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Case di riposo: l’assessore non risponde

Forse l’assessore Andreolli non ha molto tempo per la corrispondenza, forse è vero il luogo comune della posta sempre in ritardo: fatto sta che da più di un mese l’assessore provinciale alla sanità dovrebbe aver ricevuto 1040 cartoline dal settore Funzione Pubblica della Cgil, e non risulta aver risposto a nessuna.

L’iniziativa "Assessore, c’è posta per te", ideata dal segretario Cgil per la Funzione Pubblica Mirko Carotta, prevedeva l’invio, da parte degli operatori sanitari o dei famigliari dei pazienti di 19 case di riposo provinciali, di una cartolina per ogni giorno lavorativo dei mesi di febbraio e marzo, sulla quale indicare le assenze di personale e le scelte aziendali fatte riguardo le sostituzioni.

Lo scopo era quello di denunciare i disservizi causati dal nuovo sistema di finanziamento alle case di riposo, passato dalla rendicontazione a piè di lista (che tiene conto dei servizi effettivamente utilizzati dal paziente) a quella a tariffa fissa, che risulta essere decisamente inadeguato. L’aumento delle rette (molto più marcato nelle strutture piccole), causato dal trasferimento dei costi per ogni singolo ospite dalla parte sanitaria a quella alberghiera, quindi dalla Provincia agli utenti, non è comunque stato sufficiente per coprire le emergenze del personale, che non sono altro che le normali assenze, dato che le sostituzioni per lunga durata (che avrebbero a disposizione un fondo di copertura specifico), scattano solo tra i 30 e i 90 giorni.

Così su 1909 assenze registrate, solo 10 sono state sostituite con personale assunto appositamente e ben 1094 con personale già in servizio, richiamato dalle ferie, privato del turno di riposo, spostato di servizio da un reparto all’altro. Si sceglie non più eccezionalmente ma quasi automaticamente di sopperire ad un disagio creandone uno nuovo per un’altra categoria. L’inadeguatezza delle sostituzioni diventa così un abuso nei confronti dei lavoratori, oppure disservizio nei confronti dei pazienti.

Le 803 assenze non sostituite sono, infatti, altrettanti mancati servizi agli ospiti: saltano soprattutto l’assistenza durante il bagno e l’aiuto ad alzarsi dal letto, ma ci sono un 20% di ritardi nelle attività, vengono soppressi i momenti di animazione, le pulizie sono trascurate.

La speranza è che il cambio di presidenza all’Upipa determini una decisa virata nelle scelte amministrative. Anche se dalle prime dichiarazioni di Giacomelli non sembrano aprirsi grandi prospettive. Meglio, poi, non pensare al prossimo anno, quando tutti i nodi verranno al pettine e le rette avranno un incremento da paura.