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La Chiesa che non amiamo

La Chiesa trova scandaloso lo spettacolo teatrale “Sul concetto di volto nel figlio di Dio” di Castellucci in programma a Milano e vorrebbe che fosse censurato come ai bei tempi del papa re, mentre non si scandalizza se un vescovo onora un capo camorrista facendo fermare la processione del santo patrono sotto la sua casa. È ormai un rito a Castellammare di Stabia. Il sindaco, lo stesso dell’anno scorso, invano si è opposto. Ancora una volta, insieme ai suoi assessori, è dovuto uscire dalla processione sfilandosi il tricolore e ritirando il gonfalone. Come sempre il capoclan si è affacciato, ha mandato un bacio al santo e, dopo la sosta, ha fatto cenno ai portatori che potevano riprendere la marcia. L’anno scorso si sperò, memori dell’indignato discorso contro la mafia di Giovanni Paolo II, nell’intervento del papa nei confronti del vescovo, ora speriamo che il nuovo governo Monti voglia gratificare in modo adeguato un sindaco che non si arrende, che sfida la mafia, la chiesa locale e quella nobile parte della popolazione che gli ha gridato dietro “Vergogna”.

Commenti (2)

Fallucca Concetta

Il Vaticano e lo IOR che non amiamo

Ciò, che non amiamo del Vaticano o della chiesa in genere, è la speculazione economica che spesso, si fa, strumentalizzando la religione, il credo e la fede dei cristiani, per un fine meramente economico.
Un fine economico, che può avere in parte, uno scopo umanitario, caritatevole e di sostentamento dello stesso Stato del Vaticano, delle chiese stanziate in tutto il mondo, ma che rivela, anche uno scopo di gestione degli affari, di approvviggionamenti per aumentare i patrimoni mobili ed immobili di questa grande organizzazione mondiale, che frutta miliardi di finanziamenti. Quindi, non possiamo considerarlo come una semplice associazione no profit, e gli ultimi scandali dello IOR, ne sono la prova.
Non amiamo, la chiesa che predica il bene e l'amore cristiano, per poi scoprire, molti casi di pedofilia e raggiri vari,che, dopo tanti anni e continui insabbiamenti dei casi, ci fanno comprendere, quanto poco siamo tutelati e di quanto potere, non solo temporale, ma, soprattutto, politico ed economico, abbia la Chiesa.

Fallucca Concetta

In questo caso, la parrocchia, a cui appartiene il capo-mafioso, deve necessariamente, fare una scelta di "vita". Non credo, sia solo per compromissione oppure per opportunismo. Bisogna, tener presente, della realtà di queste parrocchie, dove la mancata fermata o saluto della processione, avrebbe potuto scatenare reazioni violente. Quindi, la scelta del parroco, può essere stata condizionata, se fare l'eroe e condannare, chissà, a quali ritorsioni i propri parrocchiani, oppure, così come ha fatto, scegliere di fermarsi, sperare in un miracolo di conversione e lasciare che tutta la parrocchia vivesse felicemente la sua festa. Detto ciò, non significa che bisogna abbassare o cedere lo sguardo ad ogni volontà e far sì, che l'abbiano sempre vinta! Ma, credo, che il campo di battaglia,cominci da quello statale, regionale e locale! Nonchè, dalla possibilità di essere tutelati dalle forze dell'ordine ( inutile, fare gli eroi a tutti i costi), ma ragionare e programmare strategicamente una soluzione vera e non di sola apparenza, che aiuti alla lotta contro il potere della mafia!
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