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Un monumento imbarazzante

Rodolfo Carpigo

Desidero esprimere, nello spazio riservato ai lettori, tutto il mio imbarazzo per l’avvenuta inaugurazione a Trento del monumento ai caduti di Nassiriya. La volontà di commemorare questa triste pagina della storia italiana cancella il doveroso senso della pietà e della compassione per queste giovani vite spezzate, ed acuisce il conflitto interiore di tutte quelle persone che non hanno mai condiviso questa scellerata avventura militare, nata sotto i peggiori auspici di un insano coinvolgimento, in una guerra illegittima, unilaterale ed anticostituzionale.

Dispiace ammetterlo, ma questo monumento procurerà solo continui imbarazzi. Lo sdegno poi è ancora più forte, se pensiamo che questi giovani militari assurti mediaticamente ad eroi, altro non siano che il prezzo pagato per supportare l’idea che il Bene ed il Male alberghino solo in determinate aree geografiche religiosamente distinte.

Ma come non provare un senso di estraneità e di vergogna nei confronti di una precisa volontà politica che ha sacrificato ipocritamente giovani vite per sostenere, con quelle che poi si sono dimostrate artificiose menzogne, velleitari concetti di libertà e democrazia da esporto globale?

Ma come non inorridire per il concetto di "guerra preventiva" , che considera migliaia di vittime civili, "effetti collaterali"? Quando saremo in grado di concepire monumenti per coloro che difendono disarmati il ricordo di questi ultimi e non solo? Penso a tutti i giovani-simbolo che come Rachel Corrie, studentessa americana di soli 23 anni, hanno speso coraggiosamente le proprie vite, nel tentativo di difendere la pace e la giustizia, armati soltanto di idee!