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QT n. 7, 7 aprile 2008 Cover story

Il voto degli immigrati

Due passi per la Trento degli immigrati, dentro e fuori da kebaberie e call center gestiti da nordafricani e pakistani, bastano per farsi un’idea di come le comunità straniere stiano vivendo questo momento di campagna elettorale, fra aspettative, speranze e disillusioni. E a trarre qualche provvisoria conclusione: attento, centrosinistra, perchè...

Il quartiere di S. Martino ha visto, negli ultimi anni, spuntare numerosi negozi gestiti da immigrati: Hammadi Harzalli, gestore della kebaberia Al-Atir in via Brennero, è in Trentino da ben 22 anni e la sua opinione sulla politica italiana è particolarmente dura. "Che cosa hanno fatto – dice – centrodestra e centrosinistra per i poveracci? I politici italiani non rispettano la parola data: quello che dicono la sera lo cancellano la mattina".

Hammadi Harzalli, tunisino, gestore della kebaberia Al-Atir in via Brennero.

Tunisino d’origine, spiega che ha vissuto anche in Francia e Germania e che lì "sono più precisi, puntuali". Parla di precarietà e di crisi economica, alla quale né Prodi né Berlusconi hanno saputo fare fronte: "Italiani e stranieri sono uguali: quando l’italiano sta bene, anche l’immigrato sta bene. Se invece l’italiano sta male, l’immigrato sta anche peggio".

Hammadi non ha la cittadinanza, ma se gli si chiede chi voterebbe, dopo qualche esitazione, argomenta: "Berlusconi ha aiutato i pensionati e le famiglie con figli. Prodi invece ha esagerato con i controlli della finanza verso i piccoli imprenditori. Da noi ha spedito addirittura due finanzieri, mentre i grandi centri commerciali possono continuare a non fare scontrini".

E Veltroni? "Peggio di Prodi. Io mi auguro che vinca Berlusconi, che ha le tasche piene e dà speranza ai commercianti e agli operai".

Anche sua moglie, Gloria Bassetti, italiana e con diritto di voto che lavora con lui in negozio, spiega che "Prodi ha fatto un macello". Vorrebbe un governo composto da giovani studenti e non da politici di professione, ma dice che se andrà a votare sceglierà Berlusconi: "Almeno lui è un imprenditore...".

Ad ascoltare il nostro dialogo c’è un giovane siciliano, Francesco, che tra una partita e l’altra al videopoker del locale, spiega: "Da quando è salito Prodi al governo, l’Italia è andata giù. Nel 2004 con la busta paga riuscivi ad arrivare a fine mese, mentre ora è davvero difficile". Anche lui è un immigrato: è arrivato in Trentino quattro anni fa con tutta la famiglia per lavorare nei cantieri edili. E anche lui ha diritto di voto.

Abbas Waseem (nella foto in alto) invece non può votare: giunto sei anni fa in Trentino dal Pakistan, è il gestore del call-center e negozio di alimentari "Pak Food" in via Malvasia. Capello lungo, auricolare bluetooth, italiano fluente, con grazia sottolinea come gli immigrati paghino le tasse in Italia e che dunque avrebbero diritto a votare, almeno alle amministrative. Una voglia di partecipazione, la sua, comune a molti immigrati e negata dal centrosinistra, che nei comuni trentini dove governa – nonostante gli impegni presi – non si è mai battuto per dare il diritto di voto agli stranieri residenti. E allo stesso modo la proposta Amato di ridurre il tempo di attesa da 10 a 5 per l’ottenimento della cittadinanza è rimasta lettera morta, così come la revisione della legge Bossi-Fini promessa da Prodi.

Il signor Bashir, pakistano, gestore del negozio "Bashir Food" di via S. Martino, è da 18 anni in Trentino e segue con interesse la politica italiana. Anche secondo lui "sarebbe giusto che gli immigrati potessero votare", mentre per il signor Afzal, pakistano, gestore del poco distante "Chaudri Food", il problema principale per gli immigrati sono le difficoltà ad ottenere un permesso di soggiorno. Ma se potesse votare, dice, sarebbe molto felice di farlo.

