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Un buon lavoro per prevenire la delinquenza

Le ragioni materiali, sociali e psicologiche che fanno di una soddisfacente occupazione il miglior argine contro la criminalità.

Elena Braccolini

Nell’ambito delle politiche di prevenzione della criminalità, generalmente si parla poco del ruolo giocato dall’occupazione. Eppure, a rigor di logica, chi è occupato in qualche attività ha meno occasioni di commettere reati ed è meno motivato a farlo. Secondo lo studioso americano Freeman all’aumentare del numero di occupati diminuisce la criminalità. Come si spiega questa relazione tra occupazione e criminalità?

I motivi possono essere di tipo materiale, sociale e psicologico.

I motivi materiali si riferiscono alle disponibilità economiche del soggetto. Un individuo con un’occupazione stabile dispone di risorse lecite per procurarsi i beni di cui ha bisogno. Chi invece non ha un’occupazione o percepisce uno stipendio basso potrebbe trovare conveniente procurarsi le risorse che gli mancano attraverso mezzi illegali. Inoltre, per chi ha un’occupazione, commettere un crimine ha dei costi molto alti rispetto ai potenziali benefici: alla punizione si aggiungerebbe la perdita del lavoro e dei vantaggi a questo connessi.

Le motivazioni di ordine sociale per le quali l’occupazione costituisce un deterrente alla criminalità riguardano il rapporto tra il soggetto e la società. Il luogo di lavoro è anche un posto dove si sviluppano rapporti con gli altri. Se la persona accetta di lavorare in un luogo in cui deve rispettare delle gerarchie, svolgere delle mansioni, sottostare a delle norme di comportamento, allora egli riconosce che nella società ci sono delle regole che vanno rispettate. Chi ha un lavoro, quindi, rispetta delle regole sociali ed è più facile che ritenga sbagliato commettere crimini, non solo perché lo decide il codice penale, ma soprattutto per convinzione personale.

Inoltre per buona parte della giornata, quando il soggetto si trova sul luogo di lavoro, non può commettere crimini perché è controllato dal proprio datore di lavoro o dai colleghi.

L’occupazione costituisce una forma di prevenzione in quanto colui che decidesse di commettere un reato potrebbe essere etichettato come delinquente e quindi perdere stima e riconoscimento sociale.

Infine vi sono delle motivazioni psicologiche. Gli individui che hanno un’occupazione stabile tendono a non delinquere perché questi inciderebbero sull’autostima e sull’approvazione del gruppo sociale di appartenenza.

Alla luce di queste considerazioni è possibile delineare una strategia di prevenzione della criminalità che consideri centrale la condizione occupazionale.

E, tuttavia, occorre tenere bene a mente alcune condizioni necessarie affinché la cosa funzioni. Per lo psicologo O’Brien i lavoratori non specializzati sono meno soddisfatti del loro lavoro rispetto a quelli specializzati. Un individuo può essere frustrato dal fatto di non conoscere esattamente che cosa stia facendo e per quale ragione lo stia facendo. Se un’occupazione non è gratificante, gli effetti positivi di tipo materiale, sociale e psicologico che l’occupazione ha sulla prevenzione della criminalità possono vanificarsi. In questo senso è quindi importante investire nell’educazione e nella formazione professionale, al fine di incrementare la specializzazione e la consapevolezza dell’importanza del ruolo di ciascuno nell’ambito del processo lavorativo.

A scuola si imparano alcune delle competenze necessarie nel mondo del lavoro e maggiore è il livello d’istruzione di un soggetto, maggiori possibilità egli avrà di ottenere occupazioni ben pagate. Più una persona guadagna e meno avrà bisogno di commettere crimini. Si capisce, dunque, perché l’abbandono scolastico sia un fenomeno molto preoccupante.

In un contesto come quello trentino, in cui vi è una fortissima domanda di occupazioni poco specializzate, spesso i ragazzi decidono di lasciare la scuola giovanissimi. In questi casi l’occupazione non costituisce un freno alla criminalità, perché l’individuo è troppo giovane per aver formato una propria personalità autonoma in grado di decidere in maniera matura.

In questo senso sono molto importanti gli interventi di formazione di base e di formazione al lavoro della Provincia, perché oltre a trasmettere competenze professionali indispensabili sul lavoro, possono assistere i ragazzi nello sviluppo della loro personalità. Tutto ciò ha anche finalità di prevenzione della criminalità.

La riduzione della criminalità passa, quindi, anche attraverso la prevenzione di fenomeni di abbandono scolastico.

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