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Domenichelli precisa

Giorgio Domenichelli

Egregio Direttore, con riferimento all’articolo apparso su QT del 3 giugno a Sua firma (Garda, natura e business ndr), desidero fare le seguenti osservazioni:

1. La superficie dei terreni di proprietà  di Porto Arco, non era di 90.000 mq., ma superava i 120.000. sui quali nel 1986 fu approvato un P.D.L. di 130.000 mc con un indice di mc/mq di circa 1.1.

2. Le vendite di cui Lei parla a p. 19 non sono state fatte in "maniera scientifica", in base a chissà  quale progetto strategico, concepito da una mente diabolica; la società  ha venduto a chi poteva avere interesse ad acquistare appezzamenti non edificabili e quindi, esclusivamente, a confinanti, i quali, allargando i loro fondi, potevano ampliare le costruzioni o migliorarne gli accessi o, comunque, valorizzare la loro proprietà .

3. Non sono mai stato proprietario di azioni dell’Alto Adige, né di altri giornali, né amico o semplice conoscente di proprietari.

Tengo a precisare quanto sopra, non solo per amore di verità  e per contestare la cultura del sospetto che una certa forza politica ha sempre avuto nei miei riguardi, ma soprattutto, per affermare che la battaglia, che nel 1997 sostennero Luca Zanin e l’Alto Adige non era dettata da obblighi padronali, bensì dal desiderio di smascherare la realtà  di "malaurbanistica". Furono così rilevati molti "favori illeciti" e mai "semplici sbagli".

L’accordo tra lo scrivente e il giornale sopracitato fu questo: io avrei studiato il piano regolatore con la consulenza di un esperto urbanista, documentando le illegittimità  a chiunque appartenessero i terreni favoriti. Il giornale si impegnava, previa verifica della accuratezza dell’indagine, a pubblicare le "varie porcherie".

Mi dispiace che a Lei sia rimasto questo sospetto, anche se la cosa mi stupisce, avendoLe aperto i miei archivi nel corso di un’intera mattina; ribadisco, mi dispiace, non tanto per me che non mi sento offeso di essere indicato quale proprietario di giornali, quanto per Luca Zanin, che, ripeto, fu coraggioso e non ascoltò la "voce del padrone". Sono sicuro che Lei comprenderà  lo spirito di queste mie osservazioni e spero di avere la possibilità  di confrontarmi con Lei quanto prima. Con i più cordiali saluti.

                                                         Giorgio Domenichelli

 

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