Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 7, 7 aprile 2008 Servizi

Giovani e politica. Per chi voteranno?

Ecco come Bruno Sanguanini cerca di fotografare l’approccio dei giovani al voto: "Andranno a votare, sì, ma con un occhio attento a fare ‘economia del proprio voto’ e con l’altro occhio un po’ disattento, ‘votando ad arte’, cioè a impressione emozionale. Sembra che tra i giovani l’attenzione verso la politica non manchi: c’è curiosità, ma non c’è entusiasmo, e la partecipazione è a corrente alternata".

Renato Mannheimer si è spinto più in là, cercando di capire, attraverso un sondaggio statistico, su quali partiti si orientano maggiormente i giovani sotto i vent’anni. La conclusione è che sul piano delle preferenze i giovanissimi si distaccano significativamente dal resto dell’elettorato, favorendo soprattutto le proposte che appaiono loro più nette o radicali, sia sul piano strettamente politico, sia su quello etico-religioso. Risulta così un’accentuazione delle indicazioni per alcuni dei partiti che si posizionano alle estreme dello schieramento politico. Fra i neo-elettori, si registra quindi una percentuale di consensi per la Lega Nord più che doppia rispetto alle altre fasce d’età della popolazione. E si rileva una ancora maggiore preferenza relativa per la Sinistra Arcobaleno. Ne risultano penalizzati specialmente i partiti considerati forse più tradizionali: sia il PD, sia, in misura ancora maggiore, il PdL. Al contrario, non appare danneggiata l’area di centro: portatrice forse di valori paradossalmente più radicali di molti altri schieramenti?

C’è però una questione che il sondaggio non riesce ad indagare come dovrebbe: la partecipazione ed il coinvolgimento dei giovani rispetto ai partiti. Ovvero: quanto è convinto del suo voto chi sceglie la Lega e viceversa, quanto ci crede chi vota per il PD? E se alla fine i giovanissimi non fossero poi così convinti del voto che daranno?

"Nessuno si aspetta la grande onda del cambiamento: però tanti manifestano il timore di dover fare surf non sull’acqua australe ma solo sulla sabbia, per altri cinque anni, indipendentemente dal tipo di risultato elettorale. E dunque - si interroga Sanguanini- se il voto sarà in forte calo che cosa succederà?"