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L’uovo del cuculo

Luciano Baroni

"Depone un solo uovo nel nido di uccelli cantatori e lo fa covare da questi." Così il Garzanti della lingua italiana alla voce "cuculo". Non so se Fini e Storace siano ovipari o chi per loro nel bosco in cui rispuntano i gagliardetti neri usi deporre uova nei nidi altrui, ma debbo purtroppo convenire che un uovo spurio è maturato nel nido di certa sinistra che l’ha covato incauta e lo vede ora schiudersi al sole del Lazio e al grigiore delle nebbie lombarde. E ciò che ne esce, più che all’uccellino opportunista assomiglia a un piccolo d’avvoltoio.

Dalle razzie e dai roghi dei libri "sovversivi", settanta-ottant’anni or sono, nazismo e fascismo muovevano i primi passi; dalle cosiddette commissioni di controllo sulla scelta dei libri di testo nella scuola italiana sta prendendo corpo il progetto per una seconda edizione del famigerato ventennio.

Chi, con improvvida sollecitudine, ha riconosciuto le ragioni dei "ragazzi di Salò" (inimmaginabile capovolgimento dei Cento Giorni pasoliniani!), scopre ora di aver fornito, anche se del tutto involontariamente, quelle preziose farneticazioni alle proposte degli adulti di Fiuggi e dei discepoli di Arcore. Perché il vero obiettivo delle smanie di Storace e Formigoni non è tanto l’attaco ai titoli e alle scelte editoriali, attacco che almeno per ora, visti gli interessi economici e i diritti d’impresa, sarebbe condannato all’insuccesso, quanto la traduzione sociale d’una campagna di revisione e di revanscismo che possa propagarsi e saturare l’opinione pubblica meno accorta, i nuclei comunitari e le famiglie che nella scuola vengono esaltati quali gelosi custodi.

Oltre il riscatto e le minacce contro la libertà dell’insegnamento mascherati da ipocrite dichiarazioni di intenti, passa un disegno di contraffazione della memoria storica e della sua sostituzione col culto di un passato che si sta filtrando da più parti attraverso le lenti deformanti della politicizzazione. Se è vero infatti che anche da taluni esponenti dell’alleanza berlusconiana giungono voci dissonanti e critiche dell’iniziativa promossa da Storace, il dissenso riguarda solo il modo e i mezzi con cui si vuole intervenire nel capitolo scuola. Sulla presunta invadenza d’una cultura storica di sinistra nei testi scolastici e ovviamente sulla sua falsità, i liberisti del Polo sono tutti d’accordo. In un gioco anche troppo scoperto che mira a stornare i sospetti di collusione con la destra più rozza, le si lascia il compito di prepararsi il terreno per successivi meno illegali provvedimenti. E il terreno è quello della privatizzazione della scuola all’interno dei cortili regionali di cui il Polo controlla la maggioranza.

Se per la sinistra adesso sono ormai doveri irrinunciabili le parole e le opere volte a respingere l’offensiva del razzismo e dell’intolleranza, sarebbe forse stato più saggio a suo tempo proteggere almeno a parole il nido della democrazia dei valori ideali e della verità storica dall’intrusione d’un uovo che ha contribuito a ridare vita a ciò che ingenuamente si riteneva morto per sempre.