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Un museo per Andreas Hofer

Una proposta strampalata ed estemporanea del Capitano Weingarten, in conflitto con se stesso, tra le esigenze dell'elettorato tradizionalista e quelle del voto urbano liberalizzante. Il bicentenario delle battaglie hoferiane si annuncia male.

Gerhand Fritz

S tiamo per costruire un nuovo museo sul Bergisel, cioè sul "monte sacro" degli Schützen, una specie di altare della Patria Nel 2006, la Provincia comperò a suon di milioni l’area dai frati cistercensi del monastero di Wilten. Nell’autunno del 2006, il concorso architettonico. Poi, in primavera di quest’anno, le ordinanze in tema di urbanistica del Consiglio comunale. Bisognava cambiare il piano regolatore, poiché un pezzo di questo territorio non era edificabile: era stato definito "zona di importanza ecologica."

La legge provinciale consente cambiamenti nel piano regolatore solo in casi di pubblico interesse, ma pazienza. Il bello è che ora c’è un terreno edificabile a disposizione, un progetto architettonico, i milioni stanziati nel bilancio preventivo, ma manca qualunque idea su quale tipo di museo dovrebbe sorgere. Un dettaglio?

Un gruppo di esperti chiamati dal Capitano sta dibattendo sul che fare. Si spera che arrivino a delle conclusioni almeno prima delle elezioni del 2008, quando inizieranno i lavori di costruzione.

Il lavoro degli esperti – di storia, museologia e via dicendo – pare sia arduo, poiché da parte del governo provinciale c’è il buio totale. Nessuna indicazione sullo scopo del museo. I bene informati dicono che lo stesso Capitano starebbe dibattendo fra sé e sé, e non è ancora chiaro chi dei due vincerà. Il Capitano presidente dei popolari e candidato alle provinciali, che aveva salvato, nel 2003, la maggioranza assoluta per un pelo, sa che bisogna fare qualcosa per smuovere l’elettorato tradizionalista, rurale, della destra nazionalistica, insomma gli Schützen. Il bicentenario delle battaglie del Bergisel bisogna farlo in grande.

Invece il Capitano intellettuale liberalizzante, che ha paura di perdere voti urbani in libera uscita verso i verdi, sa che con l’ennesima edizione del copione nazional-popolare e con Andreas Hofer, non farà bella figura né sul piano internazionale né nelle città della provincia.

Il museo prima versione – quello delineato in una lettera dell’amministrazione provinciale al dipartimento di urbanistica del municipio – si chiamava Museum der Tiroler Wehrhaftigkeit, insommaMuseo della tradizione liberatoria-guerriera del Tirolo, dall’editto dell’imperatore Massimiliano, il quale aveva stabilito che i tirolesi non dovevano battersi fuori dai sacri confini della patria; una nobile idea ripetutamente smentita negli anni, fino ai tirolesi morti a Stalingrado, che certo non difendevano i sacri confini della patria. Quel titolo troppo militaresco, in seguito, svanisce. Nuovo nome provvisorio: Museo della cultura tradizionale. E che sarebbe?.

Nel 2007, quando il Consiglio comunale doveva votare sulle ordinanze urbanistiche, ecco un nuovo concetto: nel nuovo museo dovrà avvenire "la concentrazione dei monumenti storici dispersi sul luogo della Storia", cioè sul Bergisel, incominciando con la grande pittura panoramica, il "Riesenrundgemälde", sulle battaglie del 1809, ora situato alle periferia nord-est della città, della quale l’attuale proprietario, la banca Raiffeisen, vuol disfarsi, e che dovrebbe diventare il perno del nuovo museo. Questa "concentrazione" dovrebbe inoltre incentivare il turismo. Solo che poi l’apposita perizia sul traffico stabilisce che non serve ingrandire il parcheggio per gli autobus né prendere altre misure in materia di politica del traffico; né sarebbe necessario il nulla-osta sull’impatto ambientale, poiché il numero dei visitatori rimarrà più o meno lo stesso. Allora, se non si prevede una marea di nuovi turisti, perché investire qualcosa come 9 millioni per il nuovo museo?

Mah, lo vuole il Capitano, punto e basta. Ogni principe che si rispetti ha fatto costruire qualche monumento o mausoleo. Perché non costruire una necropoli per Andreas Hofer e gli Schützen? Pazienza se i musei esistenti restano affamati di soldi e non sanno come finanziare l’ordinaria amministrazione. Si pensi che quando il Landesmuseum, il museo provinciale, viene chiamato a fare degli scavi di emergenza in qualche sito archeologico dove si costruisce, mettiamo, una strada o un nuovo centro commerciale, deve cercare degli sponsor. Ma evidentemente c’è Storia e storia. E non tutte le tradizioni sono sacrosante.

Intanto, all’università, gli storici (quelli che nessuno ha consultato in merito al nuovo museo) stanno pubblicando pagine su pagine sulla storia reale, meno eroica, del Sette e Ottocento. Sono in via di pubblicazione le lettere e le ordinanze scritte o dettate dallo stesso Hofer. Le quali, se ancora ce n’era bisogno, provano che l’eroe della libertà, della libertà aveva un concetto un po’ arcaico. Non poteva essere diverso, vista la realtà del Paese a quel tempo, ma con il futuro della Euregio Alpina non ha niente a che fare.

Insomma, avanti con le ruspe e col cemento. E gli Schützen stiano buoni e zitti e votino per il Capitano.