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QT n. 9, ottobre 2010 Monitor

La festa per i 30 anni di QT

Parliamo un po’ di noi

“Ti scandalizzerai - diceva il palato fino all’amico ristoratore - ma dove ultimamente ho mangiato bene, è stato alla Festa di Questotrentino”. Questo inusitato complimento (alle feste popolari si sa, sulla qualità del cibo bisogna sapersi accontentare) non è affatto isolato. Anzi. Possiamo dire, dai commenti a caldo e soprattutto da quelli dei giorni successivi, che a tutti sia praticamente piaciuto tutto. Insomma, un piccolo miracolo.

I gruppi musicali, i lavori teatrali, il cibo, i vini, la localizzazione, le battute di Bergonzoni... hanno avuto commenti solo positivi, quando non entusiastici.

Com’è possibile? È successo che, un po’ per merito, un po’ per fortuna, abbiamo indovinato la formula, il mix di ingredienti, per cui la gente si è trovata a proprio agio, ha potuto passare alcune ore in allegria coniugando socialità, divertimento e un pizzico di impegno culturale e civico.

Abbiamo iniziato venerdì 10 con il convegno a Sociologia “Il diritto di essere informati, la responsabilità di informare” sui trent’anni di QT, inquadrato all’interno della tradizione storica della stampa trentina e del fenomeno nazionale della stampa autogestita. Pubblico, se vogliamo, non numeroso, 35-40 persone, ma attento e partecipe, e un dibattito che riusciva ad essere coinvolgente. Il punto più intenso si raggiungeva con l’intervento di Antonella Beccaria della Voce della Campania: quando il giornalismo libero rasenta l’eroismo, delle persone che mettono in gioco tutto di se stesse, per portare un segnale di resistenza civica in una terra di frontiera.

Il giorno dopo al Parco Santa Chiara. Al mattino le letture di articoli di QT, scelti tra i più significativi: è risultato il momento più faticoso, da ricalibrare se dovessimo ripetere l’esperienza. Affidata a varie associazioni, la lettura e commento degli articoli non si dipanava con la necessaria agilità, il pubblico era esiguo e l’insieme dell’appuntamento non valorizzava come avrebbe meritato, la passione civile degli interventi delle realtà associative; in compenso tutti potevano apprezzare i sontuosi vini, i preziosi pani, affettati, formaggi, offerti come aperitivo dalla ditta Pojer e Sandri e da alcuni artigiani dell’agroalimentare di Faedo.

Al pomeriggio l’affluenza iniziava finalmente ad essere consistente, in un crescendo sempre più significativo. Sul palco si alternavano i gruppi musicali (Mundo Afora, Trio Bet, Moebius) con proposte diversificate che trovavano tutte un loro pubblico partecipe; e gli spettacoli teatrali. “Magnificat” di Ila Colovan, su un prossimo futuro di repressione delle non conformi inclinazioni sessuali, risultava allo stesso tempo angosciante e struggente: le note della musica di fondo chiudevano la scena su un pubblico commosso. Poi “Lo scandalo delle 3 Torri” di cui chi scrive, essendone anche l’autore, si asterrà dal fornire giudizi: su una tormentata vicenda politico-giudiziaria che negli anni ‘80 aveva contrapposto, sulle colonne del giornale e nelle aule del Tribunale, Questotrentino al Presidente della Giunta Provinciale Flavio Mengoni e al Procuratore della Repubblica Francesco Simeoni, era apprezzato perché, grazie alla messa in scena della compagnia Estroteatro, riusciva a ricreare e far conoscere un pezzo di storia e un clima culturale e politico di cui si è in gran parte cancellata la memoria.

Infine quello che sui quotidiani era apparso il “caso” legato alla festa: la pièce teatrale “Il Trentino e il Principe” su Lorenzo Dellai, che non poteva andare in scena in quanto non si era riusciti a trovare attori disposti a interpretarlo (nonostante che, va detto, fossero a conoscenza della sponsorizzazione concessa alla manifestazione proprio dallo stesso Presidente della Provincia). Durante il pomeriggio vari convenuti ci spronavano a non arrenderci di fronte a questa penosa evenienza, e alcuni si dichiaravano disposti a metterci loro la propria faccia, leggendo il testo (che veniva peraltro distribuito al pubblico sotto forma di un agile libretto). Così un’attrice professionista e tre volonterosi semi-dilettanti davano vita a una improvvisata ma vivace lettura delle ultime pagine della pièce: un piccolo spettacolo, una prova di indipendenza e di orgoglio su cui riflettere.

Infine, dopo la presentazione del romanzo di Tersite Rossi “È già sera, tutto è finito”, l’evento di maggior richiamo: l’intervento di Alessandro Bergonzoni. A quel punto lo spazio della Festa era colmo: e gli spettatori, oltre alle poltroncine sotto il palco, gremivano le gradinate verso il parco, si accomodavano sulle panche trasportate dalla zona ristoro, e ancora molti dovevano stare in piedi. I continui momenti di ilarità collettiva, gli applausi a scena aperta, che con la sua trascinante affabulazione sapeva suscitare il comico bolognese, chiudevano alla grande la giornata.