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I muri della Lega

Carlo de Giovannelli

La Lega Nord sembra, nella sua campagna elettorale, aver dimenticato il federalismo (tema controproducente in una regione autonoma, basti pensare alle posizioni del loro socio Galan governatore del Veneto, sulla nostra Autonomia), per concentrarsi in modo ossessionante sugli immigrati, o per dirla più giusta, contro di loro, visto il tipo di manifesti con i quali ha tappezzato il Trentino. Mi permetto due considerazioni.

Oltre ad offendere il senso del decoro, il fatto di tappezzare indiscriminatamente, i piloni dei cavalcavia, le pensiline delle fermate degli autobus, o di occupare sistematicamente gli altrui spazi elettorali, la dice lunga sul senso delle regole, che essi intendono solo per gli altri, in un delirio d’impunità che non potrà mai produrre serietà e buon governo.

Io vivo in una realtà, la valle di Cembra, con percentuali d’immigrazione molto alte, legate  soprattutto al settore del porfido. I nostri figli vivono nel gioco, nello sport, nella scuola, fianco a fianco con i figli degli immigrati, Macedoni, Marocchini, Cinesi ecc., e fnora non ci sono stati problemi di rilievo. Penso però che quei tanti no che appaiono sui manifesti, non aiutino un clima di sereno confronto ed incontro tra culture e mentalità diverse ed assomiglino purtroppo più a dei muri alzati, che a dei ponti costruiti per incontrarsi e vivere in pace.

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