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QT n. 10, ottobre 2015 Trentagiorni

Menare il can per l’Italcementi

Giunta Rossi e Comune di Trento hanno messo al lavoro Patrimonio del Trentino per “riqualificare l’ex-Italcementi” a Piedicastello. Come ha spiegato l’assessore Gilmozzi, verrà spostato Trento Fiere, e sorgeranno uno studentato universitario, alberghi, case, aree verdi, e uno “spazio di comunità” polivalente per eventi, concerti, spettacoli e anche esposizioni (all’aperto?).

A noi sembra un guazzabuglio. Intendiamoci, molto meglio del progetto di Dellai di trasferirvi le scuole superiori, ora ottimamente ospitate in via Barbacovi in edifici testé ristrutturati, per creare un fantomatico “villaggio tecnologico” grazie al contemporaneo trasferimento di Informatica Trentina: come se bastasse giustapporre topograficamente il pachiderma informatico provinciale e gli studenti diciottenni per ottenere chissà quali sinergie intellettuali. In realtà, si sa, il progetto dellaiano non era dovuto solo alla sua ormai acclarata megalomania, ma alla necessità di giustificare l’acquisto dell’area dal buon amico e presidente della Cooperazione Diego Schelfi, che a sua volta l’aveva acquistata da Isa quando era presidente di entrambe le realtà, e poi se l’era trovata sul groppone. Insomma, la PAT dellaiana, come al solito, aveva pagato con i soldi pubblici una speculazione a vantaggio della finanziaria del vescovo; e per motivare il tutto si era inventato un insensato trasferimento di scuole. Rossi, arrivato in tempi di vacche magre, aveva stoppato il progetto, però si è ritrovato proprietario di un’area di cui non sa che fare. Ecco quindi la proposta odierna.

A noi pare una cosetta senza capo né coda. Lo spostamento di Trento Fiere sarebbe dovuto a un’altra necessità motivazionale: per giustificare la nuova biblioteca universitaria localizzata (e non ripetiamo perché, i nostri lettori conoscono la storia) in fondo al quartiere alle Albere, si cerca di trasformare in universitaria parte dell’area intermedia. Di qui lo sfratto a Trento Fiere. Ma ci saranno i soldi per quest’operazione, che non è certo una priorità?

Lo studentato. Sembra un jolly: quando c’è da riempire un buco, s’inventa uno studentato universitario, vedi l’area delle Cantine Girelli, che da cinque anni dovrebbero essere sfrattate in favore di uno studentato, in realtà per dare alla LaVis i soldi del terreno. Ma come nel caso di viale Verona, di un nuovo studentato non c’è proprio bisogno: dubitiamo seriamente che si vada avanti. Poi, alberghi: mah. Case e aree verdi: certo. Spazio di comunità per eventi, concerti, ecc: sempre benvenuti, ma non ce ne sono già?

Insomma, “il progetto a cui stiamo lavorando” - come dice Gilmozzi - ci sembra quello di menare il can per l’aia.