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Quale pianta voteremo?

Ulivo, margherita, stella alpina o cosa? Un gran parlare del “partito territoriale”. Poi si è messo a piovere...

Non abbiamo lo spazio per trattare la faccenda fin dai suoi esordi; partiamo allora dall’Adige del 10 novembre, dal quale si apprende che “la Margherita vuole diventare un partito”, e che “per diventare un partito deve superare i partiti”.

Di che si tratta? Beppe Zorzi l’ha chiamata “la fase due” della Margherita, mentre Mauro Betta, coordinatore dei popolari, preferisce parlare di “fase di democratizzazione”, e l’on. Tarcisio Andreolli chiarisce ulteriormente: “La sfida per noi è guardare alla SVP”.

Vignetta tratta da "Il Vernacoliere", mensile di Livorno.

Così sviscerato il futuro della lista di Dellai, sorge una nuova, più complessa questione: come si presenterà l’Ulivo trentino alle elezioni politiche di primavera? “L’idea - propone Mauro Betta il giorno 11 - è quella di arrivare ad un movimento specifico per il Trentino Alto Adige in collaborazione con la SVP”.

L’indomani l’Alto Adige dà la cosa per ormai certa: “Il centrosinistra trentino vuole presentarsi alle politiche con un simbolo diverso dall’Ulivo”. Spiega Dellai: “Anche la rappresentazione (cioè il simbolo) dovrà essere più legata al territorio”; e intanto aspetta “segnali” dal PATT. Il giornale rivela che “nella Margherita hanno già studiato qualche bozzetto, si lavora all’idea di un contrassegno che richiami l’idea regionale”. Ma è lo stesso presidente della Provincia a smorzare gli entusiasmi: “E’ presto per il simbolo… L’importante è la proposta politica territoriale”.

Margherita a parte, non sembra che la “proposta politica territoriale” susciti grandi entusiasmi: dal PATT arrivano dei gran brutti “segnali”, i socialisti e i verdi non vogliono saperne, mentre i diessini sembrano tiepidi. Ed anche nel partito del presidente non sono tutte rose e fiori. In particolare, l’assessore Claudio Molinari e la consigliera Marta Dalmaso, “hanno ribadito la loro contrarietà a proseguire anche nel 2003 il cammino con la sinistra”.

Ma tutti questi ostacoli appaiono bazzecole di fronte alle “benedizioni” che, fra il 13 e il 14 novembre, il “partito regionale” riceve da due big nazionali quali Parisi e Bianco. E a completare il trionfo, ecco che Dellai viene addirittura annoverato, su indicazione di Rutelli, fra i coordinatori della campagna elettorale del centro-sinistra, in compagnia di numerosi pezzi grossi nazionali della coalizione.

Intanto l’Alto Adige approfondisce il ponderoso tema del simbolo della nascitura “cosa regionale”: “Il simbolo non sarebbe quello dell’Ulivo nazionale, ma nemmeno quello della Margherita, che si troverà invece sulla seconda scheda della Camera, quella proporzionale. Potrebbe invece essere quello della SVP, come ha proposto il segretario del PATT Giacomo Bezzi? Finora la SVP non ha mai corso sotto Salorno. E poi che ne direbbe la sinistra? Ci potrebbe essere allora una ‘bicicletta’ con i simboli appaiati dell’Ulivo nazionale e della Stella alpina, simbolo dolomitico e autonomistico per eccellenza… Ma le biciclette non hanno mai goduto di particolare fortuna elettorale, in Italia. E l’idea non piace ai vertici della Margherita trentina. Quale simbolo allora? Il profilo di una montagna? La piantina della regione? Per ora si parla solo di idee…”

Idee riguardanti naturalmente il look, la confezione, la scatola, il contenitore: perché di idee vere, cioè di programmi, di cose da fare, in base alle quali, poi, vedere con chi stare e in quale modo, in tutto questo dibattito non troviamo nessun accenno, ove si escluda la spassosa battuta umoristica dell’assessore Molinari che, per motivare il proprio dissenso nei confronti di Dellai esprime “inquietudine per l’appiattimento (della Margherita, n.d.r.) sui programmi e sulle posizioni della sinistra”.

Comunque, arrivati a questo punto, si è messo a piovere molto forte, sicché i giornali hanno cominciato a parlare di cose serie, aventi qualche attinenza in più con gli interessi dei cittadini.