Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 1, gennaio 2018 L’editoriale

Fare l’Europa. Poi, faremo gli europei

Giornali, radio, televisione e social sono stati invasi da cronache e confronti politici su argomenti di nessuna rilevanza pratica. Il passaporto austriaco ai sudtirolesi di Bolzano, meschina iniziativa del nuovo governo di destra insediatosi a Vienna, ha provocato una esplosione fortunatamente spentasi in pochi giorni. Ma che se ne fa uno di un secondo passaporto? Uno è fin troppo in Europa, dove basta la carta d’identità. Che significato pratico può avere una simile idea? Ma serviva per riaccendere vecchie passioni, insomma per tornare indietro.

La povera ex ministra Boschi si è trovata a dominare la scena di una implacabile polemica perché aveva osato, senza alcuna pressione, interessarsi della sorte di una banca operante nel suo territorio, sospettata di proteggere la posizione di suo padre che ne è il vicepresidente. Conflitto di interessi! È più che doveroso che una persona, ancorché ministro, si informi delle sorti di una banca che rischia di danneggiare una moltitudine di persone. Eppure questo ovvio comportamento domina da settimane lo scenario della nostra politica con accenti catastrofici.

Ma anche la legge sullo jus soli, che si limita a riconoscere la cittadinanza ad 800.000 ragazzi già perfettamente integrati nella nostra società, ha sconvolto il quadro politico per mesi, concludendosi con un nulla di fatto, nonostante la sua assolutamente irrilevante influenza sulla reale problematicità del paese.

Polemiche inconsistenti. E ce ne sarebbero altre che vi risparmio. Ciò che conta davvero è invece totalmente assente dal confronto politico.

Siamo in campagna elettorale. Il 4 marzo 2018 andremo a votare per il nuovo Parlamento. Assistiamo ad un frenetico lavorio per raccogliere gruppi e gruppetti, individuare candidati, concepire alleanze e coalizioni, dominati dalla preoccupazione che tutto ciò non giovi a superare la paralizzante disposizione del nostro elettorato a dividersi in tre parti equivalenti, nessuna delle quali riuscirà ad esprimere un partito con una maggioranza sufficiente per governare.

Una situazione di stallo che però non è addebitabile al corpo elettorale.

È solo la conseguenza di una politica priva di contenuti che riguardino i problemi reali del nostro tempo. Su di essi infatti non vi è alcun confronto.

La globalizzazione che ha rimpicciolito il mondo, una popolazione che in meno di un secolo è più che raddoppiata, la marea delle immigrazioni, Stati con dimensioni continentali come Cina, India, Stati Uniti... Cosa contano in questa realtà l’Olanda od il Belgio, o la stessa Germania? Non c’è bisogno di essere dei geni per capire che per far fronte a questo mondo ed a quello che si prospetta, l’Europa, con lingue diverse ma con storia e cultura comune, deve subito darsi un ordinamento politico unificato. Ma i popoli non sembrano non avvertire questa esigenza. Essi obbediscono all’istinto di chiudersi, di tornare indietro, di proteggere e salvare se stessi. Ritorna il sovranismo ed il nazionalismo.

Ma la cultura politica dovrebbe capire la estrema pericolosità di una simile tendenza. La politica appunto deve essere una cultura che riconosce i problemi reali della società, individuandone le adeguate soluzioni. L’Europa federale è un passaggio obbligatorio. Solo Macron in Francia ha mostrato una tale consapevolezza. Urge una intesa fra gli Stati europei a ciò disponibili che preveda un Parlamento europeo eletto su liste europee e non nazionali, il quale esprima un governo con poteri per una politica estera e di difesa unitari, una competenza economica e fiscale in grado di controllare i fenomeni economici.

Non è un passaggio facile, ma è inevitabile. I singoli Stati nazionali devono sfumare. I loro poteri non trasferiti all’Europa devono essere decentrati, secondo un modello federale, ad enti territoriali omogenei.

Certo, si tratta di un progetto storico rivoluzionario, ma ogni giorno sempre più maturo. Ed inevitabile, se vogliamo salvare l’Europa. La politica non sembra adeguata. Eppure questo è il suo compito. Se ponesse all’ordine del giorno un tale progetto, su di esso anche l’opinione pubblica dovrebbe confrontarsi.

