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L’amianto di fronte a casa

Franco Zadra

"Scusi, lei!.. Sì, lei che è così combattivo, si è mai accorto dell’amianto di fronte a casa sua?"

Mi interpellò così, sono ormai due mesi, una signora che non conosco ma che mi conosce bene o, almeno, ha creduto di cogliere, da quel che si dice in giro, una certa mia propensione alla polemica, pensando di utilizzarla per risollevare un’annosa problematica, connaturata ormai allo "status quo" del vivere levicense.

L’amianto! L’amianto di fronte a casa mia!

Sì! Ne avevo sentito parlare quasi un paio di anni fa ma, ma non abitando ancora in via Garibaldi, la cosa non si era sedimentata nella mia memoria e non l’avevo catalogata tra le cose da fare. Il campanello d’allarme è scattato ugualmente, ho recuperato un vecchia scheda di valutazione dello stato dell’Eternit dai miei appunti di chimica e sono corso a visionare la copertura in asbesto cemento che mi appariva, per la prima volta, in tutta la sua degradata consistenza. Dalla mia valutazione "a vista" risultò un indice di rischio pari a 16, su una scala da 1 a 18. Il problema è grave! Stilai subito un documento di denuncia della situazione con le mie valutazioni, che divulgai tra il vicinato ed inviai ai giornali locali oltre che in Comune ed in Provincia.

L’amianto è una peste! Con le sue fibre invisibili, volatili, ti si infila negli alveoli e vi rimane a covare il cancro per decenni, sviluppandolo anche dopo quarant’anni, regalandoti poi una bruttissima morte.

Non appena divulgai la notizia, apparve un articoletto in cronaca dalle valli, breve, sbrigativo, ma in neretto e con la giusta dose di allarmismo. Era un martedì di un mese fa. Nel pomeriggio di quello stesso giorno mi giunse la confortante comunicazione da persona informata, poiché all’interno della giunta, che è stata fatta un’ordinanza di abbattimento, un vero e proprio ultimatum alla proprietaria dell’ex-cinema all’aperto coperto dall’Eternit.

Ebbi parole di entusiastica gratitudine per un’amministrazione così attenta e sollecita alle richieste dei suoi cittadini. Mi sentii tutelato e l’amianto non mi faceva più tanta paura. C’è chi ci pensa, dissi tra me e me, rassicurato.

Le mie certezze crollarono allorché Massimo Cazzanelli, consigliere d’opposizione, mi rivelò la sua sconcertante scoperta. L’ordinanza c’era, solo che era stata emanata il 18 giugno 2001, due anni e mezzo fa! Incredibile! Ancora più sconcertante fu la lettura di quell’ordinanza: vi è infatti citata la nota di protocollo n. 7462 dd. 19.05.2001 con la quale l’U.O. di Prevenzione Ambientale della P.A.T. riscontrava un indice di rischio pari a 14, non lontano quindi dalle mie valutazioni, considerando anche il tempo trascorso.

Ora sono in attesa che l’Eternit venga rimosso ed è questa la mia preoccupazione principale e l’oggetto della mia battaglia attuale, ma ripenso ancora con fastidio alla storiella che mi è stata raccontata dal consigliere di giunta con l’evidente intento di inibire le mie proteste, una favola buona per il popolo credulone che mi ha offeso oltremodo e che non scorderò al momento di dare il mio voto.

Non mi si fraintenda, per carità, non ho nessun interesse, né voglia, di sfruttare la storia da politicante, ma non posso passare sopra il fatto che, quando un anno e mezzo fa sono venuto ad abitare con la mia famiglia proprio davanti all’ex-cinema all’aperto, nessuno mi ha avvertito del pericolo, pur con un’ordinanza in atto, anche se già disattesa e obliata.

Non voglio più che il mio paese venga amministrato da gente che non è in grado di tutelare la salute pubblica perché troppo occupata ad inseguire diplomatiche strategie da populisti dilettanti. Vorrei contribuire ad alzare un pochino il tono politico di Levico mettendo sul piatto queste macroscopiche inadempienze dell’amministrazione, e non mi interessa se l’amianto, in questo caso, non impedirà che si bruci qualche carriera; ciò che importa ora più di tutto è la salute dei cittadini!

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