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La barzelletta delle targhe alterne

Francesco Borzaga

Ormai da gennaio tiene banco sui giornali, grazie alle polveri sottili, il problema dell’inquinamento dell’aria. La grande diffusione di malattie polmonari – non solo influenze, ma anche broncopolmoniti – come noi tutti possiamo constatare, va giudicata conseguenza diretta anche di tale inquinamento.

Le misure di contrasto poste in essere dai nostri politici provinciali mi sembrano piuttosto ridicole. Impedire la circolazione delle automobili più vecchie può valere al massimo a costringere i disgraziati proprietari, presumibilmente persone di non altissimo reddito, all’acquisto di un mezzo nuovo, che contribuirà in futuro ad aggravare il problema del traffico. Quanto alle targhe alterne un solo giorno per settimana, valgono unicamente ad offrire ai governanti un comodo alibi. Non sarà certo in questo modo che lo stato dell’aria potrà migliorare in modo significativo.

Non penso di essere originale se affermo la necessità di abbandonare i provvedimenti-tampone. Per favorire il trasporto pubblico mi chiedo ad esempio se non sia possibile estendere il servizio urbano di autobus a comuni – quali Pergine e Vigolo Vattaro – che scaricano ogni mattino molte automobili su Trento. Mi chiedo anche per quale ragione la Provincia metta a disposizione di Bertoli e compagnia miliardi di soldi pubblici per realizzare linee di trasporto destinate allo svago e al privato profitto, mentre nulla fa, ad esempio, per collegare con funivie, cremagliere od altro la collina di Trento con il fondovalle. Ho visto tempo fa a Peio un’ovovia con frequenza di corse ogni otto minuti. Il servizio urbano di Trento è ben lontano da queste prestazioni.

Non si tratta però solo di trasporto pubblico. Esiste infatti un evidente rapporto di causa-effetto fra la crescita delle strutture produttive (si tratti di abitazioni, industrie o supermercati) e la quantità di traffico che le stesse sono inevitabilmente destinate a produrre. Affermo quindi che l’inquinamento dell’aria, che già oggi, e più in futuro, siamo costretti a subire, con tutti gli altri disagi legati al traffico, dalle chilometriche code fino ai numerosi incidenti stradali, costituisce la prevedibile conseguenza di una politica sbagliata.

All’insegna di una "programmazione urbanistica" chiaramente tagliata su misura dei grandi interessi economici (porfido, funivie, supermercati e via elencando…), Provincia e Comuni fanno a gara dell’adottare i programmi più irresponsabili. Quello che conta non sono i bisogni effettivi della popolazione, ma l’urgenza di assicurare adeguate possibilità di investimento ai capitali di cui i sopra indicati interessi dispongono. Servizievoli urbanisti forniscono poi alla clientela una giustificazione scientifica.

Porterò qualche esempio. E’ stato depositato tempo fa in sede di V.I.A. il "programma pluriennale per le aree estrattive del Comune di Albiano". Per non rischiare penuria, gli illuminati amministratori chiedono di poter cavare la modesta quantità di 53.100.000 metri cubi di porfido. Ricordo come appena lo scorso anno, o forse l’anno prima, la sommità del monte Gorsa, per via degli scavi, abbia registrato un crollo. Il lago di Lases, sempre in conseguenza degli scavi, è in diretto pericolo. Anche il lago di S. Colomba potrebbe a mio parere, in un domani, risentire dell’attività mineraria. Il comitato spontaneo costituitosi a Meano contro il continuo viavai dei camion di porfido ha qualcosa da dire su tali programmi?

Si preme a gran voce per la realizzazione della famosa PiRuBi quale unico e sovrano rimedio per una Valsugana soffocata dal traffico. Contemporaneamente, il Comune di Borgo, uno dei centri più inquinati della provincia, prevede la realizzazione di nuove vaste zone artigianal-industriali, di nuove aree commerciali e di centri fieristici (in zone a rischio alluvionale). Non un metro di territorio dovrà restare inedificato.

A Mori, dinamica borgata, è in progetto un "megacentro polifunzionale", gigantesco complesso di 105.000 metri cubi che molto piace ai "Leali per il Trentino". Esso è definito "strategico per Mori e per l’intera Vallagarina". Sono state evidentemente scordate le frenetiche grida di dolore esplose a suo tempo in difesa della "bretella". Che conseguenze comporterà il megacentro, unito al troppo che già esiste, su di un traffico ormai al parossismo?

Dal Comune di Trento a Rovereto, fino a piccoli Comuni quali Massimeno e Bezzecca, è tutta una "programmazione" a favore della moltiplicazione edilizia. Il territorio, agricolo o no, serve solo per costruire. Quanto al turismo, fra una nuova megafunivia e l’altra, è passata senza opposizione alcuna una richiesta di ampliamento, in quel tempio cementizio che già è Folgarida, di ulteriori 53.000 metri cubi. Proprio oggi leggo del varo, con la prevedibile benedizione della Provincia, di nuovi villaggi turistici in quel di Tesino. Il Trentino, capitale alpina delle seconde case, aggiunge una nuova perla alla propria collana.

Non continuerò, anche per un senso di personale disgusto. Osservo solo che non sarà con le targhe alterne, e neppure con giganteschi nuovi progetti stradali, che si risolverà la crisi ambientale di fondo che già oggi stiamo vivendo.