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Contro la base di Mattarello

Comunità Pastora Pavon Amici del Chiapas

Una quarantina di cittadini che presidiavano pacificamente il terreno su cui intendono costruire la nuova base militare presso Mattarello, sono stati trascinati a forza in questura, e lì trattenuti per oltre sei ore. Identificati, sono stati tutti denunciati.

Vengono perseguiti donne e uomini che in un raro e necessario intreccio di esperienze e di generazioni, dai minorenni ai sessantenni, si uniscono per difendere il territorio e impedire che la stretta valle dell’Adige, già cementificata, erosa ed inquinata oltre ogni sopportabilità in nome dei grandi interessi della cupola affaristica, diventi una rampa di lancio per le guerre di aggressione della N.A.T.O. perché di questo si tratta, a dispetto delle minimizzazioni manipolatorie e false da parte dei politici di turno che amministrano.

La nuova base militare ospiterà 1600 soldati professionisti, il che vuol dire un’area militare collegata strategicamente con le guerre in corso; al suo interno è prevista una zona coperta da segreto militare, e dove ci sono segreti ci sono armi della cui natura non possiamo sapere niente. Il sospetto, quindi, è d’obbligo.

La costruzione della base significa l’esproprio di trenta ettari di prezioso terreno agricolo, inquinamento del territorio, intenso sfruttamento di risorse, finora giustamente pubbliche, come l’acqua e l’energia. Il tutto in un quadro di scambi fra Provincia, Comune e lo Stato italiano, di terreni e immobili in cui è difficile trovare tracce evidenti di interesse pubblico.

La dignità esiste ancora ed è esattamente negli essere umani che stanno in basso, che non si lasciano schiacciare nella figura del consumatore inesorabilmente impoverito, o del rassegnato spettatore. La dignità esiste in questi donne e uomini che lottano prendendosi a cuore l’interesse di tutti.

Per tutte queste ragioni continueremo ad opporci alla costruzione della base, così come a quelle della TAV e dell’inceneritore.

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