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QT n. 4, 21 febbraio 1998 Servizi

E anche la Rete fa la sua lista. Come mai?

Il movimento La Rete ha in questi giorni iniziato a promuovere una lista per le prossime elezioni provinciali. Una lista civica, che intende porsi come riferimento alla cospicua parte degli elettori dell'Ulivo che non si riconoscono nei partiti (Pds, Popolari, Verdi...) che pur formano la coalizione.

La decisione della Rete suscita perplessità, perché, in fin dei conti, rischia di risolversi nella presentazione dell'ennesima listarella alla ricerca di uno-due consiglieri, insistendo nell'attuale perniciosa frammentazione del Consiglio. E da un movimento come la Rete, nato con una foltissima caratterizzazione etica e non condizionato dalle necessità di trovare comunque una collocazione a personale politico di professione, ci si sarebbe potuti aspettare altre decisioni. Per di più in concomitanza con lo sforzo di altre formazioni della sinistra, che attraverso il progetto della Sinistra Federata, cercano invece di andare verso l'aggregazione, la federazione delle forze, l'intersecarsi delle culture.

Esprimiamo queste nostre perplessità a Vincenzo Passerini, già assessore all'Istruzione e coordinatore della Rete.

"Partiamo da due presupposti. Il primo è che le attuali forze politiche rappresentano solo in parte l'elettorato, che è più avanti del sistema politico. Il secondo che il progetto trentino della Sinistra Federata, che è serio anche se ancora lento, riguarda solo la sinistra; e il resto dell'area potenzialmente dell'Ulivo rimane scoperta. Per questo noi proponevamo la lista unica dell'Ulivo, in cui si sarebbero ritrovati tutti i suoi elettori. Purtroppo la concezione 'debole' dell'Ulivo ha reso inattuale quella proposta, e ha trasformato la coalizione in un mero marchingegno elettorale, buono per far eleggere i propri esponenti, e poi

da scaricare. A questo punto lavoriamo perché I ' Ulivo diventi più forte, più stabile, cercando di aggregare tutta la gente che ragiona non in termini di partito, ma di coalizione."

Non capisco questa vostra equidistanza. Se guardiamo all'esperienza di governo - l'Andreotti 2 - con le forze di sinistra voi siete stati in perfetta sintonia, nei ragionamenti, nei programmi, nelle riforme fatte e in quelle da fare. Mentre gli ex-Dc sono stati tenacemente contrari ad ogni rinnovamento, ad ogni riforma.

"Il Pds sta facendo un tentativo di rinnovamento, che è però inadeguato; al di là delle buone intenzioni locali, tale è il processo nazionale. Nella Cosa2, anch'io che vengo da una tradizione di cattolico democratico, mi sentirei solo un ospite gradito in casa d'altri: perché lì il problema sembra essere il rapporto tra post-socialisti e post-comunisti; discorso serio e vero, ma in cui io non mi ritrovo. Ora è vero che Albergoni afferma che in Trentino si può fare di più, andare più avanti; ma, soprattutto oggi, la politica vive in un contesto nazionale e internazionale, i soggetti politici locali sono solo un momento di transizione."

Ma allora una lista civica? Più locale di quella...

"Anzitutto la nostra proposta vuole collegarsi con tanti analoghi tentativi nell'Ulivo, a iniziare da quello di Cacciari. E poi noi ci poniamo come un momento di cambiamento, un punto intermedio. Per questo credo che la facilità di dialogo, la sintonia di cui lei parlava prima, sia un patrimonio, che ci permette di fare da collante tra sinistra, mondo cattolico, mondo laico. E dare rappresentanza all'elettorato che nel vecchio schema politico non si sente più rappresentato."

Un'ulteriore perplessità: i vostri interlocutori nel progetto di lista civica. Alcuni dei quali si sono dimostrati quanto mai ambigui, a iniziare dal coordinatore dell'Ulivo Zorzi, sempre silenzioso su tutti i progetti di riforma, per non disturbare i rapporti coi Popolari...

"E' evidente che nella nostra proposta ci sono rischi. Ma rischiare bisogna. Però ci si può garantire: un modo può essere quello di nominare alcuni garanti, personalità autorevoli che aiutino la proposta a camminare, mettendo alcuni paletti perché ci siano sì condizioni di apertura, ma anche di qualità. Edora, è pur vero che nell'attuale legislatura la nostra rappresentanza ha subito una frammentazione (dei quattro consiglieri eletti con la Rete nel '93, tre, Palermo, De Stefani e Arena, se ne sono andati, n.d.r.), ma questo è un problema generale: tutti i partiti (anche il Pds con l'abbandono di Viola a Balzano) si sono spaccati. Oggi, nel momento della politica post-ideologica, tenere unite le persone è un problema generale."