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Valdastico: un assurdo balletto

Luigi Francesco Traverso

Penso ai buonanima di Piccoli, Rumor e Bisaglia, nati a Trento, Vicenza e Rovigo. Che Dio li abbia in gloria! Penso al progetto di strada che porta il loro nome, Pi.Ru.Bi., ideato negli anni 70. Penso all’anno 2017 quando, dopo quasi mezzo secolo di tira e molla, di prova, riprova, approva, disapprova, siamo ancora a sentir parlare di quel progetto. Ha cambiato nome, ma quello è.

Adesso però ci siamo evoluti. Se per decenni si è parlato dell’utilità o dell’inutilità dell’opera, se fosse giusto o meno incentivare con nuove strade il trasporto su gomma e non su rotaia, adesso siamo al dilemma di dove far sbucare “la cosa”, quest’opera da terra di confine che per il Veneto sembra indispensabile e per il Trentino un peso.

Intanto nel Veneto vanno avanti a costruire stradelle e stradoni, mi permetto di dire in maniera scoordinata. L’unica opera stradale di un certo rilievo è il passante di Mestre. Per il resto basta andarci nel Veneto e tentare di arrivare a Jesolo e a Caorle, il mare dei trentini, per accorgersi che l’unica cosa che è aumentata sono gli autovelox e non certo le strade a scorrimento veloce.

In Trentino si lavora alacremente per la realizzazione dell’alta velocità ferroviaria, a significare evidentemente che la scommessa si gioca sul trasporto su ferrovia, però intanto nella tratta della Valsugana i bei treni con i sedili in loden vanno quasi a carbone e la linea, con tutte le sue curve come una bella signora, è sempre a binario unico e da elettrificare.

Il miglioramento? Prima partivi da Trento per Venezia e non dovevi cambiare treno, adesso si deve cambiare a Bassano del Grappa, con il rischio di perdere la coincidenza (mi è già successo).

Tornando alla Valdastico, sembra che il no al completamento sia un ni. Sembra che i nostri politici si oppongano allo sbocco dell’autostrada, però… se invece di uscire a Besenello e/o comunque in Val d’Adige c’è una bretella che magari arriva a sbucare a Caldonazzo, servendo o distruggendo quella zona, il discorso si potrebbe anche aprire. Sono solidale con l’Amministrazione Comunale di Caldonazzo.

Non riesco a comprendere quale sia la vera posizione della Provincia di Trento su quest’opera. Ma questa strada, che si chiami autostrada, che si chiami PiRuBi o che si chiami superstrada serve o non serve?

Se serve, come si dice, per lo sbocco del Veneto verso l’Europa e viceversa, ha un senso farla uscire in Val d’Adige o in Valsugana? Ma veramente c’è qualcuno che pensa che l’uscita di questa “cosa” in Valsugana, possa migliorare la viabilità in questa valle? Ma veramente si pensa che le merci debbano avere un futuro con il trasporto su gomma? Se sì, per quale motivo si investono un mare di soldi pubblici per realizzare la tratta ferroviaria ad alta velocità verso l’Austria?

Se si crede nel trasporto ferroviario, invece di celebrare i cinquanta anni della dismissione della ferrovia Ora-Predazzo e fare tavole rotonde per parlare della nuova ferrovia Trento-Val di Fiemme, non si investe e si lavora per potenziare la ferrovia della Valsugana invece di continuare a parlarne?

Dimenticavo una cosa: per ridurre il traffico di autotreni e auto-articolati in Valsugana basta un cartello di divieto. Neanche un progetto.

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