roma, da cui ha appreso della differenza di genere nel fare architettura.

Hans Glauber, che è il curatore del libro, divide gli argomenti affrontati dagli "Incontri" in tre fasi. La prima ha esaminato, dal 1985 al1991, gli strumenti per una svolta ecologica nei settori più importanti, come il turismo, la mobilità, l’energia, agricoltura, l’economia globale, l’architettura. Nella seconda fase, centrale è stata la questione della direzione da prendere. Con il concetto di "benessere ecologico" venne posta la dimensione culturale di uno sviluppo capace di futuro. Con "lentamente, meno, meglio, più bello" sono state poste le coordinate di un benessere ecologico e delle sue proiezioni in tematiche come salute, lavoro e mobilità. Infine, negli ultimi tre anni, ci è orientati all’attuazione pratica e agli aspetti culturali. Si è trattato di portare degli esempi concreti per dimostrare che la capacità di futuro non è un’illusione, ma viene praticata già con successo. E in questa attuazione, in cui è necessario il consenso, il tema della bellezza gioca un ruolo decisivo.

"Partendo dalla convinzione che la nostra civiltà contemporanea non è capace di futuro, gli "Incontri di Dobbiaco", dal 1985 al 1999, hanno lavorato a un progetto nuovo, capace di dare indicazioni per una futura civiltà, sollevato questioni, proposto soluzioni e mostrato che uno sviluppo sostenibile non solo è necessario, ma anche possibile, e che ciò costituisce un compito affascinante" - scrive Hans Glauber nella presentazione del libro, non a caso intitolata, ispirandosi ad Alexander Langer: più lentamente, meno, meglio, più bello.

Hans, che è un convinto ottimista e attivo sostenitore della necessità di fare tutto il possibile, invece di brontolare o criticare, pone anche a chiarimento delle sue intenzioni una frasetta del pittore Francis Picabia: "La testa è tonda, in modo che il pensiero di tanto in tanto possa cambiare direzione". Lui ha cercato con tranquilla convinzione di suggerire motivi e modi di cambiamento del pensiero.

Il centro culturale "Grand Hotel" di Dobbiaco, sede degli "Incontri"

Ciò non ha mai voluto dire che i "Toblacher Gespräche" siano andati a casaccio. Anzi. Gli argomenti affrontati hanno approfondito componenti e visioni di una nuova modernità, in modo da comporre alla fine un quadro di riflessione e di azione che fonda un nuovo sapere praticabile.

Che il concetto di sviluppo fosse insufficiente a fornire strumenti capaci di affrontare i problemi veri del mondo, era già abbastanza chiaro a metà degli anni Ottanta. Tuttavia pochi hanno saputo individuare con tanta chiarezza nell’ecologia la chiave di svolta di una risposta efficace alla crisi che coinvolge il nord e il sud del mondo e pochi si sono impegnati ad individuare in un confronto fra teoria e prassi strumenti tecnici ed aspetti estetici della sostenibilità. Negli "Incontri" sono state affrontate questioni che oggi sono divenute, in Germania e nel nord Europa, e anche in altri continenti, meno in Italia, obiettivi prioritari dell’attività delle pubbliche amministrazioni e del comportamento delle attività economiche, come il clima e l’energia.

Il tema del clima è stato affrontato all’inizio da Hartmut Grassl e poi portato avanti in tappe successive di grande spessore.

Nel 1989, "Il sole diventa un nemico – la tutela del clima decide il nostro futuro"; nel 1997, "Il cielo non aspetta: la tutela del clima come necessità urgente, l’ingresso nell’era solare come chance"; nel 1999, "Al sole appartiene il futuro: ingresso nell’era solare".

"Oggi ci siamo. - dice orgoglioso Hans Glauber - Ciò che abbiamo preconizzato, la seconda era solare, è in atto". E l’incontro annuale di Dobbiaco, sospeso dal 2000, è ripreso nel 2005, sotto forma di Accademia, che propone corsi per "costruire nell’era solare" e con l’intenzione di rinfrescare il dibattito sull’innovazione ecologica. L’obiettivo è di portare la sostenibilità come questione culturale all’interno dell’Europa unita, come fattore di modernizzazione in una visione di maggiore benessere reale, sia dal punto di vista economico che estetico.

Speriamo presto in una traduzione in italiano, che allarghi la possibilità di leggere un testo piuttosto raro, che rispetto ad altri, fra cui il grande successo del libro (intitolato come il film "Una scomoda verità") di Al Gore, è più profondo e, rispetto ad altri, ha un rapporto denuncia-proposte più favorevole a queste ultime.