Insomma, tra gli immigrati c’è voglia di partecipazione, interesse ma anche giudizi severi sulla politica italiana, insieme a molta frustrazione per leggi ingiuste, che rendono la vita difficile. E un orientamento politico nient’affatto scontato: il luogo comune secondo il quale gli immigrati avrebbero più propensione a votare per una sinistra che sarebbe più sensibile ai loro diritti va rimesso seriamente in discussione.

Non è facile trovare immigrati che, avendo ottenuto la cittadinanza, hanno diritto di voto. Il motivo è semplice: i tempi sono lunghissimi, dal momento che ai 10 anni di residenza necessari si aggiungono dai due ai quattro anni per ottenere una risposta. Ma soprattutto, proprio perché è così difficile ottenerla, la cittadinanza non è fra le prime priorità degli stranieri che giungono da noi.

Eppure l’immigrazione in Trentino ha ormai quasi 25 anni di storia e qualcuno, nel frattempo, è anche diventato italiano: si tratta in particolare dei mediorientali, i primi ad arrivare in Italia negli anni ’80.

Aboulkheir Breigheche è tra questi: medico di origine siriana, presidente della comunità islamica del Trentino Alto Adige, è personaggio pubblico ben noto. "Discutiamo spesso di politica nei nostri incontri – racconta – e si parla della confusione nella politica italiana e di quello che destra e sinistra hanno fatto per gli immigrati. I più interessati, naturalmente, sono coloro che hanno la cittadinanza".

Ma qual è il giudizio che danno gli immigrati delle forze in campo in questa campagna elettorale?

"E’ un giudizio piuttosto severo, anche nei confronti del centrosinistra, che aveva promesso almeno il voto alle amministrative ma che non ha mantenuto quanto detto e non ha accorciato il termine per l’ottenimento della cittadinanza. Si poteva fare di più".

Qual è l’orientamento maggioritario tra i membri della comunità islamica che possono votare?

"In generale si guarda con più fiducia al centrosinistra per l’atteggiamento d’apertura verso gli immigrati regolari, mentre non si può accettare la politica di un partito come la Lega, apertamente razzista".

Ma, anche qui, niente è scontato: "Ci sono per esempio i piccoli imprenditori immigrati che guardano con interesse all’esperienza di Berlusconi, imprenditore di successo che ha dato vita alla prima forza politica del Paese".

E poi, molti nuovi cittadini italiani vedono con favore chi ha tra le proprie parole d’ordine la protezione della famiglia, basata sull’unione tra uomo e donna. Chi l’avrebbe mai detto? Lo charme del cattolico Casini seduce anche gli immigrati islamici. Lo ammette lo stesso Breigeche che, a domanda secca sul suo voto risponde: "Non mi esprimo, ma apprezzo molto la politica del centro."

Anche Hussein Fatih, dell’associazione Atlas, originario del Marocco, è attratto dal messaggio politico del leader Udc: "Sto ancora valutando, – dice – ma Casini mi convince molto, il suo discorso lo sento vicino, anche se sugli immigrati ha alcune idee simili a quelle della Lega".

Già, non è una cosa da poco: come si concilia il voto al centro con la propria identità migrante? "La loro ferita – spiega Hussein, da 15 anni in Trentino – è anche la nostra: anche noi non vogliamo immigrati che spacciano, siamo qui per lavorare."

Duro il bilancio del centrosinistra al governo: "Non hanno fatto niente per gli immigrati, non hanno abolito la legge Bossi-Fini – spiega il lavoratore di origini marocchine – e ci vuole ancora un anno per avere un permesso di soggiorno. Per il rinnovo bisogna pagare 70 euro a testa, ma una famiglia di quattro persone come può fare?"

Hussein Fathi, che ha lavorato con la Croce rossa e negli stabilimenti della Trentofrutta, conferma anche che molti immigrati, se non ci fosse la Lega con il suo "no alle moschee", voterebbero volentieri Berlusconi, il quale ha aperto timidamente al voto alle amministrative per i migranti; idea avanzata da Fini già tempo fa.

