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QT n. 6, giugno 2012 Monitor: Libri

Sinistri

Da Berlusconi in poi. Tersite Rossi, Roma, Edizioni e/o, 2012, pp.224, euro 15.

Si pensi ai mutamenti di clima succedutisi da che la crisi del berlusconismo è apparsa irreversibile. Si cominciò dicendo che nel nord la Lega avrebbe saccheggiato i voti pidiellini, mentre le vittorie referendarie facevano ipotizzare che il partito di Vendola avrebbe insidiato il PD. Dopo un po’ di governo Monti, nuovi pronostici favorevoli per la Lega, come per l’altro oppositore, Di Pietro. Ma ecco il partito di Bossi inciampare in uno scandalo imbarazzante, e finalmente l’esplosione delle 5 stelle, questa certificata dagli elettori. Il tutto in poco più di un anno.

Ma l’assestamento è ancora lontano, sicché l’autore del romanzo, Tersite Rossi, è legittimato a proseguire il gioco, a metà strada tra fantapolitica e futurologia, in un romanzo che è un patchwork intrigante, dove la narrazione, con inserimenti di editoriali giornalistici e verbali di polizia, è intervallata da dieci racconti ambientati in momenti diversi della storia italiana, apparentemente estranei alla trama principale, ma che alla fine dovranno contribuire alla soluzione di un enigma. Perché la vicenda politica nel frattempo è diventata un giallo. Della trama, diremo solo l’inizio: dopo vari mutamenti di rotta, nel 2023 al potere si è insediato un regime tecnocratico-consumistico-autoritario, avente come sola opposizione un fantasmatico gruppo semi-terroristico. Ma forse l’apparenza inganna...

I nostri lettori dovrebbero conoscere Tersite Rossi: il suo primo romanzo - “È già sera, è tutto finito” - è stato il regalo ai nostri abbonati lo scorso anno; e conoscono i due che si celano dietro lo pseudonimo: Marco Niro e Mattia Maistri, per anni apprezzati redattori di QT (il primo, ufficialmente ancora nostro collaboratore, anche se in realtà lo vediamo solo nelle occasioni conviviali). Ebbene, rispetto alla loro opera prima, l’atmosfera si è incupita: ad occhiuti oppressori si contrappongono soltanto pochi generosi ma ingenui oppositori. Non è come in certi romanzi e film fantapolitici dove una sparuta pattuglia di resistenti riesce alla fine a prevalere: qui il gioco è tutto nelle mani di un potere micidiale, onnipotente, e per la democrazia non sembra esserci più speranza.

 La vicenda, ricca di ambiguità, si snoda appassionante, con il regolare intervallo rappresentato dai racconti - ognuno con una sua autonomia - ed è solo nelle ultime pagine, là dove ci si attende lo scioglimento dell’enigma, che affiorano delle perplessità. Come in certi noir avvincenti per la complessità della vicenda, alla fine però l’architettura del romanzo appare piuttosto macchinosa, e le spiegazioni (quelle, ad esempio riguardanti la funzione dei racconti in rapporto alla trama della storia vera e propria) suonano artificiose, costringendo il lettore a tornare indietro per capire qualcosa di più. Intendiamoci: nessuna noia, non ci si pente di avere intrapreso la lettura, ma un po’ si rimpiange che Tersite Rossi, con le sue qualità e questi materiali, non abbia scritto un (meno ambizioso) libro di racconti.