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Bestialità in viaggio

Sul treno locale a binario unico dove mi capita speso di viaggiare - la linea Bologna-Portomaggiore - in certi orari succede che il capotreno, passando per le carrozze (non esiste un altoparlante), annunci: “Alla stazione di Ròveri cambio materiale!”. Al che, mentre gli habitués raccolgono le proprie carabattole apprestandosi a scendere, c’è sempre qualche novellino che si guarda intorno spaesato chiedendo spiegazioni ai compagni di viaggio. “Si cambia treno” è la consueta risposta. Il capotreno non può non accorgersi della cosa, eppure da anni il personale continua a parlare di materiale.

Restando in tema di trasporti, all’obliterare - facilmente sostituibile con annullare, timbrare e simili - ci siamo ormai rassegnati, mentre finalmente sta scomparendo dagli avvisi il titolo di viaggio, ampolloso sinonimo di biglietto.

E ancora: un amico mi ricorda che mentre sugli autobus della Trentino Trasporti troviamo la scritta “Posto riservato a passeggeri con ridotte capacità motorie”, in Austria lo stesso concetto è espresso con un esemplare “Nur für Behinderten und schwangere Frauen” (solo per invalidi e donne incinte). Ritroviamo la pomposità tipicamente italica anche in questo avviso notato in alcuni nostri aeroporti: “Vietato oltrepassare la linea gialla con supporti mobili”. Il solito burocratese, certo, ma spendibile evidentemente solo con i connazionali, perché lo stesso annuncio, in traduzione inglese, recita laconicamente: “No trolleys”, e finalmente si capisce. Concludiamo restando in aeroporto, nei pressi della zona destinata al recupero dei bagagli, dove si trovano delle porte che è vietato aprire ed oltrepassare perché danno appunto nei locali dove si smistano le valigie. Un semplice “Vietato l’ingresso” non è parso sufficiente a scoraggiare aspiranti trasgressori, e allora si precisa: “Porta allarmata”. E questa, almeno, è divertente.