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QT n. 3, marzo 2017 Trentagiorni

PRG, il “dibattito”

I nostri lettori avranno forse notato come QT non segua il “dibattito” attorno al nuovo PRG di Trento. Il fatto è che, come più volte abbiamo sottolineato, questi sono vuoti esercizi retorici, in cui politicanti e supposti addetti ai lavori sciorinano belle parole in libertà, che nulla hanno poi a che vedere con le effettive dinamiche che mutano la città. Retorica quindi, e vacua ricerca di qualche spazio sui media; ma anche sostanziale malafede: nessuno di questi esperti dell’urbanistica ha poi mai nulla da ridire quando i poteri veri ridisegnano, in base ai propri particolarissimi interessi vedi biblioteca universitaria, porzioni decisive della città. “Nulla di quello che è stato pianificato si realizza, e tutto quello che si realizza non è stato pianificato”: questa irridente massima del presidente di Italia Nostra, ci sembra descrivere, pur con qualche esagerazione, lo stato delle cose.

La riprova? Le ultime discussioni sono sulla localizzazione di Trento Fiere all’ex-Italcementi. Dove sarebbe da notarsi (ma solo noi lo facciamo) come l’espulsione della società fieristica dalla sua sede non sia mai stata prevista e meno che mai pianificata, ma sia invece un ricasco dello spostamento della biblioteca universitaria alle Albere e del tentativo (mai discusso in nessuna sede in quanto improponibile) di cercare tutti i mezzi possibili per rendere un po’ più attrattiva la fallita speculazione in quel quartiere. E d’altronde anche la disponibilità dell’area dell’Italcementi non deriva da alcuna pianificazione. Anzi, quando si poteva acquistarla a prezzo di favore, l’allora sindaco Alberto Pacher dichiarò che all’ente pubblico non interessava. Così l’area fu acquistata – guarda un po’ - da Isa (presidente Diego Schelfi) e da Isa fu venduta, con guadagno milionario, alla Federazione delle Cooperative (presidente sempre Diego Schelfi) che se la ritrovò sul groppone. A lenire i problemi dell’amico Diego intervenne Lorenzo Dellai, che la fece acquistare dalla Pat, prevedendovi un demenziale spostamento degli istituti tecnici. Subentrato Rossi a Dellai, e finiti anche in Piazza Dante gli anni delle vacche grasse, ci si accorse che gli istituti tecnici stanno benissimo dove sono (nel quadrilatero attorno a via Barbacovi-via Grazioli) e l’area Italcementi rimase senza destinazione. Questa la genesi dello spostamento di Trento Fiere: come si vede, nessuna progettazione, nessuna pianificazione all’interno di un ripensamento della città, ma una serie di accadimenti casuali, mero effetto di speculazioni e rapporti fra potenti.

E il “dibattito” tra gli esperti? Mah...