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Un altro pasticcio

Sei mesi di paralisi del Consiglio regionale. Continui litigi nella maggioranza ed anche in seno alla Giunta. E infine la mozione di sfiducia della Svp, con le conseguenti dimissioni dell’esecutivo guidato da Margherita Cogo.

Ora, dopo mesi di trattative, si riparte riconfermando esattamente la situazione di partenza. Identica maggioranza, identica Giunta, addirittura identiche competenze agli assessori.

Aveva sbagliato la SVP a provocare la crisi? La stessa Cogo ha ammesso che quella mozione di sfiducia non è stata l’inizio della crisi, ma l’emergere della necessità di porvi termine, visto che la Regione era finita nella paralisi sin dallo scorso gennaio. E allora perché si è deciso di non cambiar nulla, col rischio di tornare alla situazione di paralisi?

A spingere per una rapida chiusura della crisi regionale è stato anzitutto Dellai: in questo modo ha infatti impedito di aprire un confronto complessivo con la sua maggioranza, che avrebbe provocato una ridefinizione anche degli assetti della Giunta provinciale. Ha così neutralizzato, ridicolizzandola, la verifica che i DS avevano chiesto prima dell’estate, trovando incredibilmente proprio nei vertici dei DS una sponda per questo esito.

In compenso, si è fatto un bel passo indietro sul programma regionale. Cancellata l’idea della commissione dei 28 (la bicameralina regionale per la riforma dello Statuto), la maggioranza ha elaborato da sola, senza alcun confronto né con le opposizioni né con la società civile, una propria proposta di riforma statutaria. Proposta di per sè interessante e seria. E’ il metodo che non è serio. Perchè in questa maniera la maggioranza ha ottenuto due risultati. L’indignazione dell’opposizione, che ha già fatto mancare il numero legale in Consiglio per l’elezione della Cogo e che ora si appresta a fare un durissimo ostruzionismo, paralizzando di nuovo la Regione. E l’archiviazione dell’ambizione stessa di riformare lo Statuto, poiché una proposta della sola maggioranza, se mai riuscirà (e come?) ad essere approvata qui, finirà poi sepolta nei cassetti delle aule parlamentari.

Perché allora questo passo indietro sul programma? Perché in questo modo, con un accordo sulla riforma dello Statuto, ancorché fittizio, il centrosinistra di Bolzano potrà spiegare ai propri elettori il via libera alle deleghe di competenze della Regione alle Province. E la SVP, dal canto suo, incassate le deleghe ha potuto ingoiare la rielezione della Cogo, sulla quale aveva posto la pregiudiziale. Non ha però cambiato idea Durnwalder, che ha apertamente dichiarato che l’esito della crisi è una pagliacciata.

Con un partito ormai privo di energie, Margherita Cogo avrà quindi davanti a sé un compito ancor più difficile di quello della sua prima Giunta. Se sarà eletta, le facciamo sin d’ora i nostri migliori auguri.

Anche se c’è già chi dice che, dopo le politiche, tutto tornerà di nuovo in discussione.