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Come da copione, la purga di Divina

Il problema della democrazia all'interno dei partiti: e il caso clamoroso della Lega Nord, partito teocratico a livello nazionale, e feudale in campo locale.

Eravamo stati facili profeti (Come i bei partiti di una volta. Anzi, peggio): il congresso della Lega Nord, conclusosi con la vittoria del presidente Sergio Divina, avrebbe significato la rapidissima rovina politica dei suoi avversari.

E difatti, tempo un mese, questi ultimi sono stati espulsi dal partito: espulso Bruno Marzari, candidato al posto del segretario (e uomo di Divina) Savoi, espulso Lunelli, candidato alla poltrona dello stesso Divina, espulso Aldo Maurina, l'intellettuale del gruppo, già ghost-writer dei consiglieri leghisti e diventato la mente dei dissidenti.

E così Sergio Divina, dopo aver epurato gli ex-parlamentari Bertotti e Armani, i consiglieri provinciali Muraro, Vecli e Delladio, l'ex-segretario Puecher, e tutta una serie di personaggi minori, ha fatto fuori anche questi suoi ultimi avversari.

Questa volta l'accusa è stata quella di essersi riuniti in una trentina alla birreria Pedavena, dando di fatto vita a una corrente, "cosa non ammessa nella Lega ". "Ma come? - ha tentato di replicare uno dei dissidenti - Alle elezioni del Parlamento Padano ci siamo presentati con partiti diversi, e adesso non possiamo neanche riunirci in correnti?"

Santa ingenuità: di chi magari alla bubbola delle elezioni padane ci credeva veramente; e che forse credeva pure che un partito come la Lega, teocratico in campo nazionale (la divinità è Bossi) e feudale in campo locale (il signorotto è Divina), potesse anche essere democratico.

Il fatto è che - come abbiamo già sottolineato - il problema della democrazia nei partiti non è solo un problema della Lega. La quale ce ne fornisce una versione particolarmente folkloristica ed estremizzata, ma riguarda tante altre formazioni politiche.

Resta aperto il problema di fondo, già apertosi quando il Procuratore della Repubblica Granerò avviò una - discussa - indagine sulle tessere fasulle del Patt (Tessere false e democrazia): possono delle istituzioni - quelle elettive - che si vogliono democratiche, essere nelle mani di altre - i partiti - che spesso democratiche non sono? E come mai i partiti, anche quelli che della democrazia fanno una bandiera, di tutto questo non si preoccupano? Anzi, come mai, con un antipatico riflesso corporativo, della pur discutibile iniziativa di Granero hanno solo colto, enfatizzandoli, gli aspetti più dubbi?

E ancora. Probabilmente alle elezioni del '98 la Lega verrà premiata, indipendentemente da qualsivoglia arbitrio Divina o altri possano consumare al suo interno. La mitica società civile è così poco attenta a queste cose? E perché?