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I sogni di Dellai

Mario Basile

Ho letto sui giornali locali delle sparate elettorali di Dellai a base di favolose metropolitane per le valli trentine. L’argomento è  molto affascinante e di grande impatto mediatico. Basti pensare alla cartina d’Italia su cui Berlusconi, in campagna elettorale, tracciava segni di strade e ferrovie, ponti e trafori, porti ed aeroporti e che contribuirono alla vittoria della Casa delle Libertà.

La realtà su cui argomentava Berlusconi era di una concreta esigenza che aveva una valenza nazionale ed europea, che in nulla somiglia al  megalomane progetto localista di una Provincia di meno di mezzo milioni d’abitanti. "I sogni son desideri" si  canta nel bel cartone animato di Disney della favola di Cenerentola. E’ vero, i sogni sono desideri, a volte futili, a volte importanti, e ritengo che anche ogni singolo desiderio faccia muovere il mondo, ma è altrettanto vero che, spesso, questi desideri vanno nella direzione sbagliata e portano a dei risultati disastrosi. Purtroppo il comportamento di certi politici, specialmente se molto determinati, com’è il presidente della nostra Provincia, può condurre a dissipare le ingenti risorse di cui attualmente disponiamo, sopravvalutando inoltre quelle future.

Le mega-metropolitane di cui si parla sarebbero certamente apprezzabili e d’eccellenza, ma si pongono al di sopra d’ogni ragionevole spesa d’investimento e di gestione, con un rapporto fra costi e benefici assolutamente assurdo. L’enorme debito pubblico a carico dei trentini, difficilmente scaricabile sulla collettività nazionale, bloccherebbe lo sviluppo della nostra Provincia. Non credo che le risorse provenienti dalla gestione dell’energia, se pure saranno abbondanti, potrebbero far fronte a tali costi che non sarebbero in ogni modo giustificabili.

Certamente a qualcuno piacerebbe andare in gita al laghetto di Val Noana, sopra Imer, in metropolitana, come pure penso ci sarebbe qualcuno che verrebbe in  metropolitana invece che in auto o con la "corriera" della (ben dotata)  Trentino Trasposti, a fare compere nei centri commerciali di Trento. Ci sarebbero poi degli spostamenti di necessità, come quelli d’alcuni impiegati della Provincia disposti forse a lasciare a casa l’auto, ma francamente sarebbe un lusso pazzesco che farebbe gridare allo scandalo le province confinanti, alle prese con  problemi di infrastrutturazioni molto grandi. E ciò mentre si potrebbe piuttosto decentrare il lavoro nelle valli, cosa che la telematica rende possibile, per non incentivare lo spostamento delle persone su Trento.

La cosa poi stride con i ritardi nella programmazione di opere di cui si sente l’urgenza di realizzazione e che, a prescindere dalle priorità, avrebbero sicuramente un miglior rapporto costi/benefici.

Ne ricordo alcuni: l’ampliamento dell’autostrada A22 (terza corsia), il completamento della Valdastico, il completamento della circonvallazione di Trento, il potenziamento della ferrovia Trento Marilleva (tratto Trento- Mezzolombardo), il potenziamento della ferrovia della Valsugana (elettrificazione e rettifiche), l’incremento dei treni regionali Trento-Rovereto-Ala, le circonvallazioni di alcuni centri intasati nelle stagioni turistiche, come Moena ed altri, la galleria del Pellere quella di Torbole.

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