Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

L’arresto di Pinochet

Chi è stato il dittatore cileno e perché è auspicabile che sconti le sue colpe

La notizia dell'arresto di Pinochet è giunta inaspettata. Non sembrava credibile. Poi i mezzi d'informazione hanno confermato: la polizia inglese ha effettivamente arrestato il dittatore cileno su ordine della Magistratura spagnola. Su Pinochet pende l'accusa di "terrorismo, torture e genocidio " per la sparizione di 79 cittadini spagnoli nel periodo della dittatura fra 1973 e il 1980. Sono passati 25 anni e i giovani d'oggi, quelli che almeno nel 1973 non erano ancora nati, non sanno alcune semplici e sconvolgenti verità: Pinochet progettò ed eseguì con l'appoggio degli Usa il golpe che distrusse la democrazia cilena, ordinò le esecuzioni di massa nello stadio di Santiago, diresse l'attività della polizia segreta, la Dina, che dopo le torture era solita disfarsi dei prigionieri gettandoli ancora vivi nel Pacifico a bordo di aerei militari; oppure murandoli vivi in caverne o miniere abbandonate. I giovani, le donne e gli uomini che guardano le TV di Berlusconi o anche le svagate reti della Rai, non possono sapere, e giova dunque scriverlo, che Pinochet ha liquidato fisicamente e fatto sparire migliaia di oppositori di ogni ceto sociale: studenti liceali ed universitari, operai, professionisti, contadini, attori, scrittori, sindacalisti e sacerdoti, uomini e donne, perfino bambini.

Il suo arresto è un elementare atto giustizia. Nel momento in cui scrivo nessuno può sapere come finirà la vicenda. Può darsi che Pinochet resti detenuto anche solo pochi giorni, poiché è possibile che prevalgano i giochi diplomatici, le convenienze politiche, i rapporti di forza. Nonostante ciò, quello del suo arresto è un gran giorno per la democrazia e per il diritto: almeno per un momento prevale la regola elementare secondo cui una società che non rinuncia a perseguire i crimini contro l'umanità, non rinuncia ad essere una società civile. La Magistratura spagnola e la polizia inglese con l'arresto di Pinochet hanno realizzato questa semplice regola di giustizia. Quando ha appreso la notizia, lo scrittore Luis Sepulveda ha detto: "Finalmente! Provo una profonda allegria ". La vedova di Salvador Allende ha dichiarato: "è una notizia splendida, sono molto contenta. Visto che non si poteva avere giustizia in Cile, che almeno si faccia all'estero. Questo è un giorno importante: sono migliaia i cileni che chiedono con forza che si arrivi alla verità. Da oggi possiamo ritornare a sperare". Viviana Diaz è la presidente della Associazione "Familiari dei desaparecidos" ed ha così commentato la notizia: "Da moltissimo tempo non avevamo un tale motivo di soddisfazione. Con questa decisione dei giudici inglesi recuperiamo una speranza alla quale solo la nostra forza d'animo ci ha consentito di restare aggrappati: quella di conoscere finalmente la sorte dei nostri familiari. Forse da questo momento l'impunità non sarà più garantita". A sua volta Volodia Teitelboim, capo storico della sinistra cilena, ha dichiarato che "si tratta di una notizia mondiale, un fatto nuovo che entra nella storia. Questa volta è arrivato un messaggio chiaro a chi viola i diritti umani in qualunque parte del mondo. E' qualcosa che sarà di grande aiuto in futuro, comunque vada a finire questa faccenda, anche se Pinochet dovesse essere liberato tra un giorno o due. Un fatto è certo: i golpisti del duemila non avranno più la stessa sorte, l'era dell'impunità assoluta è finita".

Possiamo essere d'accordo. Anche se non sconterà il carcere a vita come meriterebbe, il dittatore che sembrava intoccabile conosce l'umiliazione e la condanna morale dell'arresto in Inghilterra, patria della Magna Charta. Bisogna che i giovani sappiano che Pinochet è stato non solo un tiranno sanguinario, ma anche un personaggio abietto e vile con il gusto del tradimento per tutta la sua vita. Cominciò a tradire Allende e il ministro della difesa generale Prats, che l'avevano nominato Capo di stato maggiore perché difendesse la democrazia cilena. Successivamente tradì gli altri generali golpisti, eliminando i rivali uno dopo l'altro. "E continuando a tradire - come ha scritto Rampoldi su Repubblica - negli ultimi anni ha tentato di addossare i crimini della dittatura sul capo della polizia segreta, il generale Contreras. L'ultimo tradimento è stato troppo spericolato. Contreras, cresciuto alla sua scuola, ha fiutato la trappola che il Capo gli stava preparando. Così ha fatto sapere ai giudici spagnoli: "Pinochet non sapeva ? Ma come, se ogni giorno pranzavo con lui..."

"La storia - dice Pinochet - mi renderà giustizia per aver salvato il Cile dai rossi". Ma si sbaglia. Ora invece con il suo arresto e con l'auspicato processo è possibile che la giustizia renda al Cile la storia delle torture dei massacri che Pinochet voleva seppellire nell'oblio.

Meraviglia la protesta formale del Governo cileno per la presunta violazione dell'immunità diplomatica. Probabilmente il governo democristiano-socialista agisce sotto ricatto, per la paura della destra e delle Forze Armate i cui capi sono creature di Pinochet. Dal punto di vista giuridico, la reazione del Governo cileno è maldestra: Pinochet non può godere di immunità per il fatto di avere un passaporto diplomatico. Ai delitti di terrorismo e genocidio si applica il diritto internazionale e nessun cavillo può salvare Pinochet, salvo che il diritto non si trasformi fraudolentemente nel suo contrario.

Parole chiave:

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.