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QT n. 3, marzo 2011 Trentagiorni

Idee e teatrino

Silvano Grisenti

“Il ritorno di Grisenti”. “Grisenti: ‘Ora serve la Valdastico’”; così titolavano, fin dalla prima pagina Adige e Trentino il 13 febbraio (molto più contenuto invece, ed aderente al tema, il Corriere). In realtà si era discusso di tutt’altro. Era stata l’associazione Nuovevie (ex democristiani dell’antica ala kessleriana, delusi, o emarginati secondo le male lingue, dal pragmatismo dellaiano) a dar vita al dibattito. “Trentino: il futuro è Metroland?” il titolo, con i relatori che - correttamente ed intelligentemente - inserivano il futuribile progetto dellaiano della super-metropolitana provinciale in un più complessivo discorso di quale urbanistica, ma più in generale quale Trentino si vuole, quale rapporto città/valli.

Così, partendo dai presupposti del kessleriano Piano Urbanistico Provinciale del ‘68, Pietro Nervi, uno dei suoi estensori, illustrava il modello di fondo del Trentino secondo il disegno di Kessler, la “campagna urbanizzata” contrapposto a quello, Trento-centrico, della “città regione”; con Metroland invece, e le comunicazioni tutte impostate su una convergenza quasi obbligata verso il capoluogo, si tornerebbe alla città regione.

Poi Vanni Ceola, presidente di Trentino Trasporti, attaccava dal punto di vista tecnico, ma frontalmente, il progetto dellaiano, che oltre ai costi spropositati non servirebbe ai valligiani nei loro spostamenti (che all’85% sono interni alla valle); ma neanche quando convergono a Trento (spostarsi dal paese al capoluogo di vallata in macchina per poi prendere il treno, non è concorrenziale con un unico viaggio in macchina); e nemmeno ai turisti, che si troverebbero tutto il tempo intubati in galleria. Altra cosa invece, secondo Ceola, una metropolitana di superficie, con vagoni panoramici, che toccherebbe i vari centri, come quella del progetto Transdolomites (vedi La ferrovia del Paradiso su QT di dicembre 2010).

Dopo questa demolizione, accurata e convincente, l’assessore Alberto Pacher abbozzava: “Metroland è un progetto che bisogna riprendere in mano...” E se non ci crede neanche lui, che Dellai lo seguirebbe anche all’inferno...

Dopodiché Grisenti: “I trasporti sono una cosa troppo seria per essere lasciati in balia del futuribile, basta parlare di metropolitane, parliamo di strade! E innanzitutto di Valdastico”. L’uomo, che ci volete fare, ha la fissa dell’asfalto; ma ha ancora dei supporter, che presenti in sala lo acclamavano.

E così il giorno dopo i quotidiani sintetizzavano il dibattito “Il ritorno di Grisenti”. Basta che poi non si lamentino del teatrino della politica.