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Criminalità in Russia

La mappa di un potere criminale che continua ad espandersi.

Lorenzo Segato

A seguito degli eventi più recenti che hanno trasformato il volto dell’Europa dell’est, la Russia ha vissuto grandi rinnovamenti politici e istituzionali. Sul piano internazionale è stata protagonista di una politica di avvicinamento all’Unione Europea, con l’obiettivo di diventarne uno stato membro, che ha portato alla creazione di intense relazioni istituzionali.

In conseguenza di questi più intensi rapporti, la Commissione Europea ha avviato una serie di studi di settore in Russia, per verificare la "vicinanza" del diritto russo a quello comunitario, studi che in parte hanno coinvolto anche Transcrime.

Infatti la Commissione, nel marzo 1999, ha incaricato Transcrime di effettuare uno studio sulle misure anti riciclaggio attualmente esistenti in alcuni paesi dell’ex URSS, tra i quali anche la Russia. (gli altri sono Ucraina, Moldavia, e recentemente anche Bielorussia e Kazakistan).

Nell’ambito di questo studio Transcrime ha svolto, in via preliminare, un’analisi sullo stato della criminalità in questi paesi. Qui di seguito viene presentata la situazione in Russia emersa dalle ricerche svolte.

Le attività illegali in Russia si stanno attualmente sviluppando lungo due nuove direttrici: il traffico di droga e di immigrati clandestini, dal sud est asiatico verso l’Europa e il trasporto - via mare - di macchine rubate da Germania, Inghilterra e Olanda verso i paesi dell’est e l’Asia. La Russia è inoltre usata come "passaggio" per il traffico di eroina dall’Asia e di cocaina dal Sudamerica, che sono destinate principalmente verso i mercati dell’Europa.

Il traffico e la distribuzione della droga sono sotto il controllo dei gruppi criminali russi, con la partecipazione di altri gruppi, che provengono principalmente dalla Comunità degli Stati Indipendenti.

Il controllo sui vari tipi di droga è diviso fra differenti gruppi etnici, che si sono spartiti il mercato per evitare lotte. In generale, gli afgani e altri gruppi centro-asiatici trafficano in eroina, oppio e derivati nella Russia europea e Siberia dell’ovest; vietnamiti e cinesi commerciano droga nella Siberia dell’est; gli ucraini si dedicano alla cannabis; nigeriani e altri gruppi africani gestiscono il traffico di cocaina mentre gli azerbaijani trattano droghe sintetiche.

Il narcotraffico è un settore importante nella cooperazione della criminalità mafiosa russa, ma non è l’unico. Ci sono molte prove dell’esistenza di rapporti d’affari tra mafia russa, europea e sudamericana.

La criminalità organizzata russa ha avuto un ruolo importantissimo anche in un altro momento della vita di questo paese. Nella recente fase di privatizzazione, in cui innumerevoli proprietà del "popolo" sono state vendute a privati, i mafiosi (che grazie soprattutto al traffico di droga dispongono di ingenti quantità di denaro sporco) si sono trasformati in investitori ed hanno acquisito una grande quota della proprietà pubblica, riciclando i loro enormi capitali illeciti e di conseguenza guadagnando una forte influenza politica. Il ruolo giocato dal crimine organizzato nell’attuale processo politico ed economico in Russia è estremamente significativo, dal momento che ogni settore dell’economia russa appare vulnerabile all’infiltrazione mafiosa.

Secondo i dati presentati dal parlamento russo per il 1998, la mafia controlla più del 40% delle imprese private, il 60% delle imprese pubbliche e l’85% delle banche commerciali. Nel 1998, il ministero degli affari interni ha stimato che più di 40.000 imprese nazionali (tra cui 1.500 pubbliche), 4.000 S.p.a., 700 tra grossisti e rivendite al minuto e 550 banche sono state influenzate dalla mafia o addirittura direttamente possedute.

Neanche la pubblica amministrazione è immune dalle infiltrazioni criminali: la corruzione è penetrata in tutti i livelli della burocrazia, al punto da divenire la prassi. La mafia in Russia influenza non solo le elezioni locali, ma addirittura quelle nazionali. Nel ‘98, 5.500 dipendenti pubblici sono stati indagati per tangenti.

Per concludere, la criminalità organizzata in Russia è un fenomeno estremamente diffuso e tuttora in espansione. La tendenza più recente, da parte del potere politico, sembra quella di voler risanare questa grave situazione. I risultati dello studio di Transcrime sulle misure anti riciclaggio hanno dimostrato tuttavia che sussistono ancora grosse lacune: sono necessarie riforme legislative - in diritto penale, bancario, civile - la creazione di strutture ad hoc per la lotta al riciclaggio mutuate dal modello comunitario, l’addestramento del personale giudiziario, l’assistenza tecnica ai giudici. Inoltre l’adozione di alcuni interventi specifici (come la traduzione della legislazione comunitaria e delle normative internazionali in materia di anti riciclaggio e la creazione di un relativo manuale) è auspicabile nel breve periodo.

È’ necessario quindi adottare - a livello politico, economico, delle forze di polizia - nuove misure che garantiscano, anche assieme all’aiuto degli organismi internazionali, la presenza di strumenti efficaci nella lotta alla criminalità organizzata in Russia.

Lorenzo Segato è ricercatore a Transcrime e dottorando in Criminologia presso l’Università di Trento.