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Muoversi e non morire di traffico

Bolzano spende ogni anno 400 miliardi per spostarsi coi mezzi privati e solo 30 con i mezzi pubblici. E poi - anzi prima - c’è il problema delle malattie da traffico.

Pierluigi Gaianigo è medico e anche delegato del WWF per il Sudtirolo. In particolare da anni si occupa dal punto di vista medico e urbanistico dei problemi della viabilità e del traffico in provincia e nella città capoluogo, segnalando la gravità della situazione e i possibili rimedi.

Ai nostri lettori sottopongo questa sua intervista in cui vengono dette cose che meritano un’attenta riflessione.

Perché il traffico è un problema?

"Il traffico provoca grossi guai, da diversi punti di vista: sanitario, economico, estetico-paesaggistico e di fruibilità dei luoghi, della mobilità stessa (congestione), e da un punto di vista più generale, climatico, come causa dell’effetto serra".

Possiamo esaminare da vicino questi diversi aspetti?

"Come medico porrei anzitutto il problema sanitario. Cominciamo con gli incidenti stradali. Nel ‘98 nei paesi europei ci sono stati due milioni di incidenti con 120.000 morti e 2.500.000 feriti. Di questi circa 8-9000 morti in Italia e circa 250.000 feriti. I morti in Trentino-Alto Adige nel ‘97 sono stati 165 e i feriti 4.064. Un morto su tre è un giovane sotto i 25 anni. Il 30.35% di tutti i morti sono pedoni o ciclisti. Ancora: il 50.60% dei decessi avviene in città.

L’inquinamento atmosferico, secondo i dati dell’O.M.S. nelle città europee, causa 80.000 decessi di adulti. I bambini che vivono vicino a strade trafficate hanno il 50% di rischio in più di ammalarsi, rispetto a coetanei che vivono in strade a basso traffico".

Quali sono le malattie da traffico?

"Non sono malattie specifiche: sono tumori, tra cui le leucemie, allergie, asma, broncospasmo, pseudocrup, enfisema, fibrosi polmonare, avvelenamento da ossido di carbonio, malattie cardiocircolatorie, etc. Sono dovute a vari inquinanti: ossidi di azoto, di zolfo, di carbonio, polveri varie, ozono, amianto, piombo, idrocarburi fra cui il benzene, radicali liberi, ecc. I gruppi a rischio sono bambini, anziani, malati, donne in gravidanza".

E il rumore?

"Sempre secondo l’O.M.S. il traffico è la causa umana principale di esposizione al rumore ambientale. Dal 1980 al ‘90 si è passati dal 15 al 26% di popolazione esposta ad alti livelli di rumore (maggiore di 65 db su 24 ore), mentre il 65% di europei è esposto ad un rumore che disturba (fra i 55 e i 65 db su 24 ore). Il rumore produce disturbi psicosomatici che poi diventano organici. Colpisce l’intestino, il sistema circolatorio (aumenta la pressione arteriosa), il sistema nervoso. Si ha irrequietezza, perdita di attenzione, riduzione della capacità lavorativa, alterazione della condotta sociale, attacchi d’ira e aggressività.

Se può interessare, per S. Giacomo di Laives i valori limite di legge provinciale sono 68 db di giorno e 58 di notte, ossia 3 db più alti di quanto già esposto. E, trattandosi di una misura fatta in scala logaritmica, 3 db significa il doppio della fonte sonora. Ebbene, il responsabile provinciale per i rilevamenti, scriveva in un documento nel 1998 che a S. Giacomo ‘ i valori limite vengono quasi costantemente superati sia di giorno che di notte’.

E poi c’è un’altra questione a cui non si pensa mai: l’uso estensivo dell’automobile ha portato alla perdita dell’attività fisica, che si traduce in malattia nell’età adulta. L’O.M.S. raccomanda una dose giornaliera di movimento fisico di 30 minuti a piedi o in bicicletta, anche spezzettato in più momenti. Questa "dose" significa: minor rischio del 50% di ammalarsi di cardiopatia ischemica cronica e/o infarti; minor rischio del 50% di diventare obesi e/o diabetici; minor rischio del 30% di diventare ipertesi e per chi è già iperteso riduzione della pressione arteriosa; riduzione dell’osteoporosi, riduzione della depressione e dello stato d’ansia. Muoversi almeno 30 minuti tutti i giorni significa in sostanza prevenire le malattie più gravi della vecchiaia. L’OMS segnala che alti livelli di traffico causano isolamento sociale, ridotta indipendenza dei bambini, che, per la paura del traffico, le mamme accompagnano dappertutto in auto creando nuovo traffico, e avviamento dei bambini che crescono all’uso obbligatorio dell’automobile".

Passiamo alla questione economica. Quanto costa muoversi a Bolzano?

"E’ un calcolo che ho fatto un paio d’anni fa basandomi sui dati forniti dal Sole 24 ore, che riportava lo studio di una società di ricerca di Bologna, Ebbene, la comunità cittadina spende ogni anno circa 400 miliardi per spostarsi privatamente con l’auto e ne spende 30 circa per spostarsi con mezzi pubblici. Le cifre sono grossolane; non tengono conto delle esternalità (per esempio i costi sanitari), ma l’ordine di grandezza è corretto. Bolzano spende ogni anno pubblicamente appena 1/13 di quanto spende privatamente.

L’obiettivo finanziario importante è quello di spostare parte della spesa dal privato al pubblico. Solo così si potrebbe avere un servizio pubblico collettivo (ma può essere gestito anche da privati) efficiente e più economico e con indubbi vantaggi sul piano sanitario, sociale e della qualità della vita in genere. (Fine della prima parte)