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Autismo: la mia esperienza

Karine Frisinghelli

Mi sembra giusto ora, dopo l’la nostra storia su QT n. 2/2010, ha riportato nel suo articolo i fatti come sono avvenuti con assoluta esattezza, senza enfatizzare o fare leva sull’emotività dei lettori.

So di avere dato alla luce un bambino sano, dopo una gravidanza assolutamente nella norma, e che questo bambino, pur avendo iniziato a dire le prime paroline come tutti all’età prevista, le ha improvvisamente perse, e per i 3 anni successivi (dai 2 anni ai 5) non ha più parlato.

L’unica coincidenza che ho notato è che la scomparsa del linguaggio è avvenuta pochi giorni dopo essere stato sottoposto alla vaccinazione MPR. È una constatazione mia. Ma è innegabile la coincidenza. Se il dott. Fateh Moghadam si svegliasse un giorno - a seguito di assunzione di un nuovo farmaco - e scoprisse di non riuscire più a comunicare, di non poter più esercitare la sua professione, di avere davanti a sé la “sua” vita (non quella di un paziente) segnata da handicap, accetterebbe davvero con rassegnazione una diagnosi di autismo “fatalmente incorso” o indagarebbe qualunque possibile concausa tra l’assunzione del farmaco e la perdita delle sue facoltà, indipendentemente dalle rassicurazioni della letteratura scientifica?

La mia priorità dopo una diagnosi di autismo per mio figlio (voglio ricordare che uno dei sintomi più evidenti della patologia dell’autismo è l’assenza di linguaggio), è stata di trovare una soluzione, ovvero una cura, che potesse potare a dei miglioramenti nella speranza di una guarigione. Questo credo che dovrebbe essere l’obiettivo di qualsiasi medico: curare per far guarire. Almeno così credevo, e avevo davvero grande fiducia nella medicina ufficiale.

Il fatto è che non ho trovato nel sistema sanitario di base italiano una risposta soddisfacente. Siamo stati quindi costretti a rivolgerci ad un centro effettivamente “privato” sul territorio italiano, il cui costo ci viene solo di recente rimborsato all’80% dalla nostra Provincia. C’è da dire che la maggioranza delle Regioni italiane accordano questo tipo di rimborso, alcune da diversi anni: questo farebbe pensare che forse non siamo gli unici a credere in questo tipo di terapia...

Questo centro, apparentemente sconosciuto ai medici della nostra azienda sanitaria di riferimento, ci ha permesso di scoprire un’intossicazione da metalli pesanti, tra i quali principalmente il mercurio, con un livello di tossicità complessiva altissimo.

Mi chiedo perché la Sanità in Italia non sia più aperta a nuove possibilità che offrono risultati concreti (e il mio esempio ne è la prova vivente), non offra questo tipo di formazione ai propri medici, così da creare altri centri pubblici su tutto il territorio italiano con medici competenti e “ufficialmente riconosciuti” così da togliere qualunque dubbio di legalità e conflitto di interesse. Ma io non ho tempo per aspettare che questo accada.

Sapete che l’unica terapia proposta oggi ai genitori di bambini con diagnosi di autismo consiste in 45 minuti di psicomotricità alla settimana? A fronte di una patologia così grave e invalidante, sarebbe già difficile ottenere buoni risultati anche con un lavoro quotidiano: figuriamoci cosa si può fare in 45 minuti alla settimana, anche con tutta la buona volontà e la competenza degli operatori che vi si dedicano davvero con passione.

E intanto il tempo passa.

Io vivo dal 2007 una situazione reale, concreta e quotidiana, con mio figlio intossicato da metalli pesanti, che improvvisamente e per 3 anni è stato incapace di parlare. Questo è un fatto. Ho tentato la via della psicomotricità, ma non dava alcun risultato apparente apprezzabile. Dopo 2 anni di trattamento “naturale”, personalizzato, mio figlio ha di nuovo ripreso a parlare. Questo è un altro fatto. Abbiamo scelto di eseguire anche la chelazione, per aiutarlo ulteriormente ad eliminare completamente il mercurio, ed è andato tutto benissimo senza nessun effetto secondario.

Oggi mio figlio ha 7 anni e parla.

A voi giudicare.

Karine Frisinghelli, la mamma felice di Charles

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