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QT n. 2, 23 gennaio 1999 Servizi

Val di Sole: classe dirigente cercasi

Le poco onorevoli imprese dell'assemblea del C7

Alberto Delpero

Non sappiamo a cosa abbiano brindato i membri dell’assemblea comprensoriale del C7 al buffet preparato a fine seduta il 30 dicembre: non certo alle loro capacità amministrative. A parte la desolante mancanza di interventi, proposte, riflessioni e di quant’altro dovrebbe contraddistinguere un’assemblea che si occupa della cosa pubblica, il comprensorio solandro ha dovuto restituire alla Provincia ben 117 milioni che gli amministratori non sono riusciti a spendere. Potrebbe essere anche un dato positivo il fatto che un comprensorio riesca a risparmiare, se non fosse che 97 di quei 117 milioni sono avanzati dal capitolo istruzione del comprensorio, che finanzia gli interventi delle assistenti educatrici, i buoni per l’acquisto dei libri di testo, le mense per gli studenti, gli assegni di studio e i progetti integrativi (corsi di nuoto, di sci, di lingue straniere ecc.). Chi conosce anche poco la Val di Sole sa che soffre cronicamente di un tasso di scolarità bassissimo, da sempre il fanalino di coda nelle tabelle statistiche provinciali. Risparmiare in questo capitolo significa togliere a chi non ha, fare i Robin Hood a rovescio. Solo il sindaco di Rabbi Franca Penasa, che è nel gruppo di maggioranza, ha chiesto chiarimenti su questo avanzo. Il presidente del Comprensorio, Pierantonio Cristoforetti le ha risposto che la cosa dipende dal mancato recepimento da parte delle scuole medie dei progetti integrativi proposti dal C7 ("Non dico che boicottano, ma sostanzialmente gli istituti scolastici non recepiscono o non pubblicizzano le nostre proposte.").

Per saperne di più su questi progetti rifiutati dalle scuole medie contattiamo l’assessore alla Cultura e all’Istruzione, Ornella Bertolini. Risposta: "Non mi ricordo, rivolgiti al segretario del Comprensorio". Sic.

Non indignamoci però solo con l’assessore, il merito della situazione è soprattutto del sindaco di Vermiglio Daldoss che ha sbalzato questa simpatica casalinga dalla cucina allo scranno di assessore comprensoriale. Proprio quel Carlo Daldoss astro nascente della Margherita, che nella recente campagna elettorale sosteneva la necessità di "investire in cultura" e sempre in osservanza a questo principio, è sindaco dell’unico comune che non ha ancora, a 4 anni dalle elezioni, il Consiglio di biblioteca e la Commissione cultura.

Tornando ai 97 milioni avanzati, il segretario del Comprensorio dice che non riguardano progetti specifici e l’avanzo è causato dalla diversa organizzazione del bilancio provinciale che scade con l’anno solare, e del bilancio delle amministrazioni scolastiche che scade invece con l’anno scolastico. Il che non è vero, perché anche il bilancio delle amministrazioni scolastiche segue l’anno solare e comunque il presidente Cristoforetti ha parlato espressamente di progetti.

Come si dice in valle, siamo al campo delle cinque pertiche, cioè al punto di partenza. Ci rivolgiamo allora ai diretti interessati: le scuole medie. Udalrico Fantelli è stato preside della media di Ossana dal ’94 al ’98 e in passato è stato anche assessore comprensoriale alla Cultura e all’Istruzione: "Mai visti progetti proposti dal comprensorio. - dice il preside - Ogni anno arriva il piano relativo alle assistenti educatrici e agli altri interventi ordinari, ma escludo nella maniera più assoluta la presenza di progetti organizzati dal comprensorio. In fatto di progetti integrativi il C7 si è sempre limitato a finanziare nella misura del 50% corsi organizzati da noi. A me non sono mai avanzati soldi perché ogni anno chiamavo presidi e direttori didattici due o tre volte in modo da impegnare tutti i fondi a bilancio. Questa giunta non ci ha chiamati neanche una volta per fare verifiche sulla legge 30 inerente al diritto allo studio".

Ma questa bella storiella di incapacità amministrativa riguarda purtroppo, anche l’opposizione ulivista; che non solo non ha detto una sillaba sulla questione sopra trattata, ma si è ulteriormente distinta. Nelle settimane precedenti, l’Ulivo aveva chiesto le dimissioni della giunta in seguito al balletto di alcuni membri che giocavano a fare i Mastella locali. Non avendo ottenuto il punto all’ordine del giorno riguardante le dimissioni, l’Ulivo aveva adottato quella pratica che nel Consiglio provinciale rinfaccia al centro-destra come mancanza del senso delle istituzioni: far mancare il numero legale. Ma nella seduta del 30 dicembre eccoli accontentati: nell’ultimo punto all’ordine del giorno si discutono e si votano le dimissioni presentate dalla giunta e dal presidente. Ma dopo tutto il cancan per avere quelle dimissioni, gli ulivisti si accorgono di non avere alternative con cui sostituire la Giunta in carica e comunque di non avere, grazie alle numerose assenze nel gruppo, i numeri per vincere. Sicché, quando si arriva al punto in questione, si concorda di rinviare la discussione.

Se ne riparlerà fra un mese, a carnevale: i membri dell’assemblea saranno in un clima senza dubbio loro più confacente.

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