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Candidature femminili: ieri e oggi

Rita Farinelli

Abbiamo assistito negli ultimi giorni ad un vero e proprio affannarsi di molti cartelli elettorali alla ricerca di candidature femminili da inserire nelle liste per le prossime elezioni europee, al solo fine di poter ottenere la contribuzione per le spese elettorali.

E’ noto infatti che, senza la presenza del 33% di nomi femminili nelle liste, si perde il diritto a tale contributo.

Se da un lato questa ricerca ci fa piacere, consapevoli come siamo dell’importanza della presenza di donne nei luoghi di potere, non possiamo non manifestare il nostro sconcerto per come si sta operando: si cercano candidature "deboli" per non rischiare di compromettere l’elezione di candidati sostenuti nelle separate stanze del potere. Si finisce così, per l’ennesima volta, per trattare le donne come fattore di scambio o come fiore all’occhiello, ruolo che le donne hanno da tempo rifiutato di assumere.

Apprendiamo dalla stampa che in Campania le donne di Emily List si stanno organizzando per presentarsi con una lista autonoma alle prossime elezioni provinciali, tra mugugni e contrasti di vari esponenti politici: a loro inviamo il nostro augurio ed il nostro incoraggiamento.

Ci piace ricordare che nel 1996, sulla scia della conferenza internazionale sulle donne di Pechino, che pose l’urgenza della presenza di donne nei luoghi di potere, organizzammo per le elezioni comunali a Rovereto la prima lista italiana di sole donne.

Rovereto è una città di circa 30.000 abitanti ove quell’anno le liste erano 14 ed i candidati circa 500.

Mosse dalla passione per la politica, una discreta conoscenza dei meccanismi elettorali, l’insofferenza per i rapporti di potere dei partiti tradizionali e con il desiderio di consentire alle donne una presenza diversa nell’amministrazione della cosa pubblica, fondammo la lista Cara Città.

Forti dell’entusiasmo ed anche della capacità organizzativa di molte di noi, nonché delle precedenti esperienze politiche di alcune, riuscimmo ad ottenere il 5,16% dei voti cittadini con due consigliere comunali elette ed una assessora. A metà mandato, sia per consentire a molte di fare l’esperienza di consigliere, sia perchè è molto faticosa la presenza in Consiglio Comunale, svuotato di poteri dalla nuova legislazione ma che continua ad assorbire tempi ed energie notevoli, le prime due elette si dimisero per lasciare il posto ad altre due.

Altre donne della lista furono nominate nelle varie commissioni comunali e nei consigli di amministrazione di alcuni enti, nella radicata convinzione che l’esperienza amministrativo-politica è importante ed è necessario che nei luoghi della politica e del potere vi sia la presenza di donne.

E’ stata per tutte le 40 donne della lista e per quelle che sostenevano Cara Città dall’esterno, una esperienza assolutamente entusiasmante e viva durante la campagna elettorale, molto faticosa poi nella gestione quotidiana per vari motivi, difficili da riassumere in un breve scritto.

Sappiamo che anche ad Emily List sono mosse critiche e contestazioni per la scelta della separatezza: noi ci sentiamo invece di incoraggiarle e di sostenerle e di augurare loro una buona riuscita alle elezioni e coraggio e forza per affrontare i momenti di difficoltà e di contrasto che si dovranno a dover superare.

Per l’osservatorio “Cara Città”, Rita Farinelli