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Il successo de “La città in giardino”. E le ulteriori prospettive

Il successo de “La città in giardino”. E le ulteriori prospettive

Il Servizio Sviluppo e Valorizzazione del Centro Storico dovrebbe esser davvero soddisfatto per l’esito della quarta edizione de "La città in giardino": 40.000 visitatori (per il 50% stranieri) il 23 maggio, giornata di apertura con 2.500 richieste di informazioni all’APT di via Manci, 54.000 domenica 1° giugno, e gran pienone l’otto, giornata di chiusura della manifestazione (lo scorso anno in totale i visitatori furono duecentomila).

Chi però non avesse avuto modo di visitarla e già pensasse di essersi perso un’occasione turistica e culturale, si rassicuri: tutti i giardini rimarranno nella loro collocazione attuale fino al 31 luglio. Da questa data verranno smantellate le nove installazioni di piazza Duomo, mentre le altre 20 resteranno fino novembre e qualcuno tutto l’anno.

Numerose, poi, le iniziative collaterali ospitate nei principali palazzi e musei cittadini, come la mostra dedicata al pittore Bartolomeo Bezzi, quella dedicata alle peonie, fiore simbolo della Cina e agli aromi dell’Oriente. Questi allestimenti, però, hanno chiuso i battenti con la fine della manifestazione.

Tantissimi, come detto, i visitatori trentini e stranieri in particolare di area tedesca ma anche inglesi ed europei dell’est mescolati a veneti e lombardi, in giro per le afose strade e piazze del centro alla rincorsa a tappe dei giardini.

Dopo l’edizione dello scorso anno dedicata all’arte pittorica come ispiratrice delle forme e degli stili dei giardini, quest’anno la manifestazione, ideata e curata da Alberto Pattini in collaborazione con la giardineria comunale, ha avuto per tema dominante la spiritualità e il fascino della natura d’Oriente. Ben 29 le composizioni create da giardinieri provenienti da 19 città italiane (Napoli, Padova, Catania, Adria), europee (Berlino, Klagenfurt, Praga, Innsbruck) e da numerosi floro-vivaisti della Provincia di Trento.

Tante ed eterogenee le proposte di uso dello spazio come giardino. Si passa dall’essenzialità di pietre e sabbia di una natura semplice e dalle dimensioni minime (via Manci) alle presentazioni raffinate di una natura idealizzata ma pur sempre autentica, come nei giardini cinesi (un po’ pacchiane certe pagode di plastica); dal giardino-oasi arabo lussureggiante dominatore di un orizzonte arido a quello persiano chiuso tra mura e invitante alla meditazione. Centinaia, se non migliaia, i tipi di fiori, arbusti, alberi e perfino piante aromatiche dei nostri boschi (peraltro confinate in un cantuccio) impiegati per trasformare le vie del centro in straordinarie opere d’arte vive.

Ma adesso avviamoci per le vie del centro partendo da piazza Duomo, centro focale nella manifestazione. Metà piazza (una vera disdetta il Nettuno ancora in restauro e il campanile infagottato!) è occupata dai piccoli giardini attorniati da turisti, non pochi dei quali approfittano delle panchine collocate per tirare il fiato. Altri aspettano i pochi attimi in cui nessuno sia fermo davanti ad un giardino per scattare foto. Gallerie fatte con steli di bambù curvati suggeriscono dei percorsi tra un’aiola e l’altra. Il rispetto degli allestimenti floreali è massimo e pare che vandalismi e danneggiamenti siano l’eccezionalità. Solo qualche bambino cammina qua e là sull’erba scambiandola forse per un prato, ma viene prontamente tirato fuori dai genitori. Qualche adulto si siede sui muretti di contenimento delle aiole per farsi fotografare come fosse in mezzo a fiori e cespugli ma anche questi pochi sembrano attentissimi a non fare il minimo danno.

Dopo il giro della piazza, basta prendere per via Oss Mazzurana, piazza Battisti, via San Pietro ed ecco le aiole presentarsi una dopo l’altra, impossibili da non scorgere.

Intrufolandosi tra i turisti assiepati attorno ad esse, si sentono soltanto espressioni di approvazione. Molti visitatori cercano un suggerimento leggendo le tabelle illustrative, altri consultano i pieghevoli distribuiti dall’APT, altri ancora scattano foto in sequenza. Alcuni gruppi organizzati arrivano addirittura con la guida e non pochi scrocconi "single" di passaggio si accodano.

Tutto bello, tutto OK? Cerchiamo qualche opinione iniziando da un diretto interessato a questo viavai di turisti: Beppe, barista in via Oss Mazzurana.

Qualche commento orecchiato dai tuoi clienti?

"Sì, e tutti entusiastici".

C’è sempre gente?

"Nei fine settimana è una processione… si fermano curiosi e comitive intere con tanto di guida".

Soddisfatto?

"Certo! Io poi a fianco del giardino (angolo via Oss Mazzurana- via Oriola, n.d.r.) ho i miei tavolini all’aperto e molti ne approfittano per sedersi e bere qualcosa".

Ma proprio nessuno ha niente da ridire?

"Beh, gli autisti che vengono a scaricare merce in centro e non riescono a passare si fanno sentire con qualche parolaccia".

Allora arrivederci alla prossima edizione?

"Senza dubbio… e con un bel caldo così!".

Stessi toni da altri esercenti con esercizio in prossimità di un giardino.

Non resta che lasciar la parola ad Alberto Pattini, il vero motore della manifestazione.

Come viene organizzata la manifestazione?

"Noi invitiamo le città e i florovivaisti a proporre un proprio lavoro. Toccherà poi a loro allestire l’aiola inviando i giardinieri".

Le amministrazioni invitate accettano volentieri?

"Sì, hanno capito l’importanza di questa iniziativa per far conoscere la propria città... hanno sempre un buon tornaconto. Adria, ci dicevano ad esempio gli addetti del settore, ha visto l’anno scorso un grande aumento di trentini".

Il costo?

"Circa 150 milioni, ma la resa è stata certamente superiore sia in termini economici sia di promozione della città. Basti pensare che nei giorni scorsi non c’erano posti liberi negli alberghi. Certo ci sono altre attrazioni, ma la nostra ha avuto il suo peso: il nostro sito Internet (www.lacittaingiardino.it) ha raggiunto i 150.000 contatti. Ricordo poi che le città estere che invitiamo inviano a proprie spese i loro operai".

L’area interessata andrebbe ingrandita?

"No, questo è il massimo che si può fare, non ci sono più spazi. Va bene così".

Come mai non è prevista alcuna classifica di merito per i giardini?

"Daremo un riconoscimento a tutti, città, enti e florovivaisti, in chiusura di manifestazione, mercoledì 18 giugno alle 21 in piazza Fiera".

Proviamo allora noi della redazione di Questotrentino a proporre una classifica.

Palma per il giardino più bello a quello sistemato in San Pietro, e per il meno convincente a quello davanti all’Upim.

Premio per il più singolare a quello dell’Istituto d’Arte in via Manci e per il meno coinvolgente a quello di via Galilei.

Piazza Duomo, infine, non classificata: con nove giardini merita da sola una visita!

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