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Referendum, siamo agli sgoccioli

Il referendum abrogativo (di alcuni punti decisivi) della legge elettorale: come può essere una mobilitazione per il sempre auspicato rinnovamento della politica.

Chiara Simocelli

Siamo ormai agli sgoccioli della campagna referendaria che ha preso il via mercoledì 25 aprile e che si propone di raccogliere le 500.000 firme autenticate che permetterebbero di attuare il referendum abrogativo su punti decisivi della legge elettorale vigente.

Referendum che doveva essere, nell’intenzione di molti, uno stimolo, un pungolo per il Parlamento, affinché iniziasse un serio dibattito alla ricerca di una nuova legge che sostituisca l’attuale, definita nei modi più ingloriosi dagli stessi parlamentari che la votarono. Si nota però la fatica, per non dire l’impossibilità, a trovare un accordo sull’argomento a livello parlamentare, accompagnata da una certa reticenza, per cui - soprattutto i partiti più piccoli - cercano di allontanare il momento della decisione vera e propria.

E l’Italia è stanca, veramente, del solito teatrino politico fatto di veti, manfrine, colpi bassi e personalismi.

Stanca di nani che si comportano (e possono comportarsi) da giganti, di partiti autoreferenziali il cui unico interesse è quello di mantenere i privilegi della nomenklatura, di una democrazia malata che favorisce "partiti a soggetto" (in Sicilia si sono presentate 833 liste, a Taranto c’era un candidato ogni 59 elettori).

In Italia sbaglia chi, come Bertinotti, sostiene che il referendum (nel senso di una legge elettorale volta a ridurre il numero di partiti) danneggerà la democrazia. Sono certi partiti che rendono vana la parola democrazia!

In un tale contesto, proprio il referendum pare essere l’unico strumento utilizzabile – pur nella sua evidente incompletezza - per metter mano alla legge elettorale approvata la scorsa legislatura.

La situazione attuale della raccolta firme, benché rallentata nell’ultimo periodo (forse anche grazie al contributo di qualche "piccolo" boicottatore?), è la seguente: le firme raccolte a circa tre settimane dalla chiusura definitiva ed inderogabile della campagna sono circa 420.000 livello nazionale; ciò significa che, per essere davvero sicuri di raggiungere la quota minima necessaria (considerando sicuri imprevisti come firme dubbie e quindi da scartare), se ne dovrebbero raccogliere altre 150 mila.

Serve, insomma, uno sprint finale che impegnerà il comitato promotore in modo totale; raccogliere firme infatti significa anche portarle all’ufficio elettorale di ogni comune e certificarne la validità confrontando le identità dei firmatari con quelle delle rispettive tessere elettorali. Ecco perché, anche se la campagna si chiuderà ufficialmente il 24 luglio, i giochi si interromperanno effettivamente qualche giorno prima, cioè tra una manciata di giorni.

In alcune grandi città italiane si stanno organizzando le "notti bianche" della raccolta firme, durante le quali i tavolini resteranno tutta la notte a disposizione di chi ancora non avesse firmato, in un contesto festoso animato da spettacoli e dibattiti.

E in Trentino?

Le firme certe e certificate sono circa 1.500, con una proiezione che porta alle 4.000 una volta rientrati i moduli distribuiti nei vari comuni ai singoli consiglieri comunali e provinciali, agli uffici elettorali ed ai volontari che hanno organizzato ed organizzano ancora tavolini in piazza.

Per essere realmente in linea con il rapporto popolazione trentina/popolazione italiana, nella nostra provincia dovremmo raggiungere la quota di 5.000 firme, dando così un contributo proporzionato alla nostra dimensione.

Il risultato è quindi stato, finora, appena appena sufficiente. Dopo lo slancio iniziale si è registrato, in tutta Italia, e in Trentino in particolare, un rallentamento nella raccolta, dovuto a una tiepidezza delle macchine di partito, più indirizzate ad accelerare verso il Partito Democratico, lasciando il resto in secondo piano.

Posizione miope, che rischia di portare ancora una volta al gattopardesco "cambiare tutto per non cambiare niente".

Confidiamo che in queste ultime giornate ci sia una mobilitazione per sconfiggere la disillusione e la delusione, e far sì che il Trentino e l’Italia intera, abbiano la possibilità di rinnovare la politica.

* * *

Fino al18 luglio si potrà firmare nel proprio comune presso le segreterie comunali del proprio comune. Per ogni informazione, ci si può rivolgere al Comitato trentino per il referendum:
referendum.tn@gmail.com
0461-984212 (orario: 10-13)