Del resto facciamoci ispirare dalla storia. L’unità d’Italia non fu voluta ed ottenuta dai popoli italiani. Essa fu voluta e realizzata da Mazzini, Cavour e dai Mille di Garibaldi. Quando fu compiuta, Massimo D’Azeglio disse: “L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani”.

Impresa non del tutto ancora conclusa. Ma quell’esperienza ci insegna che ora bisogna fare l’Europa, poi faremo gli europei.

Parole chiave:

Articoli attinenti

In altri numeri:
I furbetti al governo
Imbrogli e bugie

Commenti (3)

Chi tesse la regnatela dell'UNIONE EUROPEA..? Luca Micheli

Nel 1847 il Metternich scrisse che l'ITALIA non era altro che un espressione geografica- e come non dargli torto? Guardiamoci tra noi ad oggi 2018! Anche l'Impero austro-ungarico era solo un conglomerato, un minestrone di 20 etnie e 3 religioni in contrasto fra loro...impero di cui faceva parte anche il TRENTINO. Per unico motivo di spremere il popolo a benficio di una casta aritocratica. Nemmeno l'Unita'd'Italia e' partita dal popolo che la abitava… ma parti' dalle stanze di ricchi bancari massoni inglesi che finanziarono in cascata vari personaggi…. Del resto Garibaldi i soldi non li aveva e il savoiardo-torninese era pieno di debiti. L'Unione Europea? Visto che lei Renato Ballardini fu vicepresidente del parlamento europeo…mi sarei aspettato che si fosse documentato sull'origine, la storia di quella cosa che si chiama: UNIONE EUROPEA. Chi la finanzio' visto che e' CERTO, i popoli che la abitavano e la abitano mai scesero in piazza chiedendo di crearla! La gente che su Kalergi non sa nulla se non 10 minuti di wikipedia (ITA poi!) associa il suo nome alle 2 guerre mondiali. Ma la sua vita non ha nulla a che fare con cio' nemmeno con la 1' Guerra Mondiale , a cui non prese parte perche con suo fratello maggiore Hansy, si fece raccomandare dai parenti aristocratici del padre HEINRICH (morto misteriosamente nel 1906...interessante...) per farsi ESONERARE dal SERVIZIO MILITARE! Si la cultura della RACCOMANDAZIONE...imbullonata nei Kalergi... ed al fronte ci vanno i poveri contadini ed operai! Il Richard Kalergi autore del libro PANEUROPA 1923 a cui fece seguito l'associazione ed i congressi annuali , fu il tessitore dell'attuale dinosauro che abbiamo a Bruxelles. Per tessere la sua ragnatela , fu finanziato, non dal popolo, non dai partiti, ma dai banchieri (particolamente ebrei) e dagli aristocratici nobili (prettamente terrieri feudali) in decadenza. Lo mantennero per tutta la vita per svolgere qusta trama ...la lobbyng per creare quello che oggi abbiamo a Bruxelles: un apparato al servizio di coloro che lo finaziarono : banchieri , finanza, grande industria monopolista... le poi future CTN (multinazionali). Anchela Svizzera e la Norvegia ad esempio fanno parte geograficmente dell'Europa, ma se ne sono ben guardate ed hanno fatto dei referendum interni (noi invece NO!!!) se aderire o meno all'unione Europea e all'EURO! Loro hanno rifiutato! E SVIZZERA E NORVEGIA non sono mai entrate in guerra. Mentre noi Unione Europea abbiamo guerreggiato alla fine sotto l'etichetta di Guerre “pacifiste” per esportare la democrazia… Non ultima la guerra alla LIBIA sotto regia della FRANCIA!!! (+USA) . Vero motivo? Gheddafi stava “costruedeo” il sistema monetario alternativo a dollaro ed euro per pagare il petrolio africano il DINARO d'ORO. L'Unione Europea non fu creata per il popolo , come l'€ EURO, non fu creato per la plebaglia come ammise lo stesso ATTALI!. E Richard Kalergi non si era certo dedicato per la plebaglia a tessere l'Unione Europea! Consiglio di leggere il suo primo libro del Kalergi quello del 1922 intitolato ADEL , dove lui mette nero su bianco su come lui consideri il popolo di “campagna” rispetto a quello di “citta'” e sulla sua idea (pagine 22 e 23) di immettere nel torrente sociale europeo , popolazioni asiatiche ed africane per realizzare una popolazione simile agli antichi egizi, meticcia! Questo ovviamente , lui da aristocratico in decadenza , non lo faceva certo per scopi umanitari, tutta'altro e la prova e' riscontrabile visitando il castello di Ronsberg dove visse la sua infanzia… Studiando la sua vita , come ho fatto io da circa 3 anni , le cose mi sono diventate chairissime inequivocabili. P.S. nel 1903 visse per mesi ad Arco con la madre ed il padre. Poi nel 1906 fino ottobre 1908 a Bolzano e Bressanone. Le motivazioni? Ggg non di certo nobili! Ma prossimanete le si potranno pubbicare in un libro!

