Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Una critica ingiusta

Come direttore artistico e membro della giuria critica del Festival CinemaZERO09, mi pare di dover replicare a quanto scritto da Ettore Paris in un recente numero di QT. Non si tratta, per quanto mi riguarda, di entrare nel merito di una critica che mi sembra pretestuosa e ottusamente ideologica, ma di ribattere ad alcune palesi inesattezze sulle quali questa critica si è fondata.

“Cani morti”, di Gigi Giustiniani, il film premiato al Festival CinemaZero

La più grossolana di queste inesattezze è una citazione, per altro virgolettata, del tutto inventata (o quantomeno pesantemente travisata) da Paris: si sostiene che da parte della giuria critica del Festival si sarebbe apprezzata la “coraggiosa scelta di sporcare fino all’incomprensibile l’audio dei dialoghi”. Ebbene, nella motivazione ufficiale con cui è stato premiato il lavoro di Gigi Giustiniani non si fa alcun riferimento all’audio dei dialoghi (si veda http://www.festivalcinemazero.it/OpereVincitrici.html) e durante la serata di premiazione si è semplicemente fatto presente, dopo che l’autore si era scusato per l’assenza dei sottotitoli nella copia proiettata, che ad alcuni membri della giuria non era dispiaciuto che nell’audio di “Cani morti” spesso le parole dei protagonisti finissero in secondo piano rispetto ai rumori di Milano (cosa chiaramente ben diversa dal dire che si è premiato l’autore per aver sporcato fino all’incomprensibile l’audio dei dialoghi). Se questa considerazione, per altro non condivisa dall’intera giuria e comunque ininfluente sulla decisione di premiare il corto di Giustiniani, sia fantozziana o meno, lo lascio alla discrezione di ciascuno.

Quanto allo “sconfortante esito” della valutazione della giuria critica del Festival, va detto, per ristabilire un livello minimo di onestà intellettuale in questa discussione, che la giuria critica ha assegnato il proprio premio due giorni prima di quando è stato assegnato il premio del pubblico, elemento che evidentemente dimostra come le scelte opposte delle due giurie siano dovute ad assoluta casualità, o meglio, a una sana, necessaria differenza fra le modalità di valutazione delle due giurie (o forse Paris ci ritiene tanto “fenomenali” da avere previsto, con sensazionale precisione, la classifica del pubblico per poterla poi snobisticamente ribaltare?).

In fine, quello che Paris sembra non comprendere, e che di conseguenza non dice, è che il Festival CinemaZERO ha un preciso indirizzo, legato alla produzione artistica a costo zero: questo significa che laddove al pubblico si chiede di esprimere la propria preferenza per una delle opere in concorso, cioè, molto semplicemente, quale sia il corto che piace di più, alla giuria critica si richiede di valutare le opere alla luce di un’ampia gamma di parametri, legati all’indirizzo del festival e alla necessità di individuare l’autore che meglio degli altri ha messo a frutto le ricchezze e i limiti di questo particolare modo di fare cinema e arte. D’altra parte, se così non fosse, se non ci fosse una differenza esplicita fra le modalità di valutazione delle due giurie, mi chiedo a cosa servirebbe assegnare due premi differenti. Insomma, il giorno in cui dovessimo trovarci a chiedere alla giuria critica, come scrive Paris, di dare “un giudizio allineato a quello di questo bel pubblico”, sarà il giorno in cui decideremo di assegnare un solo premio, perché darne due sarà diventato evidentemente superfluo.

***

In qualità di membro di quella stessa giuria, aggiungo alle considerazioni di Guido Laino, che condivido pienamente, una piccola nota teorica. Due parole, quindi, sulla questione dei sottotitoli.

La pratica di sottotitolare l’audio “sporco” di riprese fatte con piccole videocamere si è imposta in ambito televisivo e in anni recenti. Tra i primi a farlo, la trasmissione “Le Iene”. La volontà è quella di correggere una realtà che non appare sufficientemente chiara, di aiutare il telespettatore per consentirgli di non fare troppi sforzi nella decifrazione del messaggio audiovisivo. Finisce quindi spesso per essere sottotitolato chi non parla con la dizione standard che pretende la televisione oppure, con una punta di razzismo inconscio, chi non parla abbastanza bene l’italiano.

Nella realtà, non tutto si riesce a percepire. Non tutto arriva all’orecchio, come non tutto arriva al microfono. Seguire, come fa Giustiniani, un gruppo di senzatetto vuol dire immergersi in una contesto difficile. Lo spettatore, perché l’esperienza sia vera, deve sentirsi perso. Per questo, come giurato, ho apprezzato la mancanza di sottotitoli: perché è una scelta anti-televisiva e perché riproduce il caos senza bisogno di aggiungere delle lettere che cerchino vanamente di risolverlo.

Alberto Brodesco

***

Una premessa e una precisazione. Confermo anzitutto l’apprezzamento per il lavoro culturale dell’associazione Il funambolo, e in particolare per il Festival Cinema Zero, prezioso come ispirazione e ottimamente organizzato. Detto questo, va precisato come nella mia breve nota non si parlasse di motivazioni scritte della giuria, ma di un commento a voce del presentatore (lo stesso Laino) all’atto della premiazione del vincitore, in cui si rivelava la valutazione positiva della giuria per l’audio incomprensibile (cassato invece dal pubblico, che proprio per l’incomprensibilità metteva ‘Cani morti’ agli ultimi posti). Comunque la si rigiri, rimane il granchio della giuria: aver considerato come pregevole scelta artistica (l’audio scadente) quello che è risultato un banale errore logistico (l’invio al Festival di una copia sbagliata).

C’è poi il sempiterno tema delle divaricazioni di giudizio tra pubblico e critica e del significato delle doppie giurie; su cui il dibattito è sempre positivo ed è bene rimanga aperto.

e. p.

Articoli attinenti

In altri numeri:
Il Festival di regia teatrale “Fantasio Piccoli”

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.