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Porfido: retate solo per i pesci piccoli

Dignità - Comitato in solidarietà con i lavoratori del Porfido licenziati

Interveniamo in merito alle denunce per lavoro nero ed irregolarità rispetto alla legge sull’immigrazione dopo i controlli nelle cave di porfido da parte dei carabinieri di Cavalese. Teniamo anzitutto a precisare che da alcuni anni, proprio con l’approssimarsi della sospensione invernale dell’attività, si susseguono i controlli nelle cave. Sembra ripetersi quanto accade nel Sud, dove, alla fine della stagione di raccolta dei pomodori, iniziano le “retate” delle forze dell’ordine contro i clandestini, fino a quel momento tollerati in quanto necessari agli interessi dei latifondisti. Spesso in questo modo chi controlla il lavoro nero riesce anche a risparmiare le retribuzioni pattuite.

Anche nel settore del porfido si approfitta ampiamente degli immigrati: negli ultimi due anni, in particolare, molti di loro sono stati licenziati e l’unica alternativa loro offerta (pena la perdita dell’abitazione e del sostentamento della famiglia) è stata l’accettazione del lavoro nero.

Riteniamo doveroso denunciare le mezze verità confezionate per scaricare su questi lavoratori responsabilità che stanno molto più in alto e in primo luogo nelle grandi imprese che controllano il settore.

Da dieci anni le aziende concessionarie dei lotti cava hanno operato scelte tese a esternalizzare i segmenti più problematici della produzione (cubetti, cernita), mantenendo però il controllo dei lotti estrattivi e della commercializzazione. Questo processo, nel momento in cui il settore viene investito dai contraccolpi della crisi, costituisce terreno fertile per un’ulteriore degenerazione. Se però ci sono pseudo-artigiani e lavoratori in nero, essi non operano all’esterno del sistema produttivo, ma vi sono perfettamente integrati. Nessuno può accedere all’approvvigionamento di materiale grezzo se non passando attraverso i concessionari dei lotti cava, così come ben pochi possono immettersi sul mercato, se non sono inseriti nella filiera produttiva delle stesse aziende concessionarie. Quindi, anche nel caso delle irregolarità doverosamente denunciate, è necessario chiamare a rispondere le aziende-madri e non criminalizzare coloro ai quali non viene offerta alcuna alternativa se non il lavoro nero.

Dignità - Comitato in solidarietà con i lavoratori del Porfido licenziati
Dinjitet - Solidariteti per puntoret e pushuar nga puna

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