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QT n. 4, aprile 2011 Trentagiorni

Hanno deciso

Un’altra puntata nella telenovela dell’inceneritore.

Eravamo rimasti (“Inceneritore: avanti a testa bassa”, vedi QT di gennaio) al bando andato deserto, in quanto risulta inesistente il ritorno economico.

Il fatto è che la raccolta differenziata è troppo alta - checchè ne dicano gli inceneritoristi convinti a iniziare da Dellai, differenziata e inceneritore sono incompatibili - e il residuo da bruciare è troppo poco per riuscire ad alimentare il macchinone, il quale, tra i tanti difetti, ha anche quello di dover funzionare sempre (troppo lunghi sarebbero i tempi di spegnimento\riaccensione) e a pieno regime (le temperature devono mantenersi alte). Invece, con i risultati attuali della raccolta differenziata, rimarrebbero 70.000 tonnellate all’anno di residuo da bruciare, a fronte di un impianto da 103.000 tonnellate, già troppo piccolo per essere pienamente economico.

Di qui la necessità di rivedere i termini, ma anche la difficoltà: come si fa? Si diminuisce la differenziata? Non si può. Si alzano le tariffe? Non è una soluzione popolare. Si abbassano le prescrizioni in termini di sicurezza? Non scherziamo. Insomma, non si sa bene che pesci pigliare.

Hanno approfittato dell’impasse i contrari alla struttura (al Comune di Trento il centrodestra più Verdi e Leali): e così il 22 marzo, nella commissione ambiente c’è stata un’audizione di soggetti che hanno presentato tecnologie alternative (e più pulite).

Apriti cielo!

La maggioranza - inceneritorista, perché tale è Dellai e allora il centrosinistra comunque lo segue - si è risentita; anche perché a presiedere la commissione c’è Maestranzi dei Leali, che dovrebbe essere anche lui del centrosinistra, e certe cose non si fanno!

Con quali motivazioni? “Abbiamo già deciso. La scelta dell’inceneritore è irreversibile”. Ma come? È una scelta che non sta in piedi, non solo per l’aspetto sanitario, ma anche per quello economico!

Siamo all’assurdo che la maggioranza di Andreatta non riesce a trovare il bandolo della matassa, non riesce a trovare un progetto di inceneritore plausibile; ma al contempo pretende che non si esplorino altre possibilità. Magari anche più economiche, oltre che più sicure dal punto di vista sanitario.

Ma loro “hanno già deciso”...