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Tre passi nel delirio

Immigrazione: opinioni e situazioni fuori di testa.

Prima notizia: L’Adige del 18 maggio riporta la più recente proposta in tema di immigrati dell’ex senatore (oggi consigliere provinciale) Erminio Boso, tratta dal quotidiano leghista La Padania: "Un extracomunitario senza lavoro - argomenta Boso - finisce per forza con il delinquere. Allora tanto vale prevenire e obbligarlo a 10 anni di lavori forzati nel settore agricolo o nei lavori di pubblica utilità".

Il cronista, retoricamente, finge di dubitare di aver capito bene, ma le cose stanno proprio così:"Boso pensa che la misura coercitiva possa essere disposta anche a prescindere dalla circostanza che un immigrato sia o meno un delinquente, basta il fatto che sia un irregolare".

Che dire? Francamente non ci interessa sapere se Boso faccia queste periodiche sparate per pura provocazione o perché ci crede davvero. Abbiamo invece capito che la cosa più sbagliata che si possa fare è legittimare in qualche modo simili opinioni replicando e polemizzando. "La nuova uscita di Boso è destinata a suscitare altre polemiche" - scrive L’Adige. Speriamo proprio di no.

Seconda notizia: L’Adige di domenica 14 maggio riferisce di un incontro dei candidati sindaci di centrosinistra della Rotaliana, avvenuto immediatamente prima del voto. Il giornalista annota stupito che i convenuti "al primo punto mettono sorprendentemente la questione della sicurezza" e si mostra scettico sulla bontà di una tale scelta in termini elettorali: "E’ tutto da verificare - scrive infatti - se l’obiettivo ‘sonni tranquilli per i cittadini’ - solitamente argomento forte delle forze di centro-destra - porta frutto in termini elettorali, ma tant’è".

Giancarlo Dalfovo, candidato a sindaco di Mezzolombardo chiarisce ulteriormente: "Importante è anche il controllo delle persone per verificare se gli extracomunitari che girano per la Piana Rotaliana sono in regola con i permessi". E, sull’immigrazione, null’altro.

Il 18 maggio, a disastro avvenuto (il centrosinistra spazzato via da quasi tutti i comuni della Rotaliana: "un risultato elettorale che ha fallito tutti gli obiettivi - resta la debole speranza dell’elezione di Dalfovo a Mezzolombardo"), "lo stratega di queste elezioni", ossia il segretario dei DS rotaliani Gaetano Tait (si badi bene: ex sindacalista CGIL ed ex segretario di Rifondazione Comunista), non viene sfiorato dal sospetto che inseguire la destra su quel terreno sia stato un errore. Anzi: "Il voto di destra è giustificato dalla voglia di molti cittadini di tenere sotto controllo il fenomeno extracomunitario. I cittadini chiedono sicurezza e il centrosinistra deve capire questo. Non dico che dobbiamo chiudere le porte agli immigrati, ma regolare il fenomeno. In campagna elettorale i candidati sindaci si sono espressi sulla questione quando era troppo tardi".

Vediamo di capirci: su questo giornale abbiamo più volte scritto che l’insicurezza dei cittadini, anche quando non molto motivata, è comunque un problema che un pubblico amministratore deve tener presente; ma che degli esponenti di centrosinistra parlino di immigrati solo in termini di problema di ordine pubblico, beh, questa è grossa. E oltre che grossa sul piano ideale, suicida su quello elettorale: perché se l’elettore constata che l’area progressista, dopo anni di polemiche, finisce per essere d’accordo con l’analisi della destra, avrà un motivo in più per votare la destra, senz’altro più coerente con quell’analisi ed energica su quel terreno.

La terza notizia è delirante non per le opinioni espresse da qualcuno, ma per il fatto in sé e riguarda (Alto Adige del 18 maggio) le vergognose code davanti all’Ufficio stranieri della Questura alle quali sono costretti gli immigrati che devono sbrigare delle pratiche: "veglie notturne", "ore ed ore di attesa", "centinaia di immigrati, tra i quali donne con bambini piccoli". Una situazione che da tempo viene periodicamente segnalata (se ne parlò soprattutto nei mesi invernali, quando la cosa era particolarmente crudele e incivile), a risolvere la quale da più parti sono stati indicati dei suggerimenti per organizzare diversamente strutture e percorsi burocratici, ma per la quale nulla sostanzialmente si è fatto. Così come irrisolto rimane in larga misura - anche di questo si accenna sul giornale - il problema dell’alloggio, riguardante - si noti bene - stranieri con un lavoro e con un reddito, che però incontrano troppo spesso padroni di casa diffidenti e prevenuti e che devono quindi continuare a ricorrere alle strutture alloggiative previste per l’emergenza o arrangiarsi come sappiamo. Il che non favorisce certo la piena integrazione di queste persone, in tal modo impedite - fra l’altro - a ricongiungersi con moglie e figli.

Ma siccome gli immigrati non votano, questi non sono certo temi da campagna elettorale; e non li sentiremo certo agitare né da Boso né da certi compagni.

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