Astrazione? E' soprattutto un progetto necessario Renato Ballardini

Il signor Luca Micheli, giudica l'assoluta necessità di fare l’Europa da me sostenuta, “solo astrazione”. Non posso dargli torto: tutti i progetti culturali infatti, prima di essere realizzati, sono “solo astrazione”. Non c’è dubbio che allo stato attuale l’Europa federale, cioè democratica, è solo un progetto, cioè un’astrazione. Ciò non toglie che essa sia un progetto la cui realizzazione è necessaria ed urgente.
L’idea di un Europa unita non è nuova. Luca Micheli cita in proposito Richard Kalergi, del quale non so molto. So che era un conte austriaco, vissuto nei primi 70 anni del secolo breve, durante il quale l’Europa fu lacerata da ben due grandi guerre intestine. Non so perché sia venuto a vivere nel Trentino, e ringrazierò Luca se me ne darà notizia. So che, come anche altri (persino Trotzkij) già a quei tempi ebbe a concepire l’idea di un Europa unita. Era un’idea non solo astratta, ma assolutamente irrealistica.
Ora è diverso. Sono più di settant’anni che non facciamo guerre. Da alcuni decenni è iniziata una fase di integrazione economica, gestita da banchieri, tecnocrati e dai governi nazionali. Ciò non basta, anzi può essere dannoso. Occorre un passo avanti, molto importante, cioè dotarla di un ordinamento democratico.
I popoli non avvertono questa esigenza?
È vero, ma non è insolito che i popoli ignorino quali siano le vie del loro progresso.
È compito dei gruppi dirigenti, della politica elaborare i programmi per risolvere i problemi concreti del momento e tracciare le vie di un futuro migliore. Tali compiti presuppongono una cultura.
Che purtroppo scarseggia.
Come dimostra la campagna elettorale a cui assistiamo.

l'Unione Europea di Ballardini ! (solo astrazione) Luca Micheli

Mi spiace x Ballardini ed i suoi slogan...su EUROPA. Perche' invece non ci dedica un articolo ben fatto sulla genesi dell'Unione Europea? Chi l'ha voluta e promossa. E con quali scopi? Perche' a cercare in archivi dei quotidiani, per decenni nei principali 15 stati europei, non si trovano folle che abbiano mai riempito: piazze, cinema, sale, costituite da persone "europee " che abbiano chiesto l'Unione Europea! Nemmeno i partiti 1960-1970...avevano nei loro programmi l'"Unione Europea". Nessun partito ha mai chiesto il trattato di Lisbona o Maastricht e nemmeno l'EURO! Nessuno! Dunque (1) non e' partita dal popolo ...che non l'ha mai chiesta! La: Unione Europea + EURO sono dei "programmi politico-finanziari" promossi guarda caso piu' da persone estere che europee! Prendiamo ad esempio il Richard Kalergi considerato dagli europeisti (pro Europa) il padre dell'Unione Europea! Colui che scrisse PANEUROPA 1923...una rivista PANEUROPA e decine di CONGRESSI per PANEUROPA. A Ballardini, di farci l'onore di raccontarci chi veramente era Richard Kalergi. Dietro la fiaba , il "castello di carte" di Kalergi chi veramente sia stato. E visto che Ballardini e' trentino...potrebbe anche completarlo l'articolo giornalistico, raccontandoci come e perche' nel 1903 e poi 1907 Richard Kalergi venne a vivere per mesi e mesi nel Trentino Alto Adige . Dove e in quali luoghi! Cordiali saluti.
Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.