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L’orchestra solista

Kremerata baltica

È indubbiamente il fiore musicale all’occhiello dei Paesi Baltici la “Kremerata”, il piccolo gioiello che Gidon Kremer, uno tra i violinisti più rinomati al mondo, ha fondato nel 1997, riunendo i migliori talenti giovanili di Estonia, Lettonia e Lituania. È anche ospite amata e più volte invitata sul palco della Filarmonica di Trento, negli anni scorsi, questa splendida compagine orchestrale, per l’occasione senza il suo fondatore, nonché principale direttore e violino solista. L’orchestra incanta per il suono poderoso e compatto, per l’articolazione eloquente e pregnante nel dipanarsi di un raffinato, seppur classicheggiante, programma, tra un Bach patetico nella sua asciuttezza ed essenzialità e un Haydn brillante e aggraziato. Di notevole effetto “Viatore”, del compositore lettone Peteris Vasks, immobile fotogramma malinconico e minimalista del gelo baltico, conteso tra il ritorno ciclico di un episodio melodico e di brevi frammenti ritmici affidati agli archi acuti. E allora quasi ci si sente in colpa a non avere occhi solo per un solista impeccabile ed elegante come il pianista Mikhail Pletnev, davvero concertante con l’orchestra: ma questo ensamble d’archi è davvero un’eccellenza a livello internazionale e resta sul palco della Filarmonica a sfavillare come il vero solista della serata.

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