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Scaramouche

di Luciano Nattino, con Massimo Barbero, Patrizia Camatel, Fabio Fassio, Chiara Magliano. Musiche di Paolo Conte. Regia di Luciano Nattino.

È molto ampio il ventaglio di proposte teatrali presentate a Trento, dall’underground dei circoli culturali come il Wallenda alla stagione tradizionale del Santa Chiara. Tra esse, in posizione particolare si situa, al teatro Cuminetti, la stagione TrentOOltre gestita in sinergia dal Centro Santa Chiara e dalla scuola di teatro Teatri Possibili. Una proposta, ci dice il direttore artistico Andrea Brunello, “alternativa alla grande stagione di prosa, che unisce alla qualità dell’offerta culturale anche la volontà di cercare nuovi linguaggi teatrali. L’attenzione è data ai vari generi del teatro: i grandi classici rivisti però con l’occhio moderno dei giovani registi, la nuova drammaturgia contemporanea, il teatro civile. Sono spettacoli innovativi ma di grande valore artistico, spettacoli che fanno da ponte fra la tradizione e il futuro del teatro”. Dal punto di vista del pubblico il successo è stato indubbio: sala spesso esaurita, pubblico giovane e in genere soddisfatto quando non entusiasta. A riprova che il teatro innovativo ha davvero un pubblico e una funzione.

Detto questo, aggiungiamo che ci sembra esagerato parlare di “grande valore artistico” delle proposte. Abbiamo visto tentativi immaginifici e coraggiosi di superare la verbosità (per chi scrive insopportabile) del teatro classico, ma solo in parte riusciti, come nell’Otello di Claudio Autelli; meritorie riproposizioni di un odioso male sociale, la violenza domestica, positivamente didascaliche, ma al contempo fragili in tante scelte narrative, come in Viola di Pettoruso-Corradini; una Locandiera di Corrado D’Elia molto piacevole e per converso un Galileo di Riccardo Bellandi con troppi limiti nella frettolosa recitazione; un Misantropo della Compagnia Gank impeccabile, anche se poco innovativo.

Insomma, TrentOOltre ha dimostrato che si può fare teatro con pochi mezzi, attirare il pubblico e soprattutto i giovani. Ha dato vita a una pregevole stagione complementare a quella ufficiale di prosa. Non chiediamo altri meriti, sarebbe ingeneroso.

Intanto, siamo in attesa dei due ultimi appuntamenti: il primo è Working class zero della Compagnia degli equilibristi, ma soprattutto con una Roberta Mandelli già vista due stagioni fa al Cuminetti in un inguardabile Un po’ dopo il piombo, esempio di come si possa banalizzare una stagione dolorosa e complessa come quella del terrorismo degli anni ‘70. Vedremo se qui saprà fare di meglio sul tema centrale dello spettacolo, lavoro e precariato. Il secondo e ultimo è Scaramouche del 1983, ripreso con un riadattamento del 2007 da Casa degli Alfieri, Teatro degli Acerbi e Asti Teatro, con le musiche originali di Paolo Conte. (R. M.)

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