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QT n. 3, marzo 2014 Monitor: Libri

Gustav Klimt e Malcesine: la famiglia Zuckerkandl e il mistero di un quadro scomparso

La Malcesine di Klimt e il destino degli ebrei viennesi. Paolo Boccafoglio, Arco, Il Sommolago, 2013, pp. 239, € 25

Gustav Klimt e Malcesine: la famiglia Zuckerkandl e il mistero di un quadro scomparso

“Malcesine am Gardasee” di Klimt è senz’altro la più celebre opera d’arte ispirata al lago di Garda: nelle edicole dei paesi gardesani se ne trova sempre una riproduzione formato-cartolina. È stato dipinto assieme ad altri due splendidi quadri (“Kirche in Cassone” e “Italienische Gartenlandschaft”) nell’ultima estate di pace del 1913, durante la vacanza passata dall’artista viennese fra luglio e settembre in una casa di campagna sulla penisola di Val di Sogno, a sud del paese. Dal Dosso Fèri, Klimt deve aver puntato il suo cannocchiale una volta a nord verso la colorata schiera di case che si addensa sotto il castello di Malcesine, scendendo fino alla riva del lago, ed una volta a sud verso la chiesa di Cassone (l’altro quadro invece è una immagine fiorita del dosso, realizzato senza uso del cannocchiale).

Il recente volume di Paolo Boccafoglio “Gustav Klimt e Malcesine” ricostruisce la storia di questo quadro, ma fa molto di più, prendendolo come spunto per seguire la vicenda della famiglia di ricchi ebrei viennesi Zuckerkandl che lo acquistarono e lo conservarono - insieme a vari altri quadri di Klimt, con cui erano in rapporti di amicizia - fino all’annessione dell’Austria al Reich nazista.

E attraverso la storia di questa famiglia, del loro ambiente e della loro rete internazionale di relazioni, ricostruisce anche i tratti di una stagione di straordinaria fioritura culturale, che ha portato a piena maturazione tutte le intuizioni della modernità, per lasciare poi il passo alla stagione delle barbarie naziste, durante la quale la famiglia Zuckerkandl viene perseguitata e distrutta, assieme al resto del mondo ebraico viennese - che aveva dato alla città il fior fiore della sua intellighentia ed era ampiamente integrato nella classe dominante - passato dalle 200.000 persone del 1923 (il 10% della popolazione) alle 5000 del 1945.

Paul Klimt, Malcesine am Gardasee

Ma nella storia di “Malcesine am Gardasee” c’è anche un mistero, che Boccafoglio illustra con ottimo piglio narrativo, lasciando il lettore con una suspense. Il quadro è stato dato per perso durante l’incendio appiccato dagli ultimi SS in fuga al castello di Immerdorf, dove era stata ricoverata la raccolta Lederer, nella quale erano confluiti anche Klimt di proprietà Zuckerkandl. “Malcesine” però non risulta nell’elenco dei quadri che vi erano stati effettivamente depositati, mentre precedentemente i Klimt della raccolta Lederer avevano suscitato l’interesse del governatore nazista di Vienna von Scirach.

Non sarà che questo interesse abbia anche comportato qualche sottrazione del gerarca nazista (o di qualcun altro) dalla collezione? Vorrebbe dire che il quadro dato per disperso avrebbe forse potuto invece salvarsi, e magari giacere ancora in qualche ben protetto riparo, celato a protezione dal rischio di restituzione ai legittimi proprietari ebrei che la legge austriaca esigerebbe. Ogni tanto salta ancora fuori qualche deposito segreto del genere, l’ultimo non più tardi di qualche mese fa.

La speranza è l’ultima a morire, anche quella di poter rivedere con gli occhi di Klimt la Malcesine di prima di quel crinale storico che è stata la maledetta Grande Guerra di cento anni fa, che ha preparato tutto il resto.

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