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QT n. 12, dicembre 2015 Trentagiorni

Un regalo alla Lega

La manifestazione in difesa della operatività dell’ospedale di Fiemme è stata un successo strepitoso. In una fredda serata di novembre oltre mille persone hanno potuto applaudire la presenza dei vari Civettini e Cia, dei sindaci leghisti di Fassa, tutti scatenati contro la Provincia, Ugo Rossi, Borgonovo Re, Luca Zeni.

Era veramente difficile in queste valli preparare alle destre un piatto di voti tanto ricco. Ma PD e PATT ci sono riusciti. Certo, durante la manifestazione si è cercato di non dare valore partitico alla iniziativa, ma i discorsi pronunciati, le accuse ben dirette e ben documentate, hanno fatto effetto. Lo avevamo scritto: sul tema degli ospedali di periferia i partiti di governo si giocano il loro futuro elettorale. Ed oggi non vi è più dubbio: il PD sparirà definitivamente da ogni periferia e il PATT ne uscirà ridimensionato.

Nel corso della serata è stato ampiamente dimostrato come la chiusura dei reparti maternità non porti sicurezza alle madri. Sono ormai innumerevoli i casi di madri delle valli che a Trento hanno subito ritardi inconcepibili nell’intervento, problemi incredibili in chirurgia. Sono stati elencati i disservizi continui presenti al Santa Chiara, la mancanza di personale, di posti letto, di incontro con il paziente. Durante questi mesi i dirigenti dell’Azienda Sanitaria hanno usato la stampa locale, ben sorretti dai direttori dei quotidiani (che vivono a Trento) per portare discredito agli ospedali delle valli: hanno proseguito un’azione in corso da anni di impoverimento dei servizi, non hanno sostituito medici e anestesisti proprio per dimostrare l’insicurezza delle prestazioni. E ci sono riusciti. Infatti, appena possono, i malati delle due valli non vanno a Trento, ma si recano a Bolzano, appesantendo sempre più i costi della nostra Azienda e facendo sorridere per tanta grazia gli amministratori altoatesini.

Vale la pena ripeterlo: veramente intelligenti i nostri amministratori provinciali. Mentre chiudono gli ospedali comprano gli impianti sciistici destinati al fallimento. Con soldi pubblici.