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QT n. 8, 15 aprile 2000 Servizi

Malé: il pragmatismo o la politica?

Due schieramenti si fronteggiano. Ma il bipolarismo ancora non c’è.

Delpero Alberto

Dopo cinque anni di coabitazione sui banchi dell’opposizione, si sono fusi in una lista unica i due gruppi di minoranza del Comune di Malè. Cosa ricorrente laddove due gruppi hanno condiviso l’esperienza, non certo gratificante con la legge in vigore, di rappresentare l’altra gamba della democrazia, quella che più la caratterizza.

A Malè, però, questa operazione assume una valenza squisitamente politica: proporre agli elettori una lista e un programma dichiaratamente di centrosinistra (volutamente senza trattino). Si tratta senza dubbio di una novità in valle, dove ogni lista, anche quella rigorosamente monocolore, si dichiara "lista civica" e sottolinea la sua distanza dai partiti. Il locale segretario dei DS, Marcello Liboni, conferma questa volontà e ne esplicita il motivo: "Vogliamo riportare la politica dentro il Consiglio comunale, perché dove manca la politica sono gli affari a muovere le decisioni. Cinque anni fa siamo andati divisi perché abbiamo interpretato in modi diversi l’esigenza di cambiamento."

Mossi da questo comune intento, si candidano diessini, popolari (non ci sono state differenziazioni con la Margherita), socialisti, repubblicani, autonomisti (Genziana ovviamente). Pressoché tutte le componenti della maggioranza provinciale.

I nomi maggiormente identificabili con questi partiti sono figure di spicco della politica locale: Renato Zappini (popolari), Carlo Costanzi (laici-repubblicani), Mauro Conci (DS, ex segretario di valle), Lino Michelotti (già segretario valligiano del PATT e ora confluito nella Genziana).

La sorpresa è il candidato sindaco, Alberto Gasperini. 38 anni, segretario comunale in vari comuni della valle, ulivista convinto. E’ un "figlio d’arte": il padre è stato sindaco del capoluogo solandro per 25 anni ( ricordiamo per inciso che Cristoforetti è il terzo sindaco di Malè dal 1945). Il suo nome è spuntato solo all’ultimo momento, come figura di sintesi di tutte le posizioni, dopo che altri due candidati forti ma che non raccoglievano il consenso di tutte le componenti hanno fatto un passo indietro. Gasperini si dichiara infatti di centrosinistra senza riconoscersi in nessun elemento della coalizione e vede nell’unione di tutte le forze in un solo soggetto la chiave del successo prima elettorale e poi amministrativo.

Anche l’impegno programmatico è in riga con qualsiasi buon programma che voglia dirsi di centrosinistra: questione morale, primato della politica sull’economia, politiche sociali, ambiente, volontariato, partecipazione. Su questi punti Gasperini non è certo tenero con l’amministrazione uscente: "L’indennità di un sindaco che può vivere dignitosamente del suo lavoro non può essere la massima consentita. Io, se sarò eletto, avrò la minima e la userò per creare un fondo da usare per situazioni sociali d’emergenza. Questa maggioranza interviene pesantemente nei lavori pubblici perché è pilotata da interessi privati. Le opere pubbliche devono essere un’esigenza sentita dai cittadini: se loro non ne sentono la necessità servono solo a chi le progetta e le realizza. Da tre anni questa amministrazione tiene il Piano Regolatore nel cassetto per non toccare tasti delicati e attirarsi le ire di qualche censito. La gente va coinvolta nelle scelte amministrative, la giunta è un gruppo troppo ristretto, se non ascolta i diretti interessati non riesce a prendere decisioni adeguate. L’ambiente, poi, va gestito oculatamente: non si può costruire su ogni metro di territorio."

Le parole sono quelle di un vero centrosinistra. Ma l’esistenza di un polo è giustificata dall’esistenza di quello opposto.

Il sindaco Cristoforetti è spiazzante riguardo a questo: "Noi potremmo dire di essere più di sinistra di loro, abbiamo un candidato iscritto a Rifondazione e io stesso in gioventù ero nel PCI. Abbiamo poi persone di diversa appartenenza, di centrodestra e di centrosinistra, ma questo non ha mai influito sulle questioni amministrative perché sulle cose da fare in un Comune come Malè non ci sono partiti che tengano, serve solo buon senso, pragmatismo e correttezza amministrativa. Se ci siamo chiamati "Gruppo Aperto" un motivo ci sarà. Non capisco questa voglia di etichettarsi. La realtà è che questa lista ha motivazioni personalistiche. Gasperini era nella mia lista cinque anni fa e Michelotti era il suo maggior sponsor. Mi sembra poi di vedere la volontà di riesumare certi cadaveri democristiani, i soliti noti... Ognuno può comunque fare ciò che più gli piace. Noi non prendiamo certo ordini da Trento."

Insomma, a Malè è nato un polo; per portarci il bipolarismo ne serve però un altro, quello dichiaratamente di centrodestra.