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Il povero Museo di San Michele

Donatella Lenzi

L’assessore Panizza lamenta un calo di visitatori al Museo degli usi e costumi della Gente Trentina (nome lunghetto, non si potrebbe sintetizzare un po’ senza che il Bepo Sebesta si rivolti nella tomba?). Mi sono mascherata da turista e sono andata al Castello del Buonconsiglio: prego, avete un dépliant anche col Museo di San Michele? “No, solo castelli”.

Punto di informazioni turistiche in via Manci: prego, avete...? “Beh, c’è questa pubblicazione, però solo in tedesco o in inglese, quello italiano deve essere in ristampa”. Opto per il tedesco. A pag. 14 c’è il Museo, ma a pag. 50, sulla cartina geografica, il paese non è indicato. Ovviamente so dove si trova e ci vado. All’inizio del paese e dove sbocca la strada della val di Non al ponte sull’Adige, trovo due miserabili cartelli, neanche tanto grandi, con la scritta “Museo”.

Museo di che? Chi lo sa, genericamente ‘museo’ E pensare che, oltre alle interessanti collezioni e alle mostre temporanee, ci troviamo di fronte anche a una struttura di grande pregio architettronico; per esempio, il chiostro gotico triangolare è di una bellezza straordinaria. Se fossi passata per caso, senza aver visto un dépliant, mai avrei immaginato che al di là di un modesto aggregato urbano, ci fosse qualcosa di così interessante, sia culturalmente che architettonicamente? E poi forse i viandanti, che temo rari dopo l’apertura della superstrada della val di Non, potrebbero aver piacere di essere informati del fatto che, poco lungi dallo stesso museo, si trova un parcheggio e che qualche passo più in là si possono acquistare ottimi vini trentini.

Quando è stato aperto Castel Thun, c’è stato un gran rullar di tamburi mediatici ed un grand’esporre, sulle vie che vi convergono, cartelli con l’immagine del maniero, onde convogliarvi più visitatori possibili, cosa puntualmente avvenuta, e suppongo che lo stesso sarà fatto per il Muse.

Per San Michele, invece, nulla di nulla. Dice: è lì da più di cinquant’anni, tutti ormai dovrebbero conoscerlo! Fosse pure, repetita juvant: se non dite alla gente cosa può vedere, perché diavolo dovrebbe fermarsi? L’unico invito sono le garrenti bandiere dei supermercati, attraenti come sirene.

Perché non piazzare in punti strategici qualche sirena anche per il Museo? Chi sarà irretito in una visita ve ne sarà grato.

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