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QT n. 9, settembre 2011 Monitor: Danza

Oriente Occidente 2011

Pizzicati!

Reduce dalla lunga e intensa “Notte della Taranta” in salsa roveretana, non posso che cominciare dallo spettacolo inusuale tenutosi all’Auditorium Melotti in occasione della XXXI edizione di Oriente Occidente. Non capita tutti i giorni di vedere il pubblico trentino non solo applaudire e ondeggiare a ritmo di musica durante tutta l’esibizione, ma addirittura scatenarsi a ballare nel ristretto spazio tra le poltroncine del teatro! “Pizzicati” dall’energia del Taranta Power: movimento fondato a Bologna da Eugenio Bennato e Maristella Martella, che affonda le sue radici nel profondo sud della penisola salentina. Svuotata della sua arcaica valenza simbolico-terapeutica, indagata da Ernesto de Martino e dagli altri antropologi avvicinatasi al fenomeno del tarantismo, la pizzica diventa oggi momento di aggregazione intergenerazionale e svago collettivo, intrecciandosi con altri stili di danza dalle comuni radici, come il flamenco e la danza sufi. Da questo substrato ha tratto ispirazione lo spettacolo “Taràn” di Maristella Martella, affascinante excursus tra le diverse forme di tarantella, reinterpretate e attualizzate tramite l’uso di effetti scenografici e musiche contemporanee. Ha fatto da pendant all’esibizione il concerto di Enza Pagliara e Mauro Durante, giovani interpreti pugliesi in bilico tra la conservazione e l’attualizzazione del patrimonio musicale salentino.

Decisamente più legato alla tradizione lo spettacolo di apertura del festival: “Dibujo en el aire”, con la compagnia flamenca di Mercedes Ruiz, una delle maggiori interpreti del celeberrimo ballo gitano, esempio di come le migrazioni e le contaminazioni stilistiche abbiano caratterizzato l’intera area mediterranea. Dalla Spagna alla Grecia, passando per l’Italia e la vicina Francia con “Les corbeaux” del Centre chorégraphique national d’Orléans, fra tutti lo spettacolo più “nordico”, decisamente più vicino ad una performance di arte contemporanea che a uno spettacolo di danza, il cui ricordo rimane fissato sulle tele dipinte da Josef Nadj nel corso dell’esibizione.