Ismail Namani, di origini algerine, membro del direttivo Cgil e operaio alla Trentingrana, è da 18 anni in Trentino e ha la cittadinanza. Voterà a sinistra, ma con riserva: "La sinistra garantisce più integrazione e credo che la maggioranza di quelli che conosco voterà per Veltroni. Se ci fosse solo Berlusconi nel centrodestra magari si potrebbe anche discuterne, ma con la Lega e gli ex fascisti c’è poco da stare allegri."

Quello che non gli va giù è la litigiosità della politica italiana: "Mi piacerebbe vedere in Italia – dice – una grande coalizione come in Germania, che governasse per i prossimi cinque o dieci anni".

La sua richiesta a chi vincerà le elezioni: una legge sull’immigrazione onesta. "E’ giusto che colui che sbaglia paghi, ma quale peccato ha fatto un bambino di immigrati nato in Italia che giunto ai 18 anni viene espulso perché non ha lavoro? Di che peccato si è macchiato l’immigrato che dopo 20 anni di lavoro in Italia viene espulso perché la sua impresa chiude?"

E poi c’è chi, anche tra gli immigrati, raggiunta una certa agiatezza, risolti i problemi quotidiani, guarda agli altri stranieri che vivono le sue stesse difficoltà con poca comprensione. Gente che "sugli immigrati la pensa come la destra", dice Namani.

"E’ un controsenso. - conferma Breigeche - E’ sbagliato da parte di chi ha vissuto da straniero essere contrario alla presenza degli immigrati; chi ha vissuto difficoltà deve capire quelle degli altri e dare una mano".

Assou Elbarji, marocchino, coordinatore immigrati della Cgil.

Così, come spiega Assou Elbarji, coordinatore immigrati della Cgil, "alcuni si dimenticano della fase più dura della loro vita e assumono una posizione di destra".

Ma il sindacalista di origini marocchine, che non può votare nonostante sia dal ’91 in Trentino, resta ottimista: "Gli immigrati coscienti dei vari orientamenti politici non voteranno Berlusconi, alleato della Lega Nord".

I pareri degli immigrati raccolti in questo articolo indicano quanto essi, con o senza cittadinanza, siano attenti alla politica italiana. In particolare il loro interesse è indirizzato verso ciò che influisce direttamente sulle loro vite, come i decreti flussi o le modalità di ottenimento del permesso di soggiorno e di ricongiungimento.

E in questo campo il giudizio verso l’esperienza del governo Prodi è severa, anche da parte di chi comunque sceglierà il centrosinistra.

La legger Bossi-Fini è rimasta; i Centri di permanenza temporanea (Cpt) non sono scomparsi né sono stati "umanizzati" (ammesso che questo sia possibile); per ottenere la cittadinanza ci vogliono ancora dieci anni di residenza e il voto alle amministrative oggi lo propongono Berlusconi, Casini e Fini. Non c’è dunque da stupirsi se l’appeal del centro-centrodestra tra gli immigrati è cresciuto.

Il tema dei diritti sociali e politici dei migranti pare invece essere assente nei programmi del centrosinistra, anche trentino.

Peccato, se si pensa che soltanto nel 2007 in Trentino la cittadinanza è stata concessa a 467 persone. Tutte persone che il 13-14 aprile forse andranno a votare.

Immigrati italiani

Gli immigrati in Trentino che hanno ottenuto la cittadinanza italiana sono stati:
- nel 2002: 567
- nel 2003: 263
- nel 2004: 81
- nel 2005: 161
- nel 2006: 113
Nel 2007 sono state concesse 467 nuove cittadinanze italiane, di cui 345 per matrimonio con cittadino italiano e 122 per residenza legale. Dal 2002 al 2007 gli immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza in Trentino sono dunque stati in totale 1.652.

Per questi dati ringraziamo Anna Grazia Giannuzzi, Viceprefetto Aggiunto del Commissariato del Governo di Trento.